In vacanza il pisolino non si nega a nessuno. Complice il caldo estivo, magari il bagno in mare e un buon pranzo, si è invogliati a concedersi un sonnellino pomeridiano. E la scienza approva, purché sia tra i dieci e i trenta minuti, per non compromettere il riposo notturno.
La siesta, alla spagnola, «è come un farmaco che migliora le prestazioni», spiega Jade Wu, psicologa del sonno e ricercatrice presso la Duke University, negli Stati Uniti. «Fare un pisolino può aiutarti a pensare in modo più chiaro, migliorare il tuo umore e la tua memoria». I giapponesi lo adorano, gli americani lo fanno regolarmente e i francesi lo utilizzano per migliorare il rendimento in ufficio, tanto che istituti di bellezza e day spa hanno creato spazi espressamente dedicati, i salon de sieste.

Un aiuto per il cervello
Già praticato da geni e statisti del passato, come Aristotele, Salvador Dalì, Leonardo, Albert Einstein e Margaret Thatcher, il pisolino apporta benefici documentati da decine di studi. Winston Churchill, l’uomo che sconfisse Hitler, teneva un letto in Parlamento e sosteneva che «quel benedetto oblio, anche se dura solo 20 minuti, è sufficiente a rinnovare tutte le forze vitali».
«Concedersi una parentesi di riposo potenzia la concentrazione e l’attenzione», spiega Rosita Melara, responsabile del Centro per i disturbi del sonno dell’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola (Modena). «Vale a maggior ragione per chi ha un sonno poco profondo e scarsamente ristoratore, come le persone che soffrono di sindrome delle apnee ostruttive notturne».

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Ma fare un buon pisolino è un’arte e può richiedere un po’ di pratica per essere padroneggiato. Ecco le istruzioni mutuate dalla letteratura scientifica.

L’orario giusto
Siesta deriva dal latino sexta e indica la sesta ora dal risveglio. «Il momento migliore per fare un pisolino è circa dalle sei alle otto ore dopo il risveglio al mattino», spiega Sara Mednick, professoressa di scienze cognitive all’Università della California. C’è un calo circadiano naturale nella prima metà del pomeriggio, perché i livelli dell’ormone cortisolo e altri segnali che aiutano a mantenersi vigili iniziano a diminuire.
Non ci si dovrebbe assopire troppo tardi durante la giornata, soprattutto se si soffre di insonnia la notte. «È come mangiare un dessert davvero grande prima di cena», dice la psicologa Wu, «Ti toglierà l’appetito». Quando si sente l’esigenza di un sonnellino intorno alle 19, meglio limitarsi a chiudere gli occhi per meno di cinque minuti, giusto il tempo di rilassarsi.

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La durata
È bene evitare di addormentarsi per un periodo lungo, cioè superiore a 30-45 minuti, per non incorrere nel rischio di alterare il normale ritmo sonno-veglia. «L’ideale sarebbe non addormentarsi più di 30 minuti», continua Melara. «Durate maggiori possono influire negativamente sulla qualità del sonno notturno».

L’assopimento
«Potresti non addormentarti durante il pisolino, o almeno potresti non pensare di averlo fatto, e va bene», continua Mednick. «Spesso siamo un po’ coscienti nelle prime fasi del sonno, ma è comunque un buon riposo, come documentato da studi recenti».

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