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Paola Formica
Nel condominio accanto al mio hanno trovato la legionella e i vicini sono in fibrillazione. La prossima settimana faranno i controlli anche nella mia casa e ho paura che le acque siano contaminate. In che modo è possibile prevenire l’infezione? E nel caso ci si ammali, cosa si può fare?
Angela M., Lumezzane
La risposta di Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio e professore associato di Igiene generale e applicata all’Università degli Studi di Milano
La legionella (Legionella pneumophila) è un batterio in grado di sopravvivere nell’acqua stagnante ad alte temperature, che si trasmette per via aerea (impianti di aerazione compresi). L’infezione alle vie respiratorie causata dalla legionella è una malattia nota con il nome di legionellosi.
La temperatura ideale per la crescita del batterio è tra i 35 e i 37 °C. Al di sotto dei 25 °C diventa dormiente, mentre intorno ai 45 °C cessa di moltiplicarsi.
Il microrganismo è veicolato da piccole particelle d’acqua nebulizzate (aerosol) e può essere facilmente inalato attraverso le mucose delle prime vie respiratorie.
Il bacillo è responsabile della legionellosi, che si può manifestare attraverso due malattie distinte:
• febbre di Pontiac: molto simile ad un’influenza, si risolve spontaneamente entro due-cinque giorni, quindi è raramente identificata;
• legionellosi (malattia del legionario): è una polmonite che comporta febbre, tosse, dolori muscolari e, in alcuni casi, difficoltà respiratorie e altri sintomi più gravi.
La Legionella pneumophila è sicuramente la specie dei batteri legionella più pericolosa per l’uomo e continua a suscitare tutt’oggi grande attenzione clinica in quanto causa di gravi infezioni all’apparato respiratorio. In alcuni casi può provocare, infatti, polmoniti con esito fatale soprattutto nei soggetti più vulnerabili e quindi a rischio come gli anziani o gli immunocompromessi.
I casi in aumento
La maggior parte dei casi di legionellosi si registra principalmente in ambito ospedaliero e nelle Rsa, dove sono previste indicazioni operative specifiche di intervento in caso di infezione. Al contrario, mancano linee guida adeguate alle abitazioni civili, con una conseguente sottostima dell’incidenza a causa di una rilevazione spesso non ottimale.
Gli ultimi dati notificati dall’Istituto superiore di sanità, che risalgono al 2022, riportano in Italia complessivamente 3.111 casi di legionellosi, con un’incidenza pari a 51,9 casi per milione di abitanti e un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Di questi, 3.039 sono stati classificati come “casi confermati” e 72 come “casi probabili”. Il 77% dei casi è stato notificato da sei Regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lazio e Piemonte e il restante 23% dalle rimanenti 15 Regioni e Province Autonome.
Inoltre, in base alla distribuzione per età, oltre il 70% delle persone colpite ha almeno 60 anni con una prevalenza del 68,1% negli uomini. L’incidenza aumenta al crescere dell’età raggiungendo il valore massimo di 169,7 casi per milione di abitanti nella fascia di età pari o superiore a ottanta anni.
Diagnosi e cure
Per effettuare la diagnosi di legionellosi in pazienti con segni e sintomi di infezione respiratoria e differenziarla da altre infezioni respiratorie, è indicato eseguire:
• esame radiologico del torace (radiografia, Tac);
• ricerca su campione di urine di antigene solubile di Legionella pneumophila;
• esame colturale per legionella su campione respiratorio (espettorato, lavaggio bronchiale).
Inoltre, la diagnosi dell’infezione prevede l’analisi di campioni di espettorato o liquido polmonare mediante coltura per l’isolamento e l’identificazione batterica. Può essere eseguita la PCR (reazione a catena della DNA polimerasi) per amplificare il DNA batterico e facilitare il rilevamento del batterio. Infine, l’antigene urinario consente di individuare la Legionella pneumophila, responsabile della maggior parte delle infezioni, ma non rileva altre specie del genere Legionella.
In caso di infezione conclamata, si procede con una terapia antibiotica specifica rappresentata da un fluorochinolonico (levofloxacina o moxifloxacina) o da un macrolide (azitromicina), oltre che trattamenti di supporto respiratorio e antinfiammatori.
La prevenzione
L’infezione da legionella avviene mediante inalazione di aerosol infetto (ovvero liquido nebulizzato in un mezzo gassoso). Non è mai stata dimostrata la trasmissione tra esseri umani.
La legionella è naturalmente presente nell’ambiente e all’interno delle tubature; l’acqua è infatti l’habitat ideale per lo sviluppo e la proliferazione del batterio. A favorire la crescita batterica sono i fenomeni di incrostazioni e i depositi calcarei, l’usura dovuta alla corrosione e le ostruzioni nelle tubazioni idriche, nonché la presenza di condizioni di ristagno (serbatoi di accumulo acqua e boiler). Per prevenire la diffusione della legionellosi è bene effettuare controlli periodici degli impianti di aerazione e del sistema idrico.
In particolare:
• accurata pulizia e disinfezione dei filtri dei condizionatori e degli umidificatori del proprio appartamento;
• revisione periodica dell’impianto di aria condizionata della propria automobile;
• scegliere impianti di produzione istantanea dell’acqua calda;
• disinfezione periodica di scaldabagni e tubature;
• decalcificazione periodica dei rompigetti dei rubinetti e dei diffusori delle docce;
• sostituzione delle guarnizioni e di altre parti usurate degli impianti idrici.
In contesti di rischio, prima di fare la doccia, lasciare scorrere l’acqua calda prima dell’utilizzo, così da non inalare eventuali vapori nocivi. Attenzione anche a terme e piscine.