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I ragazzi e le ragazze della Sporting Warriors di Palermo, squadra supportata dall'Associazione Liberi di crescere, nata nel 1982 per sostenere i piccoli malati di tumore e le loro famiglie
Negli ultimi 40 anni si sono fatti progressi straordinari nella cura dei tumori pediatrici. Come riporta l’Airc, per quanto riguarda la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi, senza considerare i tumori cerebrali, in Italia si arriva quasi all’85%, superando la media europea di qualche punto percentuale. Ecco le neoplasie purtroppo più diffuse dalla nascita ai 19 anni.
Leucemie
Costituiscono circa il 33% dei tumori pediatrici e sono un gruppo di malattie caratterizzate da una crescita incontrollata di cellule che infiltrano il midollo osseo, dove sono prodotte tutte le cellule del sangue. Per le cure, fanno sperare i nuovi protocolli di chemioterapia e immunoterapia, il trapianto di midollo e la possibilità di ricorrere, in alcuni casi, alla terapia con le cellule Car-T.
Linfomi
Sono secondi per frequenza fino ai 14 anni. Ci sono due forme principali di linfoma, di Hodgkin e non Hodgkin: il primo tipo ha una maggiore frequenza nell’infanzia e fino all’adolescenza. Questi tumori partono dalle ghiandole linfatiche, i linfonodi, e il segno clinico più frequente è proprio il loro ingrossamento, più spesso a livello della regione del collo. Il cardine del trattamento è rappresentato dalla chemioterapia e, in casi selezionati, anche dalla radioterapia e dall’immunoterapia.
Sarcomi
Sono tumori rari che si possono distinguere in sarcomi dei tessuti molli, che prendono origine da muscoli, tendini, tessuti fibroconnettivali e vascolari, e tumori ossei, che prendono origine dai tessuti osteocartilaginei. Oggi si cerca di evitare gli interventi mutilanti grazie alla chemioterapia neoadiuvante.
Tumori maligni del sistema nervoso centrale
Sono le neoplasie solide più frequenti in età pediatrica e rappresentano circa il 20-22% dei tumori infantili. La maggior parte sono astrocitomi, medulloblastomi, gliomi ed ependimomi, di differente tipo istologico perché derivano da cellule diverse. La chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia sono i pilastri della cura.
Neuroblastoma
È un tumore maligno che talvolta può svilupparsi anche in epoca prenatale: origina dal tessuto nervoso, dislocato a livello della midollare del surrene e dei gangli del sistema nervoso simpatico. Sebbene sia raro, è comunque il tumore solido più frequente in età pediatrica dopo i tumori cerebrali e, al di sotto dell’anno di età, costituisce più del 50% delle neoplasie infantili. Le terapie combinano chirurgia, chemio e radioterapia.
Retinoblastoma
È la neoplasia maligna dell’occhio più frequente nel bambino. I sintomi sono la leucocoria (un riflesso biancastro visibile all’interno della pupilla), lo strabismo e l’edema palpebrale. Oggi la chirurgia può essere in molti casi sostituita dalla chemioterapia e da altre cure locali che non causano la perdita dell’occhio, come i trattamenti laser e la crioterapia, e ancora più recentemente la chemioterapia intrarteriolare.
Tumori renali
Sono tra le neoplasie solide più frequenti nei bambini. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta del nefroblastoma o tumore di Wilms, che interessa soprattutto i bambini al di sotto dei 5 anni. Chemioterapia e chirurgia, integrate dalla radioterapia in casi selezionati, sono i cardini del trattamento, che consente di guarire il 90% circa dei bambini.
Epatoblastoma
È il tumore maligno più frequente del fegato. In genere, il primo segno è il rilievo di una massa addominale, ma possono essere presenti all’esordio anche febbre, dolori e ittero. La chemioterapia, la chirurgia e in alcuni casi più complessi il trapianto di fegato costituiscono i cardini del trattamento.