«Quando gioco a pallone, sento una grande responsabilità: voglio correre anche per i ragazzi che non possono farlo perché stanno combattendo contro un tumore, com’è successo a me». A dirlo è Giuseppe Galante, vent’anni, il calciatore senior della Sporting Warriors di Palermo, la squadra palermitana di giovani guariti dal cancro. È promossa con affetto e con passione dall’Associazione siciliana leucemie e tumori dell’Infanzia (Aslti - Liberi di crescere).
L’atleta più giovane ha 15 anni, ma tutti i giocatori hanno in comune l’avere già vinto fuori dal campo. Hanno sconfitto il cancro che li aveva colpiti quando erano bambini. «Questa squadra è stata la nostra rivincita sulla vita», continua Giuseppe. «Dopo la chemioterapia, la stanchezza si faceva sentire in maniera pesante. Bastava poco per non avere fiato. Eppure, dovevamo confrontarci con squadre di ragazzi che non avevano il nostro stesso percorso di vita: loro stavano bene, non erano debilitati dalle cure, ma noi volevamo essere competitivi. Sporting Warriors significa “guerrieri sportivi”, non potevamo che combattere. Oggi, dopo tanto allenamento e tante terapie, sono finalmente tornato me stesso. Sto bene, mi sento forte, sono felice».

“Liberi di crescere”
Il calcio è solamente una delle tante attività ideate da Aslti - Liberi di crescere e previste dal progetto Ricomincio da Me (nato a settembre del 2022 e finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali). «L’obiettivo è sostenere i ragazzi nella ripartenza dopo la malattia», spiega Ilde Vulpetti, direttrice dell’area operativa dell’associazione. «Il cancro ha interrotto la loro vita, li ha costretti a uno stop forzato e tornare alla normalità non è stato facile. Abbiamo pensato al calcio, anche perché molti di loro lo praticavano già prima della diagnosi».
Una volta formata la squadra, affidata agli allenatori Uefa B Giuseppe Furfari e Daniele Cacciato, sono state risolte le questioni logistiche. «I ragazzi vivono in varie province del territorio siciliano, per cui abbiamo optato per incontri di una domenica al mese a Palermo, in cui concentriamo una sessione di mental coaching, gli allenamenti sul campo, il pranzo comune e attività ludiche o culturali nel pomeriggio», spiega Vulpetti. Questo ha permesso di trasformare la squadra in una famiglia, sempre più affiatata, dove i ragazzi si scambiano esperienze, ricordi, racconti, emozioni. Nel gruppo c’è anche chi non ha mai vissuto l’esperienza della malattia, ma traina gli altri verso la piena normalità.

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Il terzo posto nel torneo
I risultati sportivi non sono tardati ad arrivare: fra questi, il terzo posto conquistato a giugno 2023 nel torneo Winners Cup di Milano, che ha riunito le formazioni delle oncoematologie pediatriche italiane e europee. «Quando ero senza capelli e senza sopracciglia, non ho mai perso il sorriso», racconta Giuseppe. «Certo, non mancavano i momenti di tristezza, ma continuavo a sfidare il mio linfoma, dicendogli: “Contro di me non ce la farai, sono più forte di te”. Sì, ho vissuto la malattia come una battaglia: abbiamo la capacità di affrontare quello che ci accade, dobbiamo crederci».
Per i ragazzi della Sporting Warriors, una grande occasione di socializzazione sono anche le settimane-campus estive, dove gli allenamenti di calcio si alternano alle escursioni. In queste giornate di ritiro, non mancano le confidenze fra ragazzi. «Due anni fa siamo stati a Pedara, in provincia di Catania», ricorda Giuseppe. «Una sera ho raccontato la mia malattia a due compagni di squadra e loro hanno fatto lo stesso con me. Alla fine, ci siamo abbracciati e abbiamo iniziato a piangere. Il nostro era un pianto di gioia, perché eravamo lì, perché ce l’avevamo fatta».

I ragazzi e le ragazze della Sporting Warriors di Palermo: condividere il duro percorso delle cure oncologiche e la vittoria sul tumore li ha resi uniti anche fuori dal campo
I ragazzi e le ragazze della Sporting Warriors di Palermo: condividere il duro percorso delle cure oncologiche e la vittoria sul tumore li ha resi uniti anche fuori dal campo

I ragazzi e le ragazze della Sporting Warriors di Palermo: condividere il duro percorso delle cure oncologiche e la vittoria sul tumore li ha resi uniti anche fuori dal campo

Gli fa eco suo padre, Salvatore Galante, 49 anni: «La Sporting Warriors è stata una boccata d’aria fresca anche per noi genitori. La malattia di un figlio fa sentire impotenti e toglie letteralmente il senso alle giornate. Vederlo nuovamente giocare, mentre scherza con i compagni, ci riempie il cuore. Tra l’altro, c’è stata anche una partita padri-figli: una serata indimenticabile, che ci ha fatto capire quanto sia importante restare attaccati alla vita».

Seguiti da un nutrizionista
Adesso, il nuovo traguardo è inserire un nutrizionista nel team, in modo da educare i ragazzi a un’alimentazione sana. «Può capitare di mettere su qualche chilo durante le terapie oncologiche», interviene Antonella Gugliuzza, presidente dell’associazione siciliana.
Nata nel 1982, Aslti onlus - Liberi di crescere è stata sempre in prima linea per vegliare sui bambini curati presso l’Oncoematologia pediatrica del Civico di Palermo. «Accanto ai medici, ci siamo impegnati per sostenere i piccoli pazienti con il gioco e il sorriso», conclude la presidente. «Dare serenità è un tentativo di farli guarire prima e meglio».

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