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Paola Formica
È quanto dobbiamo pagare direttamente per le visite specialistiche, gli esami e le cure erogati dal Sistema sanitario nazionale. Il valore massimo del famigerato ticket è attualmente di 36,15 euro per ricetta. Per qualcuno non è un problema, ma per molti sì. Tanto che quando il sistema dei ticket sanitari è stato introdotto, più di 40 anni fa, si è deciso di definire anche quali categorie di malati sarebbero stati dispensati dal pagarlo.
Si ha diritto all’esenzione dal ticket in base a:
• livello di reddito;
• età;
• presenza di patologie croniche o rare;
• gravidanza;
• se si è in una condizione di invalidità;
• in alcune circostanze quali la partecipazione a diagnosi e test all’interno di programmi di medicina preventiva.
Per gli accessi ai pronto soccorso, il ticket è pari a 25 euro per le prestazioni classificate con codice colore bianco, vale a dire non urgenti, o non seguite da ricovero, ma in questo caso, oltre agli esenti ticket per reddito, invalidità e patologie, sono esentati dal pagamento anche i minori di 14 anni.
L’iter per ottenere l’esenzione è abbastanza semplice, salvo alcune eccezioni, per esempio quando si è affetti da una patologia rara, condizione che già implica un lungo percorso per arrivare a una diagnosi certa e un piano terapeutico. Una premessa è d’obbligo: la sanità in Italia è una materia di competenza regionale, lo Stato fissa le norme generali, ma ogni Regione gode di un margine di autonomia su come applicarle, dunque anche per i ticket e le relative esenzioni ci può essere qualche differenza tra una Regione all’altra.
Situazione economica
Il codice che identifica la condizione che solleva il paziente dal pagamento del ticket è riportato sulla ricetta dal medico curante, dopo la verifica dell’iscrizione in una lista di esenzione regionale. Il più comune è l’E01. È riservato a cittadini minori di sei anni o maggiori di 65 anni, appartenenti a un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 36.151,98 euro l’anno. L’esenzione E01 è certificata ogni anno dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che iscrive gli aventi diritto nella lista fornita dall’Anagrafe regionale. L’attestato di esenzione si può trovare nel Fascicolo sanitario elettronico. Chi non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi (per esempio chi ha un reddito annuo pari o inferiore a ottomila euro) o ritiene di avere diritto all’esenzione ma non è stato inserito nella lista, può fare un’autocertificazione, da consegnare alla propria Asl territoriale o da compilare all’interno del Fascicolo sanitario elettronico nelle Regioni in cui è attivo il servizio (la maggior parte).
Al di fuori di quelle fasce d’età, hanno diritto all’esenzione totale dal ticket per tutti gli esami, visite e cure specialistiche erogate dal Sistema sanitario nazionale i disoccupati e chi percepisce una pensione sociale o al minimo, e i loro familiari a carico, quando il reddito familiare è inferiore a 8.263,31 euro annui, incrementato a 11.362,05 euro se con coniuge a carico e di altri 516,46 euro per ogni figlio a carico; i codici d’esenzione nazionali per queste categorie sono E02, E03, E04.
Tra le amministrazioni che hanno introdotto regole specifiche riguardo alle esenzioni per reddito ci sono quelle della Lombardia e della Provincia autonoma di Bolzano, dove l’esenzione è riconosciuta ad alcune fasce di reddito aggiuntive rispetto alle soglie nazionali; mentre in Toscana si è ampliata la platea di disoccupati, cassintegrati e lavoratori in mobilità, introducendo come parametro l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) con soglia a 18mila euro.
Sono iniziative che in parte pongono rimedio al mancato aggiornamento delle soglie reddituali di esenzione. Un problema che è andato ampliandosi con il passare degli anni. Spiega Alessandro Donelli, del dipartimento Politiche sanitarie e sociosanitarie della Federazione nazionale pensionati Cisl: «Il codice di esenzione E01 ha una soglia di reddito che non è stata modificata dal 2001. Ma le pensioni si sono adeguate, almeno in parte, all’inflazione, col risultato che la platea di pensionati legittimati al beneficio è diminuita. Alcune Regioni, come la Lombardia, che ha portato la soglia a 38.500 euro, o la provincia autonoma di Bolzano, che l’ha portata a 40mila euro, si sono adeguate, ma sono due Regioni su venti».
Malattie croniche e rare
I cittadini affetti da malattie croniche o rare hanno diritto all’esenzione per le prestazioni sanitarie conseguenti alla loro patologia. L’elenco è definito da un decreto ministeriale, il 329 del 1999; è aggiornato periodicamente e comprende centinaia di patologie. Solo per fare qualche esempio delle più diffuse, al diabete è assegnato il codice 013, all’ipertensione arteriosa lo 0A31, alla fibrosi cistica lo 018.
Gravidanza
Le donne in gravidanza hanno diritto all’esenzione dal pagamento del ticket per tutti i più comuni esami e visite utili alla valutazione della salute della madre e del nascituro, come ecografie, esami del sangue e visite ginecologiche, il test della toxoplasmosi e il cosiddetto test “combinato” (esami del sangue ed ecografie) per la diagnosi prenatale. I codici vanno da M00 a M41, in base alla settimana di gravidanza, mentre il codice M50 è assegnato alle gravidanze a rischio.
Invalidità
Hanno diritto a esenzioni i soggetti cui è stata certificata un’invalidità civile, del lavoro, di guerra, oltre alle vittime di atti di terrorismo e della criminalità organizzata, e i familiari a carico. Il diritto all’esenzione è totale o parziale in base alla percentuale di invalidità riconosciuta. Per fare un esempio, agli invalidi al lavoro e per servizio (vale a dire vittime di infortuni e malattie professionali) è riconosciuta l’esenzione totale quando la riduzione della capacità lavorativa è superiore al 66%. I codici d’esenzione vanno da C01 a C06 (invalidi civili), da L01 a L04 (invalidi del lavoro), da S1 a S3 (invalidi per servizio), G1 e G2 (invalidi di guerra).
Come ottenere gli sgravi
Il primo passo è verificare di rientrare nelle categorie previste. Se le esenzioni per reddito sono attribuite automaticamente, per le esenzioni da malattie croniche va fatta la richiesta all’Asl di residenza, presentando una certificazione rilasciata da uno specialista, che attesta la presenza di una o più delle malattie incluse nell’elenco. Sono valide come certificazioni anche le copie delle cartelle cliniche rilasciata da ospedali pubblici o da strutture ospedaliere private accreditate.
Per le malattie rare il percorso è un po’ più lungo. Spiega Annalisa Scopinaro, presidente Uniamo (federazione italiana delle malattie rare): «Il paziente deve prima ottenere la certificazione dal Centro di diagnosi e cura per le malattie rare di riferimento e poi andare all’Asl per ottenere l’esenzione».
Per l’esenzione a seguito di invalidità vale il verbale di invalidità rilasciato dall’Inps, per l’esenzione legata alla maternità il certificato di gravidanza, che in alcune Regioni può essere rilasciato anche dal medico di base. La presentazione dell’attestazione nella maggior parte delle Regioni può essere fatta anche online sul Fascicolo sanitario.
Tempi e validità
I tempi di rilascio dell’esenzione variano da Regione a Regione. Per le esenzioni per reddito, invalidità o gravidanza, il certificato viene rilasciato solitamente subito o entro pochi giorni dalla richiesta. Per le esenzioni per patologia, il tempo di attesa può essere più lungo, soprattutto se è necessario un ulteriore accertamento da parte dell’Asl o, nel caso delle malattie rare, la valutazione da parte del centro di diagnosi e cura.
Le esenzioni per reddito vanno rinnovate ogni anno. Quelle per patologie sono generalmente illimitate, ma per alcune (per esempio, malattie rare e invalidità) la condizione è rivalutata con cadenza annuale. Le esenzioni per gravidanza, infine, sono valide per tutto il periodo della gestazione.