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Il loro passato è fatto di storie difficili, spesso drammatiche, e il loro presente di un percorso di integrazione nel Paese che li ha accolti, l’Italia. Ma c’è da scommettere che il prossimo 25 maggio tutto ciò a cui penseranno sarà dare il meglio in campo, in uno dei templi del calcio nazionale. Quel giorno, all’Allianz Stadium di Torino, infatti, il Real Refugees, squadra di giovani rifugiati che risiedono a Milano in diverse strutture d’accoglienza, giocherà contro una formazione composta dai migliori giocatori dell’Acsi football league, il più grande torneo amatoriale d’Italia. Nell’occasione la squadra sfidante sarà affiancata da ex professionisti del pallone del calibro di Antonio Cabrini, Sebastiano Rossi, Roberto Donadoni, Cristian Brocchi, Fabio Galante.
La onlus ha accolto circa 75mila bambini
La Partita del cuore, questo il nome dell’iniziativa a sfondo benefico, è promossa dall’Associazione Francesco Realmonte, ente del terzo settore (così vengono chiamate ora le onlus) fondato a Milano nel 2009, in memoria di Francesco Realmonte, che fu giurista e docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
La squadra del Real Refugees nasce all’interno del più ampio impegno sociale dell’associazione, attiva nell’ambito dell’educazione ai diritti umani, dell’integrazione e della cooperazione internazionale.
A tutt’oggi, solo per citare qualche numero, l’associazione ha sostenuto più di 1.400 insegnanti ed educatori, ha accolto circa 75mila bambini nei suoi laboratori sparsi in giro per il mondo e ha orientato al lavoro in Italia oltre 500 rifugiati.
A queste attività si affianca quella di supporto psico-sociale per rifugiati, minori e famiglie in difficoltà; quest’ultima viene svolta in collaborazione con il Master in Relazioni d’aiuto in contesti di vulnerabilità nazionale e internazionale della Cattolica.
La collaborazione con l’Università Cattolica
L’iniziativa Real Refugees è stata avviata in collaborazione con Cattolica per lo sport, la struttura universitaria che si occupa di ricerca applicata e formazione in ambito sportivo. La squadra ha esordito, con il primo allenamento, il 25 gennaio scorso.
A far diventare quello dei giovani rifugiati, provenienti da Paesi africani come Costa d’Avorio, Gambia, Senegal e Tunisia, un team competitivo, ci ha pensato un altro grande nome del calcio italiano, Filippo Galli. Insieme a lui ad allenare la squadra, che conta una rosa di venti giocatori, c’è Fadi Albitar, ex calciatore nella Serie A siriana e portiere della nazionale under 16 del Paese arabo, che all’Università Cattolica ha conseguito la laurea in Scienze motorie.
La metodologia adottata per gli allenamenti non si limita agli aspetti tecnici del gioco, ma integra attività educative e percorsi formativi mirati all’inserimento sociale. L’obiettivo del progetto, infatti, è quello di sviluppare nei ragazzi, attraverso lo sport, fattori di resilienza come l’apprendimento delle regole, la socializzazione e il rafforzamento emotivo.
La soddisfazione del mister Filippo Galli
È grazie al tavolo di lavoro di Cattolica per lo sport, a cui già partecipava, che Galli è entrato in contatto con l’Associazione Realmonte e il progetto Real Refugees. Spiega a BenEssere il difensore di quel Milan che a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta ha vinto cinque scudetti di serie A e tre Coppe dei Campioni: «Sono ragazzi che provengono da realtà differenti, con percorsi simili ma ognuno diverso dall’altro. La difficoltà, e allo stesso tempo la bellezza della sfida, è riuscire a relazionarsi con ciascuno di loro».


Alcuni giocatori della Real Refugees negli spogliatoi con (al centro) gli allenatori Filippo Galli e (seduto a terra) l'ex calciatore siriano Fadi Albitar
Com’erano i ragazzi a livello tecnico e atletico quando hanno cominciato questa avventura? «Anche da questo punto di vista ci sono delle differenze, ma la cosa stimolante è il desiderio di ognuno di loro di volersi migliorare e mettere a disposizione dell’altro».
Galli e Albitar sono coadiuvati da uno staff tecnico che proviene in gran parte dalla facoltà di Scienze motorie della Cattolica, compreso l’allenatore della squadra di calcio maschile dell’ateneo, Simone Mariano.
Se il calcio non è solamente sport e svago (e business) ma occasione di crescita, l’iniziativa Real Refugees sembra andare proprio nella direzione giusta. Sulla home page del sito di Galli campeggia questa frase del grande tecnico argentino Marcelo Bielsa: «Non si vive celebrando vittorie, ma superando sconfitte».