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Stiamo perdendo il buio. Da più di 150 anni le luci artificiali illuminano in maniera sempre più invasiva le notti sulla Terra, e rendono quasi invisibili stelle un tempo ben distinguibili a occhio nudo, come Sirio e Orione. A causa dell’incremento dell’urbanizzazione e della crescita incontrollata della quantità di fonti luminose che rischiarano a giorno edifici, strade, industrie e tutte le infrastrutture pubbliche e private, il nostro pianeta fotografato dallo spazio assomiglia ormai a un’enorme sfera che luccica in maniera inquietante nella notte cosmica.
Sulla scorta di una stima basata su dati raccolti dai satelliti, già nel 2016 il World Atlas of Artificial Sky Brightness, la pubblicazione che riporta le rilevazioni sull’inquinamento luminoso a livello globale, segnalava che tra il 18% e l’11% delle aree terrestri e lo 0,2% delle aree marine del pianeta erano interessate dalla light pollution, ed evidenziava come circa l’80% della popolazione mondiale non si addormentasse più sotto un cielo davvero buio (negli Stati Uniti e in Europa la percentuale sfiorava il 99%).
Ma non è tutto: la luce diretta, che è in eccesso soprattutto nei contesti urbani, viene ulteriormente diffusa dalle molecole e dallo smog presenti nell’atmosfera, creando un bagliore denominato effetto sky glow, che illumina lo spazio in ogni direzione e s’irradia anche all’interno delle nostre abitazioni.
Tartarughe e uccelli perdono la bussola
Con quali risultati? «L’inquinamento luminoso, che contribuisce anche all’aumento delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, ha già modificato gli equilibri di numerose specie vegetali e animali e sta compromettendo l’istinto riproduttivo, soprattutto negli insetti e in alcune creature crepuscolari, come pipistrelli e rapaci», spiega Johan Eklöf, zoologo e ambientalista svedese autore del saggio Elogio del buio (edito in Italia da Corbaccio). «Basti pensare che le tartarughe marine appena nate risalgono la spiaggia attratte dagli hotel illuminati anziché dirigersi verso il mare, che nelle serate di nebbia gli uccelli migratori girano in tondo disorientati accanto alle luci emesse d«i grattacieli, che in una sola notte d’estate circa 150 insetti muoiono folgorati da un unico lampione, compresi gli indispensabili impollinatori di piante selvatiche e coltivate, e che in alcune specie vegetali l’eccesso di luce è in grado di alterare la fotosintesi, mettendo così a rischio la vita stessa delle piante».
Le conseguenze anche sull’uomo
Non solo. «A fronte di effetti positivi mai o mal dimostrati, come la diminuzione della criminalità, la luce di notte ha effetti negativi anche sull’uomo», rimarca Fabio Falchi, fisico membro dell’IES Sky Glow Committee and Outdoor Night time Environment Committee, co-autore del primo World Atlas of Artificial Sky Brightness e presidente di Cielo Buio, l’associazione che opera in Italia per la tutela del cielo e dell’ambiente notturno. «Per esempio, stanno crescendo le evidenze sperimentali del fatto che la luce di notte possa essere una concausa dello sviluppo di alcuni tipi di tumore, come certifica uno studio pubblicato da Itai Kloog e altri ricercatori su Chronobiology International e nel quale si rileva una stretta correlazione fra l’esposizione alla luce notturna e l’incidenza di cancro alla mammella».
L’oscurità assoluta per la salute
C’è poi la pesante interferenza con il sonno, che indebolisce l’organismo e lo espone a maggiori rischi di malattie. «L’inquinamento luminoso è dannoso perché modifica il ritmo sonno-veglia, condizione che costituisce uno dei fattori di rischio per l’obesità, le malattie cardiovascolari, la depressione e l’ictus», spiega Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di Medicina del sonno dell’ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario di Neurologia all’Università Vita-Salute San Raffaele. «Questo perché il sistema immunitario, come quello cardiovascolare, necessitano di un congruo numero di ore di sonno (almeno sette-otto) per funzionare adeguatamente e l’esposizione alla luce artificiale porta a una riduzione dei tempi dedicati al riposo».
Al di là della predisposizione genetica di ciascuno a essere più gufo o più allodola, cioè a risultare più attivo di notte piuttosto che di giorno, «il ritmo sonno-veglia è fortemente influenzato dalla luce, che blocca il rilascio di melatonina, una sostanza che il corpo secerne con il buio e che favorisce il sonno», prosegue il neurologo. «Da anni ormai le nostre notti non sono mai completamente buie a causa dell’uso di cellulari e tablet nelle ore serali e per la presenza anche in camera da letto di schermi tv, orologi e sveglie digitali dotate di luci di cortesia. Se viene meno il buio, salta il meccanismo della melatonina ma, di fatto, basta anche una luce fievole, come ad esempio il riverbero di una strada illuminata che filtra da un’imposta socchiusa, per alterare l’andamento dei ritmi circadiani, interrompere il rilascio di melatonina e impedire un buon riposo. Il buio assoluto è quindi fondamentale per la nostra salute: meglio attivare la melatonina endogena, prima di ricorrere a integratori. Almeno un’ora prima di coricarsi bisognerebbe spegnere tutte le fonti luminose e, se non è possibile poi ottenere il buio totale, al limite può essere utile indossare una mascherina sugli occhi. Non ultimo, ogni volta che si può sarebbe utile abituarsi a ridurre la luminosità dei luoghi in cui si soggiorna, preferendo lampade regolabili o candele, che allenano gli occhi alla visione notturna». Con non pochi vantaggi per il benessere psicofisico, oltre che per la bolletta.
Dove vedere la Via Lattea
Oltre ai piccoli accorgimenti per ridurre l’inquinamento luminoso in casa propria, per evadere dalla light pollution cittadina si può organizzare un weekend o una vacanza in una struttura che consente di ammirare i cieli stellati, oppure viaggiare nelle aree, in Italia e all’estero, dove la notte è ancora buia, secondo l’International Dark Sky Association. Si tratta delle isole di Alicudi e Filicudi nelle Eolie, Montecristo nell’Arcipelago toscano, alcune aree dell’entroterra sardo, della Maremma e dell’arco alpino al confine fra Piemonte e Francia e fra Alto Adige e Austria. In Europa, la foresta di Davagh nell’Irlanda del Nord, la riserva delle Alpes Azur Mercantour nel sud della Francia, il parco nazionale di Snowdonia, nel Galles e l’isola di Rum, nelle Ebridi scozzesi. Mete più esotiche sono il deserto di Atacama in Cile, il parco nazionale di Joshua Tree in California, le pendici del vulcano Mauna Kea nelle Hawaii, le regioni centrali dell’Australia e della Siberia, oltre ad alcuni siti in Nuova Zelanda, Groenlandia e Alaska.


L’Antica Corte Pallavicina, resort a Polesine Parmense situato sulla golena del Po
La tendenza: il “nocturismo”
Con varie eclissi solari e lunari, tre super lune, diversi sciami meteorici e un’attività solare molto intensa, favorevole alle aurore boreali, il 2025 è un anno ideale per il “nocturismo”, tendenza di viaggio emergente che combina la bellezza degli scenari celesti con la tranquillità di strutture nella natura.
• Fra le mete italiane più richieste, a 2.055 metri di quota, c’è la Starlight room al Rifugio Col Gallina sul Passo Falzarego (info@starlightroom.it), uno scrigno vetrato da cui si abbraccia il panorama mozzafiato delle Dolomiti bellunesi.
• In alternativa, si può optare per gli Skyview Chalet fra i boschi di conifere sul lago di Dobbiaco, in Val Pusteria.
• È possibile anche prenotare le StarsBox in legno di Selucente, ad Alpisella di Garessio, sulle Alpi Liguri piemontesi: una volta sganciato il tetto, si esplora il firmamento sdraiati sul materasso matrimoniale al loro interno.
• Scendendo lungo la Penisola, l’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense è un relais in un maniero del 1300 sulla golena del Po, dove ci si addormenta sotto le stelle cullati dal canto del Grande fiume.
• Sul Lago di Bolsena, in provincia di Viterbo, anche le “bubble room” del glamping Le Perseidi, dotate di giardino privato e mini spa, assicurano un’esperienza indimenticabile a diretto contatto con la volta celeste.
• Sul Litorale Domizio, in provincia di Caserta, il villaggio Laghi Nabi offre spaziosi bungalow a filo d’acqua con aree esterne dove emozionarsi con la magia della notte.
• Per le astro-escursioni guidate in Italia ci si può rivolgere all’Unione Astrofili Italiani o all’Accademia delle Stelle, che dal 24 al 29 giugno organizza un soggiorno a 1.400 metri nel Grand Hotel delle Rocche a Rocca di Mezzo (L’Aquila).


Le bubble room del glamping Le Perseidi sul Lago di Bolsena
Orientarsi con le mappe delle tenebre
Secondo una ricerca pubblicata su Science, condotta grazie a 51.351 osservazioni della volta celeste effettuate in tutto il mondo fra il 2011 e il 2022 da Christopher Kyba, un fisico del Centro tedesco per le geoscienze di Potsdam, insieme ai colleghi statunitensi del team Globe at Night, la luce delle stelle sta perdendo intensità a causa dell’inquinamento luminoso, che aumenta al ritmo del 2% l’anno. Esiste anche un sistema di misurazione, chiamato Scala di Bortle e ideato dall’astronomo John E. Bortle nel 2001, che classifica tutte le aree del globo sulla scorta della luminosità del cielo notturno - inclusa la visibilità della Via Lattea e degli oggetti celesti - così come viene percepita dall’occhio umano, e quantificando l’incidenza dell’inquinamento luminoso in base a nove livelli: si va dalle zone con cieli perfettamente bui (Bortle 1), fino ai luoghi di livello Bortle 9, che corrispondono alle città e alle zone intensamente urbanizzate. Per verificare il grado di light pollution nell’area in cui si risiede, è possibile consultare la Scala di Bortle su diversi siti web, come lightpollutionmap.info, astrobackyard.com e OsservatorioMonteBaldo.it: basta inserire il nome della località per avere i risultati.