Ho ricevuto un bellissimo regalo: una scatola con sei vasetti di miele. Ho pensato che potrebbero tornarmi utili, visto che ogni inverno, purtroppo, devo fare i conti con una tosse fastidiosa, che spesso si accentua di notte impedendomi di dormire. Vorrei sapere cosa ne pensa la scienza di questo rimedio naturale e magari approfittare di un esperto di BenEssere per ampliare le mie conoscenze sui vari tipi di tosse. Grazie.
Maria C., Cremona

La risposta di Giulia Marchetti, professoressa ordinaria di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano e direttrice della clinica di Malattie infettive e tropicali all’ospedale San Paolo nel capoluogo lombardo

Gentile Maria, il miele è un ottimo alimento e, in assenza di allergie specifiche, è d’aiuto in caso di tosse provocata da un’infiammazione delle alte vie respiratorie, tanto che molti rimedi in vendita in farmacia (caramelle e sciroppi) contengono proprio il prodotto dell’alveare.
Un cucchiaino la sera prima di coricarsi, meglio se sciolto in una bevanda calda, può anche lenire il mal di gola, che spesso è associato alla tosse. Le proprietà antinfiammatorie, antibatteriche, lenitive ed espettoranti del miele sono note da tempo, e confermate anche nel 2021 da una revisione di studi pubblicata sul British Medical Journal, che conclude affermando che il prodotto delle api si dimostra utile per alleviare piccoli malanni di stagione come la tosse insistente (i migliori per combatterla sarebbero i mieli di timo ed eucalipto).
Il miele, quindi, è consigliato e ha pochissime controindicazioni. Devono fare attenzione le persone obese e con diabete, perché si tratta pur sempre di un alimento molto calorico e ricco di carboidrati, mentre devono evitarlo solo gli individui con un’allergia specifica e i bambini sotto i 12 mesi d’età, perché il loro sistema immunitario non è ancora pronto a combattere le eventuali spore di botulino che potrebbero trovarsi nel vasetto.

Mangiare sano

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Venendo alla seconda parte della sua domanda, provo a sintetizzare i punti principali su questo sintomo che, come lei, colpisce moltissime persone soprattutto nella stagione invernale.

Secca o grassa?
La tosse è l’espulsione improvvisa, violenta e quasi sempre involontaria di aria dai polmoni, un meccanismo fisiologico la cui funzione è quella di mantenere le vie respiratorie libere da oggetti estranei, compreso il muco in eccesso che si viene a formare quando la brutta stagione provoca infiammazioni alle vie aeree (rinite, laringite, faringite o bronchite).
Può essere principalmente di due tipi:
• secca, ovvero senza catarro, e viene definita da noi medici “non produttiva”;
• grassa, o “produttiva”, quando è accompagnata da emissione di muco.
In entrambi i casi il disturbo è di solito causato da virus, e solo in una minoranza di casi da batteri. Sia la tosse secca, sia quella grassa generalmente si risolve nell’arco di due-tre settimane, ovvero quando si guarisce da una delle malattie da raffreddamento che l’ha provocata.

Farmaci e altri rimedi
La tosse secca, persistente e fastidiosa, che spesso disturba il sonno notturno, può essere calmata con i sedativi della tosse, farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale, su quello periferico o su entrambi, per alzare la soglia del riflesso che fa tossire. Tra i principi attivi eficaci:
• destrometorfano
• dimemorfano
• pentossiverina
• oxolamina
• pipazetato
• butamirato
• dropropizina
• cloperastina
La tosse grassa si lenisce favorendo l’espulsione del muco che intasa le vie aeree. Ciò è possibile con due categorie di prodotti:
• espettoranti, a base di guaifenesina o guaiacolsulfonato, che liberano le vie aeree;
• mucolitici, come acetilcisteina, bromexina, carbocisteina, ambro­xolo, sobrerolo, neltenexina, che aiutano a sciogliere il catarro, rendendone più semplice l’espulsione.
È però importante ricordare che questi farmaci vanno assunti solo per brevi periodi, pochi giorni, e soprattutto dopo indicazione del medico.
Tra i rimedi non farmacologici ci sono il già citato miele, il mantenere l’aria di casa al giusto livello di umidità utilizzando un umidificatore e le inalazioni di vapore.

E gli antibiotici?
Gli antibiotici, invece, non sono efficaci nel trattamento della tosse da raffreddamento, in genere di origine virale. Soltanto se i sintomi peggiorano, se il catarro assume un colorito giallo-verdastro, se compare febbre che dura oltre cinque giorni, il medico potrebbe prescrivere un antibiotico, meglio se dopo aver verificato l’eventuale presenza di batteri con un tampone o un esame del sangue.

Quando non è un malanno di stagione
Se il sintomo permane oltre le quattro settimane, la tosse viene definita cronica e ha altre origini, e di conseguenza altri rimedi. Tra le cause più comuni rientrano:
• la Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva), malattia che colpisce soprattutto i fumatori;
• l’asma bronchiale;
• il reflusso gastroesofageo, che provoca tosse a causa della risalita dei succhi gastrici acidi verso l’esofago.
Per le prime due malattie i trattamenti sono analoghi e si basano su farmaci broncodilatatori e corticosteroidi inalatori, che spengono l’infiammazione, mentre il reflusso gastroesofageo si controlla con gli inibitori della pompa protonica.