Buongiorno, ho letto che in Italia sono in aumento i casi di morbillo. Io non ricordo di avere avuto il morbillo da piccolo. Dovrei fare il vaccino? È pericoloso se per caso l’ho avuto? Quali sono gli effetti collaterali?
Marco M., Milano

La risposta di Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene dell’Università di Firenze e coordinatore scientifico del board del Calendario vaccinale per la vita

La vaccinazione si può fare a qualunque età. Un adulto che non è mai stato vaccinato e non ha memoria di avere avuto la malattia può recarsi a un ambulatorio vaccinale e richiederla. Se pure per errore una persona vaccinata o che ha avuto il morbillo si vaccinasse nuovamente, non correrebbe alcun rischio.
Come tutti i farmaci, anche il vaccino contro il morbillo (disponibile nella formulazione Mpr, morbillo-rosolia-parotite, o Mprv, con in più la varicella) può comportare alcuni effetti indesiderati, che sono noti e mai di particolare rilievo. Il più comune e innocuo riguarda il 5% circa dei vaccinati, consiste nell’insorgenza di febbre a distanza di una settimana o dieci giorni dalla somministrazione, dovuta alla moltiplicazione dei virus attenuati contenuti nel vaccino.

Il più raro è lo shock anafilattico, con una frequenza di circa due casi su un milione, evento comune a qualunque farmaco ma mai pericoloso per la vita, perché la vaccinazione si effettua in ambiente medico, dove si risolve immediatamente con l’adrenalina.
In un caso su 30mila, il vaccino provoca porpora trombocitopenica idiopatica, che consiste in una riduzione della concentrazione delle piastrine nel sangue e si manifesta con la comparsa di petecchie, cioè piccole macchie rosse. È un problema temporaneo, che si risolve. Va detto che l’infezione da morbillo provoca porpora trombocitopenica idiopatica dieci volte più frequentemente, in un caso su tremila.
Per quanto riguarda il rischio di encefalite, che colpisce in un caso su mille nel morbillo naturale, non è stato rilevato un aumento dopo la vaccinazione rispetto alle persone non vaccinate.
Complessivamente, il rischio di effetti indesiderati a seguito della vaccinazione è enormemente inferiore al rischio di conseguenze gravi e morte dell’infezione da morbillo. Prima che la vaccinazione venisse introdotta su larga scala, nel mondo ogni anno il morbillo mieteva più di due milioni di vittime. Oggi le vittime sono 120-130mila all’anno nei non vaccinati.
Poiché il vaccino contiene virus vivi attenuati, le persone che si trovano in una condizione di immunodeficienza innata o acquisita non possono riceverlo.

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È molto importante, quindi, che almeno il 95% della popolazione sia vaccinata, condizione indispensabile per arrestare la circolazione del virus, in modo tale da proteggere dal rischio di infezione anche le persone che per ragioni mediche non possono vaccinarsi. In Italia sono presenti diverse sacche di popolazione suscettibili all’infezione: gli adulti nati prima che il vaccino fosse introdotto o usato correttamente su larghissima scala, e che non hanno avuto il morbillo; i bambini di età inferiore all’anno, che ancora non hanno ricevuto la prima dose di vaccino, e quanti non sono stati vaccinati per motivazioni ideologiche o esitazione delle famiglie. In queste condizioni, il virus può ancora circolare nel nostro Paese e raggiungere e infettare chi è suscettibile.
Va rammentato che contrarre il morbillo vuol dire rischiare complicanze gravi. Tra gli adulti, più del 50% finisce in ospedale, uno su mille muore e l’infezione lascia il sistema immunitario debilitato per molti mesi, con pericolo di contrarre in modo grave altre infezioni, tra cui è temibile soprattutto la polmonite.