PHOTO
Una tira l’altra, ricorda il detto popolare, e va bene così. Le ciliegie sono tra i vegetali smart, con un’azione intelligente sul nostro organismo. Tanto per cominciare, l’Università americana di Harvard, in base a una serie di studi, le ha inserite tra i cibi che potrebbero contribuire ad abbassare l’infiammazione cronica, condizione che è associata all’invecchiamento e a patologie come Alzheimer, cancro e aterosclerosi.
Responsabili potrebbero essere, insieme ad altri composti, le antocianine. Numerosi studi hanno approfondito e indagato il ruolo di questi pigmenti, che donano il bel colore alla polpa, e i risultati sembrano dire che una dieta ricca di antocianine sia utile in particolar modo per la prevenzione cardiovascolare.
Un frutto così piccolo racchiude un patrimonio tanto grande, altro che peccato di gola. Con una manciata si apporta al corpo acqua, carboidrati semplici, fibre, minerali come potassio, fosforo e magnesio. Tra le vitamine spicca l’acido ascorbico, noto come vitamina C.
Le ciliegie sono di stagione in Italia nei mesi di maggio e giugno.
Valori nutrizionali
(per 100 grammi di parte edibile)
Le ciliegie sono indicate perfino nelle diete dimagranti, perché soddisfano la voglia di dolce e hanno un contenuto energetico modesto. Ci sono appena 40 calorie in 100 grammi.
• Energia: 40 kcal
• Acqua: 86,2 g
• Zuccheri solubili: 9 g
• Carboidrati disponibili: 9 g
• Fibra totale: 1,3 g
• Proteine: 0,8 g
• Lipidi: 0,1 g
Le fibre
La fibra delle ciliegie è per lo più solubile. Tale tipologia è utile a promuovere la salute dell’organismo, in primis dell’intestino. Una delle motivazioni è la capacità dei batteri di nutrirsene, producendo composti con probabili attività antinfiammatorie e antitumorali (acidi grassi a corta catena).
Vitamina C
Le proprietà delle ciliegie dipendono dal cocktail delle loro sostanze, tra cui spicca la vitamina C che, come è noto, contribuisce a innalzare le barriere immunitarie e possiede proprietà antiossidanti.
Antitumorali?
Le ciliegie contengono composti fenolici, i derivati dagli acidi idrossicinnamici, che sembrano mostrare un ruolo antiproliferativo nei confronti di cellule tumorali. I risultati derivano da studi di laboratorio (da confermare sull’uomo), ma si aggiungono ai motivi per incoraggiarne il consumo.
La porzione
La porzione standard, di 150 grammi, è pari all’incirca a una ventina di ciliegie, ma è meglio che ognuno si regoli da sé perché uno degli zuccheri che contiene la polpa, il sorbitolo, dà effetti lassativi anche a dosi modeste.
Gli abbinamenti
La vitamina C impedisce l’ossidazione del ferro durante la digestione e perciò aumenta la disponibilità del minerale detto “non eme” (caratteristico dei vegetali ma presente anche in carne e pesce). Concludere con le ciliegie, ricche della vitamina, fa assimilare più ferro dagli alimenti del pasto.
Italia al top
Il ciliegio dolce da frutto, Prunus avium, appartiene alla famiglia delle Rosacee. Il ritrovamento di noccioli di ciliegio in un’area compresa fra il Mar Nero e il Mar Caspio, tra resti preistorici, ne testimonia le origini antichissime. Ad oggi l’Italia è il principale Paese produttore d’Europa, con una coltivazione prevalentemente diffusa in Puglia, Campania, Emilia-Romagna e Veneto.