«Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce», scriveva il filosofo francese Blaise Pascal. L’amore in effetti fa palpitare il cuore, così come l’ansia, lo stress, la febbre, gli sforzi fisici o un caffè di troppo. Ma i cardiologi si preoccupano quando in maniera costante ne risultano alterati la frequenza e il ritmo, perché potrebbero essere segnali di disfunzioni cardiache o sintomi di altre malattie.
Il metodo per monitorare l’attività del nostro muscolo più importante è sottoporsi periodicamente a un elettrocardiogramma, un esame semplice e non doloroso, che però richiede la presenza in un ambulatorio medico attrezzato.
Non che le indagini specialistiche tradizionali possano essere soppiantate da test fai da te, ma oggi ci si può fare un’idea molto attendibile di come sta andando il cuore grazie a un’ampia gamma di oggetti di uso comune, come orologi, cerotti, perfino gioielli. «La progressiva miniaturizzazione dei componenti elettronici ha permesso di integrare sensori e processori in quasi tutti gli oggetti di uso quotidiano, rendendoli intelligenti e sempre connessi alla rete», spiega Giulio Pompilio, direttore scientifico del Centro cardiologico Monzino di Milano. «Così, grazie a vari dispositivi indossabili, chiamati in inglese wearable device, possiamo controllare il cuore anche senza l’intervento medico».

Orologi intelligenti
Fra gli strumenti più popolari ci sono gli smartwatch, orologi evoluti che riescono a monitorare diversi dati sulla forma fisica, come i passi compiuti, le calorie bruciate e, appunto, la frequenza cardiaca. Per farlo si avvalgono di una tecnologia chiamata fotopletismografia: in pratica, un sistema di luci e sensori rileva la quantità di sangue che scorre nel polso in un determinato momento, stimando i battiti al minuto.

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Le ciliegie possono proteggere il cuore

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«Grazie a questa registrazione, lo smartwatch può avvisare l’utente di eventuali anomalie, inclusi episodi di fibrillazione atriale o altre aritmie che spesso non sono note», evidenzia il cardiologo. «Alcuni orologi permettono anche la registrazione dell’elettrocardiogramma, che successivamente può essere condiviso con il medico per una valutazione approfondita».
I modelli più affidabili sono quelli corredati da fascia toracica, che va posizionata a diretto contatto con il corpo, all’altezza dei pettorali, e contiene un sensore che trasmette i dati allo smartwatch o, in alternativa, ad altri dispositivi compatibili, come smartphone, tablet, computer da bicicletta, tapis roulant e altre attrezzature per il fitness. «Chi pratica sport preferisce spesso gli smartband, bracciali più semplici, compatti e leggeri rispetto agli orologi per garantire il massimo del comfort», riferisce Pompilio.

Un misuratore al dito
Per le occasioni eleganti lo smartwatch non è abbastanza chic? Ecco che si può optare per anelli (del tutto simili a quelli della gioielleria e disponibili in tutte le misure) che offrono la comodità di un monitoraggio continuo della frequenza cardiaca con pochissimo ingombro, peso irrisorio e senza la necessità di dover essere ricaricati ogni giorno, perché la batteria ha una durata superiore rispetto a quella dei colleghi smartwatch.
Famosi come smart ring, questi anelli sono in grado di connettersi al cellulare e di solito permettono anche attività utili nella vita quotidiana, come effettuare pagamenti contactless. «Oppure ci sono degli auricolari, denominati hearables, che tracciano l’attività elettrica del cuore beneficiando della variazione dei vasi sanguigni nell’orecchio durante la contrazione e la dilatazione cardiaca», spiega lo specialista.

I cerotti che contano i battiti
Al polso si possono indossare anche misuratori della pressione, che consentono pure di monitorare la frequenza cardiaca e, nelle versioni più moderne, rilevano i battiti irregolari. «In linea di massima, i modelli da polso sono meno attendibili rispetto a quelli da braccio, salvo rare eccezioni», commenta Pompilio. È fondamentale scegliere un prodotto validato: significa che deve aver ricevuto una certificazione di precisione assoluta, paragonabile ai misuratori manuali usati dai medici. Per facilitare la scelta, sul sito www.stridebp.org è possibile trovare l’elenco degli strumenti attualmente validati.
«Da poco sono arrivati in commercio anche dei patch, progettati per aderire con precisione alla pelle come grandi cerotti, che possono monitorare continuamente il battito cardiaco dei pazienti per un periodo fino a 14 giorni, permettendo di diagnosticare aritmie presenti sporadicamente, come la fibrillazione atriale», illustra il cardiologo.

La T-shirt intelligente
Un’altra soluzione è costituita dai nano-sensori integrati nelle fibre tessili. È il caso della t-shirt utilizzata dal Centro cardiologico Monzino durante la pandemia da Covid-19, quando era stato attivato un innovativo servizio per monitorare a distanza la salute cardiorespiratoria dei pazienti dimessi dall’ospedale con polmonite da SARS-CoV-2 e che oggi si è evoluto come monitoraggio cardiorespiratorio in remoto per i cardiopatici. «Come una seconda pelle elettronica, la speciale t-shirt è dotata di piccolissimi conduttori cuciti all’interno del tessuto, che monitorano la frequenza cardiaca di chi indossa la maglietta ed esegue un elettrocardiogramma continuo, associato al monitoraggio del sonno non invasivo, sostituendo la polisonnografia», descrive Pompilio. Rispetto a orologi, bracciali, anelli e auricolari, questi abiti intelligenti ovviamente non si possono acquistare online o nei negozi di tecnologia, ma vanno ritirati presso centri medici specializzati e all’avanguardia.

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I dispositivi indossabili non sostituiscono il medico
L’automonitoraggio cardiaco ha una serie di vantaggi, perché consente alle persone di avere maggiore consapevolezza del proprio cuore e aumenta la partecipazione dei pazienti ai percorsi di prevenzione e cura. «I dispositivi indossabili sono utili per verificare un’ipotesi diagnostica oppure per individuare un problema prima che si manifesti, quindi hanno tutto il potenziale per salvare vite», ammette Giulio Pompilio, direttore scientifico del Centro cardiologico Monzino di Milano.
Unica raccomandazione: non diventare ossessivi. La mania del controllo sulla propria salute rischia di scatenare paura o nevrosi. Un recente studio condotto dall’University of North Carolina e pubblicato sul Journal of the American Heart Association ha mostrato che utilizzare gli smartwatch può amplificare l’ansia e aumentare il ricorso al medico nei pazienti con fibrillazione atriale. «Questi strumenti non permettono di capire cos’ha il nostro cuore, tuttavia possono accendere un campanello d’allarme, prezioso, ma sempre da verificare con lo specialista», specifica l’esperto.