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Paola Formica
Ho letto sull’ultimo numero di BenEssere l’interessante articolo sulle piante utili a dormire e avrei alcune domande per l’esperto che avete coinvolto, il professor Biagi. Quali sono le proprietà benefiche dell’arnica e dell’artiglio del diavolo? Contro quali problemi risultano efficaci? E per quanto tempo dev’essere protratta la loro assunzione? Grazie.
Michela Merli
La risposta di Marco Biagi, docente di Biologia farmaceutica presso l’Università di Parma e responsabile del gruppo di lavoro su regolatorio e sicurezza dei prodotti vegetali della Società italiana di fitoterapia
Gentile lettrice, l’arnica è una pianta medicinale molto preziosa, da tutti i punti di vista. Quella vera può essere raccolta solo da persone qualificate e autorizzate in montagna (i fiori si raccolgono in estate) e non ha nulla a che vedere con piante, anche loro definite impropriamente arniche, che sono però coltivate in Cina o in Messico (come si riconoscono? Dal prezzo!).
In crema o gel per uso esterno
È una pianta medicinale molto nota e studiata e viene utilizzata, in creme, gel o altre preparazioni per uso esterno, nel caso di contusioni, per ridurre edema e infiammazione nel caso di dolori muscolari o distorsioni. L’efficacia dell’arnica è ben documentata dalla ricerca internazionale, ma ovviamente tutto dipende dal prodotto.
Si usa solo su pelle integra e solo per uso esterno (mai per bocca, a patto che non si usino preparazioni omeopatiche che sono però un capitolo a sé stante), perché contiene molecole molto attive che potrebbero portare a effetti collaterali.
Attenzione ai dosaggi dei principi attivi
Attenzione alle formulazioni: in commercio esistono medicinali veri e propri che contengono arnica, venduti in farmacia e parafarmacia, che hanno un contenuto stabilito di principi attivi e poi esistono prodotti non farmaceutici che contengono concentrazioni di principi attivi molto variabili, dove non sempre i numeri sono semplici da leggere: un estratto molto diluito che contiene pochissima arnica, anche se è il principale ingrediente, contiene comunque pochi principi attivi; impossibile a priori capirne qualità ed efficacia, per cui il medico, il farmacista o l’erborista sono figure di riferimento per orientarsi.
L’arpagofito utile per le articolazioni
L’arpagofito, o artiglio del diavolo, è invece una pianta medicinale proveniente dall’Africa, di cui si sfruttano le radici. Si utilizza sia per uso interno (in Italia è presente in molti integratori alimentari) sia per uso esterno.
A uso cutaneo si usa spesso in maniera simile all’arnica, per contusioni e infiammazioni localizzate (ha una minore potenza su edema e infiammazione acuta, però), ma ha maggiore propensione a proteggere anche le articolazioni e le strutture cartilaginee, come riportano l’Agenzia europea per i medicinali e l’Organizzazione mondiale della sanità e per questo si usa nelle condizioni lievi o come complemento nelle infiammazioni articolari. Nelle preparazioni cutanee l’arpagofito non disdegna la compagnia di altre piante che agiscono in sinergia, come la boswellia o altri protettori naturali delle cartilagini.
Anche a uso interno l’artiglio del diavolo si utilizza per le infiammazioni osteoarticolari più lievi. Il principio attivo più importante per l’effetto biologico è l’arpagoside e gli integratori di migliore qualità ne indicano il contenuto.
Efficacia garantita dopo 1-4 settimane
La sua ultima domanda era per quanto tempo si usano i prodotti. A uso esterno, l’arnica si applica fino a un massimo di sette-dieci giorni, fino all’auspicata riduzione dell’infiammazione.
L’artiglio del diavolo, nel caso di problemi osteoarticolari si può usare per periodi più lunghi, fino a quattro settimane, anche se è importante sempre farsi guidare da un professionista e in particolare il proprio medico curante.







