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L’attività fisica non è solo una buona abitudine, è una vera e propria medicina, tanto che la scorsa estate in Senato è stato presentato un Disegno di legge per dare la possibilità a pediatri, medici di medicina generale e specialisti di inserire lo sport nella ricetta medica, in modo che le famiglie possano usufruire delle detrazioni fiscali.
L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di praticare almeno 150 minuti di attività fisica moderata o intensa alla settimana, ma il consiglio è poco seguito, soprattutto in Italia, dove solo il 48% degli adulti risulta attivo (secondo il servizio di sorveglianza PASSI, Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia).
L’importante, ribadiscono i medici, è praticare attività fisica con regolarità (l’ideale sarebbe addirittura tutti i giorni). Ma ora da un ampio studio internazionale pubblicato sulla rivista Circulation arriva una buona notizia per chi è molto impegnato con il lavoro e la famiglia e non trova tempo da dedicare allo sport: concentrare i 150 minuti e più di esercizio fisico raccomandato nel weekend assicura molti benefici rispetto alla sedentarietà e di poco inferiori a confronto del movimento regolare.
L’indagine su 90mila adulti
Il team di ricercatori ha analizzato i dati provenienti dalla Biobank del Regno Unito relativi a quasi 90mila adulti (età media: 62 anni) che indossavano un dispositivo da polso per registrare il livello di attività fisica svolto. Nell’indagine, i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: quello degli inattivi comprendeva sia i sedentari assoluti sia chi praticava meno di 150 minuti settimanali di sport; nel gruppo dei regolari era inserito chi svolgeva 150 minuti o più di esercizio distribuito nel corso della settimana; il terzo raggruppamento, definito “guerrieri del weekend”, annoverava coloro che concentrano nel sabato e domenica le almeno due ore e mezza di attività settimanale raccomandata.
Minore rischio di diabete e ipertensione
I risultati non lasciano dubbi: rispetto agli inattivi, sia i regolari sia i guerrieri del weekend presentavano minori rischi di incorrere in oltre 200 tipi di malattie. Le evidenze più forti si sono registrate nelle condizioni cardiometaboliche: il diabete, con rischi inferiori del 43% e del 46% su una media di sei anni con l’attività fisica svolta nel fine settimana e quella regolare rispettivamente, e l’ipertensione, con rischi inferiori del 23% e del 28% rispettivamente.
Già nel 2022 uno studio condotto su un campione di 28mila adulti della popolazione sudcoreana aveva dimostrato i benefici dell’attività fisica nel weekend nei confronti della sindrome metabolica, mentre nel 2024 il British Journal of Sports Medicine ha pubblicato una ricerca dalla quale emerge una sostanziale riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause negli sportivi del fine settimana a patto che le sessioni di esercizio durassero almeno 30-60 minuti.
«È noto che l’attività fisica influisce sul rischio di molte malattie», ha dichiarato Shaan Khurshid, membro di facoltà del Demoulas Center for Cardiac Arrhythmias del Massachusetts General Hospital di Boston e coautore dello studio su Circulation. «Qui dimostriamo i potenziali benefici dell’attività dei guerrieri del fine settimana sul rischio non solo di malattie cardiovascolari, come già evidenziato in passato, ma anche di malattie future che abbracciano l’intero spettro, da condizioni come le malattie renali croniche ai disturbi dell’umore e altre».