Il nome scientifico è ascesso peritonsillare: si tratta di una raccolta di pus che si concentra in una camera, scavata ex novo da un batterio, al fondo della gola, nei tessuti che circondano le tonsille. Di solito capita solo da una parte, ma in casi rari può essere bilaterale.

​​​​​​Una complicanza della tonsillite
Questo ascesso compare in seguito a ripetute tonsilliti acute (infiammazioni delle tonsille) trascurate oppure curate con antibiotici che sono risultati inefficaci sul germe responsabile.

I sintomi
L’ascesso peritonsillare si manifesta con sintomi importanti, come:
• mal di gola, anche molto intenso;
• febbre alta (oltre i 39 °C);
• difficoltà a deglutire (spesso non si riesce neanche a bere);
• difficoltà a parlare e nei casi più seri ad aprire la bocca;
• alterazione della voce (chiamata hot potato voice, come se si avesse una patata bollente in bocca).

I rischi se non si interviene
Una volta formato l’ascesso, è difficile che gli antibiotici per bocca da soli riescano a risolvere la situazione e quindi è necessario un breve ricovero ospedaliero. Se l’ascesso non viene drenato, infatti, il rischio è che si rompa e non lo faccia trovando una via esterna (cioè in bocca), ma si sfoghi all’interno della muscolatura del collo (dove si trovano strutture delicate come nervi e vasi sanguigni), oppure che arrivi ancora più in basso alla zona del torace (mediastino) dove ci sono i grandi vasi che portano al cuore.

Serve un breve ricovero
In ospedale la persona viene idratata attraverso flebo e le vengono somministrati in vena antidolorifici, cortisonici (che riducono rapidamente l’infiammazione e il gonfiore) e un antibiotico a largo spettro. Inoltre, viene monitorata la respirazione che, nei casi più seri, può diventare difficoltosa.

Il drenaggio
Il ricovero è necessario anche per procedere al drenaggio dell’ascesso, in anestesia locale. L’intervento consiste nell’aspirazione del pus all’interno della formazione, con una siringa, e subito dopo in una incisione della parte per creare una via di uscita più significativa. In certi casi si procede anche a un lavaggio della zona con soluzione fisiologica. Il materiale asportato viene subito analizzato in laboratorio, per isolare il ceppo batterico che ha causato l’ascesso e individuare l’antibiotico più efficace per debellarlo.

Si sta subito meglio
Dopo poche ore dal drenaggio la persona sta meglio e in genere può tornare a mangiare e bere già il giorno dopo, e poi essere dimessa. Il taglietto (meno di un centimetro di lunghezza) al fondo della gola si cicatrizza da solo in tempi brevi.

Le cure da fare a casa
Tornata a casa, la persona proseguirà ancora una cura antibiotica per bocca e tornerà in ambulatorio per un controllo dopo 7-10 giorni circa dal drenaggio.

La tonsillectomia
Dopo un episodio di ascesso peritonsillare, una volta risolta la fase acuta, si consiglia al paziente di programmare l’intervento di asportazione delle tonsille. La predisposizione a tonsilliti ripetute, infatti, favorisce il riformarsi degli ascessi, costringendo la persona a frequenti cure antibiotiche che non giovano all’organismo. Asportando le tonsille, invece, il problema viene risolto alla radice.

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Testo raccolto da Nicoletta L. Bagliano