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Non siamo certo cani da tartufo, ma anche per noi esseri umani l’olfatto è una funzione fondamentale. Non ci consente di scovare preziosi tuberi annusando il terreno, ma può letteralmente salvarci la vita.
«Riconoscere gli odori ci protegge da sostanze tossiche o pericolose, come nel caso di una fuga di gas», spiega Marco Radici, otorinolaringoiatra dell’ospedale Isola Tiberina-Gemelli Isola di Roma e presidente della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale (SIOeChCF). «Le persone che perdono del tutto o in parte questa capacità possono andare incontro a difficoltà relazionali e sociali, e spesso perdono anche l’appetito, perché non percepiscono più i profumi dei cibi».
L’olfatto è strettamente connesso anche ai ricordi: gli odori stimolano la memoria episodica, quella che ci permette di far tornare alla luce esperienze personali.
Ecco quali sono i tre principali disturbi dell’olfatto. I termini medici possono sembrare poco familiari, ma le condizioni sono tutt’altro che rare.
1. Anosmia, ossia la perdita completa dell’olfatto, diagnosticata tramite test specifici.
2. Iposmia, cioè la riduzione parziale della capacità olfattiva, che può essere:
• di tipo neurosensoriale (da infiammazioni o traumi);
• di tipo ostruttivo (causata da riniti, sinusiti, poliposi).
3. Disosmie, ovvero alterazioni nella percezione degli odori, tra cui:
• parosmia, percezione distorta di un odore reale;
• fantosmia, percezione di odori inesistenti;
• pseudosmia, interpretazione immaginaria di un odore reale.


Il nostro olfatto è un senso sofisticato. All’interno del naso sono presenti recettori collegati a neuroni che trasmettono gli stimoli odorosi al cervello, come rappresentato in questa illustrazione.
«Spesso questi disturbi vengono sottovalutati e la diagnosi arriva tardi, anche perché possono peggiorare gradualmente», aggiunge Radici. I problemi legati all’olfatto si riscontrano più frequentemente nelle regioni con popolazione anziana e sono influenzate anche da allergie respiratorie e inquinamento atmosferico.
Le principali cause includono:
• invecchiamento;
• riniti virali e allergiche;
• patologie endocrine;
• rinosinusiti (con o senza polipi nasali);
• traumi e infezioni virali.
Durante la pandemia da Covid-19, si è registrato un netto aumento di casi: circa il 50% dei pazienti ha riferito alterazioni dell’olfatto.
Arrivare alla diagnosi
«Oggi possiamo valutare il grado di compromissione dell’olfatto con strumenti molto precisi», spiega Marco De Vincentiis, otorinolaringoiatra del Policlinico Umberto I di Roma e vicepresidente della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale. «Gli sniffin’ sticks si presentano come pennarelli contenenti sostanze odorose e vengono impiegati per il test, che consiste nel fare annusare al paziente una serie di “sticks”, registrando le sue risposte secondo protocolli standardizzati»
Invece l’Upsit (University of Pennsylvania Smell Identification Test) è un test che consiste in un libretto con 40 microstrisce odorose, ciascuna coperta da una pellicola da grattare. Per ogni odore, la persona deve scegliere la risposta corretta tra quattro opzioni. Il punteggio finale riflette il numero di odori identificati correttamente e consente di classificare la funzione olfattiva in normosmia, iposmia o anosmia.
Tutti i trattamenti
In caso di un disturbo diagnosticato, le principali terapie sono le seguenti.
Allenamento olfattivo, cioè l’esposizione quotidiana a quattro odori (limone, rosa, eucalipto, chiodi di garofano) per un mese e mezzo-tre mesi.
Corticosteroidi intranasali, farmaci antinfiammatori molto potenti, ma con benefici variabili.
Plasma ricco di piastrine (Prp): è una sostanza ottenuta dal sangue del paziente stesso, ricca di piastrine, cioè cellule del sangue che contengono fattori di crescita, utili per la rigenerazione dei tessuti. Il Prp ottenuto viene iniettato nella mucosa olfattiva (la zona all’interno del naso dove si trovano i neuroni responsabili dell’olfatto) allo scopo di stimolare la rigenerazione delle cellule olfattive danneggiate. Ci sono promettenti risultati in alcuni studi.


Una ragazza si abbandona ai ricordi in un campo di lavanda. Il profumo dei fiori, come quello delle madeleine evocato dallo scrittore francese Marcel Proust, è in grado di stimolare la memoria episodica, che permette di far tornare alla luce esperienze personali.
Chelanti del calcio: sono spray nasali che contengono Edta (acido etilendiamminotetraacetico), un agente chelante, ovvero una sostanza capace di legarsi a specifici ioni metallici, come il calcio. Nel contesto dell’olfatto, l’accumulo di ioni calcio nelle secrezioni nasali può contribuire alla desensibilizzazione dei recettori olfattivi, riducendo la capacità di percepire gli odori. Applicando Edta per via intranasale si mira a legare e rimuovere il calcio in eccesso, potenzialmente ripristinando la sensibilità dei recettori olfattivi.
Vitamina A: essenziale per la rigenerazione delle cellule sensoriali nell’epitelio olfattivo, la zona del naso responsabile della percezione degli odori. Agisce favorendo la riparazione dei neuroni olfattivi danneggiati.
Pea-Lut: è una combinazione di Pea (palmitoiletanolamide), un composto naturale con proprietà antinfiammatorie, e luteolina, un flavonoide con azione antiossidante e neuroprotettiva. Insieme, agiscono riducendo l’infiammazione a livello del sistema olfattivo e favorendo la rigenerazione dei neuroni.
Insulina intranasale: può migliorare la funzione olfattiva attraverso un’azione sul sistema nervoso centrale. L’insulina intranasale è una forma di somministrazione dell’insulina (lo stesso ormone usato per trattare il diabete) non per via iniettiva ma attraverso il naso. Quando inalata, può raggiungere direttamente il cervello, migliorando la funzione olfattiva, probabilmente attraverso lo stimolo dei neuroni olfattivi.
Farmaci biologici: sono particolarmente efficaci nei casi di rinosinusite cronica con poliposi nasale, consentendo talvolta di evitare l’intervento chirurgico. I farmaci biologici sono terapie avanzate a base di anticorpi monoclonali, ovvero proteine create in laboratorio che riconoscono e bloccano molecole specifiche coinvolte nei processi infiammatori, migliorando la respirazione nasale e in potenza ripristinando parzialmente o totalmente l’olfatto.
Consulenze gratuite in 30 centri
A giugno, dal 16 al 20 e dal 23 al 27, in circa 30 centri in tutta Italia sarà possibile effettuare consulenze gratuite per i disturbi dell’olfatto. Non serve l’impegnativa del medico ma è necessario prenotare al numero verde 800.424140, scegliendo il centro più vicino su www.mettiamocilnaso.it. L’iniziativa è promossa dalla della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale (SIOeChCF), con il patrocinio di FederAsma e Allergie e Respiriamo Insieme Aps.