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Non è una situazione rara. Si stima che l’odore sgradevole dell’alito riguardi circa il 30% della popolazione, soprattutto adulti. Oltre al problema nelle relazioni interpersonali, la condizione è la spia della salute del cavo orale, ma in certi casi anche dello stomaco, del fegato e dei reni. Quando il problema persiste gli esperti parlano di alitosi, una patologia.
Ecco come accorgersi se il proprio alito è pesante e come rimediare, smentendo qualche luogo comune.
Il bicarbonato è d’aiuto? Falso
«Considerando che il primo modo per stoppare l’alito cattivo è un’approfondita igiene orale, alcuni rimedi casalinghi possono essere utili», spiega Leone D’Aversa, responsabile dell’unità operativa di Odontoiatria I al Policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma. «Una soluzione è fare degli sciacqui con acqua tiepida e foglie di menta, che hanno un’azione antinfiammatoria oltre che rinfrescante. In passato si consigliavano sciacqui con il bicarbonato ma non è proprio il caso, poiché è troppo aggressivo e non fa certo bene a una gengiva già infiammata».
Il test è soffiare nel palmo della mano? Vero
«Questo gesto ci può far sentire se il nostro alito è cattivo», aggiunge l’esperto.
Il filo interdentale è un grosso alleato? Vero
«Il filo interdentale è alla base di un pratico test di autovalutazione dell’alito», dice ancora D’Aversa. «Basta annusarlo a cinque centimetri di distanza, cinque secondi dopo il suo utilizzo. L’odore strano, intenso, che si sentirà è indice di un alito cattivo ed è dovuto alla digestione da parte dei batteri della placca batterica. Il che ne moltiplica la presenza e può scatenare successivamente una gengivite e un’infiammazione della gengiva stessa». Lo specialista ci tiene a sottolineare che «il filo interdentale, spesso non usato per pigrizia da molte persone, è fondamentale per l’igiene della bocca, assieme a spazzolino e dentifricio».
Ha senso usare il puliscilingua? Vero
«La lingua è rilevante per contrastare l’odore sgradevole in bocca, per cui meglio spazzolarla quotidianamente con lo spazzolino o con un apposito puliscilingua. Operazione che tra l’altro rallenta la formazione della placca», consiglia D’Aversa, che è anche professore associato di Scienze tecniche mediche applicate presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.
I collutori sono una spesa inutile? Vero e falso
«I collutori, se usati quotidianamente, possono peggiorare alcune volte la situazione del cavo orale, alterando la flora batterica sulle gengive. Però, e sempre su indicazione del dentista, si possono usare prodotti a base di clorexidina, sostanza disinfettante. Da evitare invece i collutori a base di alcol o acqua ossigenata che, come il bicarbonato, sono piuttosto aggressivi. In presenza di problematiche del cavo orale, lo specialista consiglierà di usare un collutorio alla clorexidina nella percentuale di 0,12%, meglio se diluita. Utile non quotidianamente ma un paio di volte alla settimana: così avrà la sua azione benefica», precisa l’esperto.
L’origine dell’alito cattivo è batterica? Vero
I responsabili dell’odore sgradevole che esce dalla bocca sono batteri che stazionano nella parte posteriore della lingua, in particolare dove sono collocate le cosiddette papille circumvallate. Si tratta in genere di batteri anaerobi: metabolizzano i composti che trovano in bocca, per ricavarne nutrimento ed energia, e nel farlo generano i composti volatili dello zolfo, i cosiddetti Vsc, che producono il cattivo odore.
L’alcol appesantisce l’alito? Vero
L’alito pesante può essere legato al consumo di determinati cibi come aglio, cipolla, spezie, o bevande alcoliche, ma si risolve nell’arco di qualche ora. Idem quella che viene definita alitosi fisiologica, tipica del risveglio del mattino.
L’alito cattivo è sempre passeggero? Falso
Non sempre è così. «La causa orale è certamente presente nel 90% dei casi, per cui non bisogna trascurare l’igiene della bocca a casa e andare periodicamente dal dentista per individuare la presenza di carie apparentemente nascoste. Queste, se non trattate, sono l’habitat ideale per i batteri. Su tale versante anche effettuare una ortopanoramica è determinante: riesce a far capire al professionista come e dove intervenire per evitare guai peggiori», esorta D’Aversa.
La causa non parte sempre dalla bocca? Vero
«Nel 10% dei casi l’alito cattivo non ha origine da problemi del cavo orale ma è dovuto ad altri motivi, sintomo di patologie “nascoste”», chiarisce Andrea Costantino, gastroenterologo del Policlinico di Milano. «Può essere collegato all’assunzione di certi farmaci oppure a disturbi riguardanti i reni o il fegato, o al diabete, quando non vengono tenuti sotto controllo».
Anche l’apparato digerente può essere coinvolto? Vero
L’alitosi è a volte legata alla presenza di diverticoli nell’esofago, ossia estroflessioni dove si forma una piccola sacca in cui si accumulano i residui di cibo, che possono andare in putrefazione generando il cattivo odore. «La causa potrebbe essere determinata dalla presenza di fistole gastrointestinali (piccoli tunnel di comunicazione che si creano tra stomaco e intestino), da un’infezione da Helicobacter pylori o da un’esofagite grave», aggiunge Costantino.
La respirazione non c’entra? Falso
Anche un’infezione alle vie respiratorie può scatenare l’alitosi. Dice il gastroenterologo: «Una polmonite, una tracheite o una sinusite possono originare alito cattivo, per via di una abbondante presenza di muco e di batteri responsabili di tale condizione».
Può essere solo un’impressione? Vero
L’alitofobia si verifica quando l’alito cattivo non c’è, ma persiste la personale sensazione di soffrirne. È una paura esagerata, che allontana dagli altri e determina una situazione di inadeguatezza e vergogna.
Il profumo dell’alito è sempre uguale? Falso
«Alcune patologie relative all’insufficienza renale», dice Costantino, «si caratterizzano con un alito dal forte odore di ammoniaca, simile a quello dell’urina. Una persona con insufficienza epatica invece può avere un alito sulfureo, dovuto alla presenza di molecole come tioli, ammoniaca e chetoni, odore che può ricordare il fieno». L’odore di pesce è tipico delle alterazioni congenite del metabolismo; il respiro fruttato del diabete mellito; l’odore di aglio compare durante l’assunzione di farmaci per la cistite interstiziale.
L’igiene orale è la prima regola per evitare il disturbo? Vero
Per evitare l’alito cattivo le buone abitudini quotidiane nell’igiene della bocca sono fondamentali: per un minor ristagno di placca e batteri, è necessario spazzolarsi bene i denti a casa, con attenzione al margine gengivale e al dorso della lingua.