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Come snellire e rimodellare le gambe? Esistono trattamenti di medicina estetica poco invasivi che possono dare ottimi risultati nel combattere la cellulite. Si fanno in ambulatorio e, all’occorrenza, si combinano tra loro per agire su più fronti: per esempio, accumulo di liquidi, adiposità localizzata e perdita di tonicità della pelle.
«Il nome scientifico della cellulite è pannicolopatia edemato-fibrosclerotica», spiega Antonino Di Pietro, direttore a Milano dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis (in collaborazione con il Gruppo San Donato). «Questa complessa definizione indica l’evoluzione delle alterazioni patologiche dei tessuti cutaneo e sottocutaneo, che degenerano (si infiammano, come indica il suffisso “ite”) per colpa di disturbi del microcircolo sanguigno e dell’aumento dei radicali liberi. Gli adipociti, le cellule del grasso sottocutaneo, si gonfiano, si alterano e non comunicano più con il tessuto circostante, che diventa duro e si ritrae, tendendo le fibre e creando la buccia d’arancia».
Non è un dramma e riguarda almeno l’80% delle donne italiane, allo stadio iniziale o più avanzato, quando si formano i noduli fibrosi. Per chi se ne fa un cruccio, con un certo investimento economico si può migliorare la situazione, anche se i miracoli non esistono e non tutte le forme possono essere del tutto eliminate. L’ideale è sempre abbinare corretta alimentazione, idratazione adeguata, attività fisica regolare.
In teoria sono d’aiuto anche alcuni prodotti anticellulite. «Creme, gel e fanghi possono migliorare elasticità e turgore della cute», continua il dermatologo. «I prodotti specifici, se usati con costanza, mattino e sera, per un minimo di tre mesi, possono dare buoni risultati». Naturalmente, sono di impatto maggiore i trattamenti nello studio medico.
Ecco i sei più diffusi contro la cellulite.
Carbossiterapia
La carbossiterapia è un metodo che dà ottimi risultati. «Consiste in micro-iniezioni sottocutanee di anidride carbonica eseguite utilizzando aghi molto sottili, inseriti su un tubicino collegato a sua volta a un’apparecchiatura», spiega Emanuele Bartoletti, responsabile del servizio ambulatoriale di Medicina estetica e del benessere psicofisico nella patologia presso l’ospedale Isola Tiberina - Gemelli Isola di Roma, nonché presidente della Società italiana di medicina estetica (Sime). «Il trattamento dura solo 20 minuti, si svolge in ambulatorio ed è sicuro: l’anidride carbonica è una sostanza atossica, compatibile con l’organismo che la produce naturalmente e, dopo il trattamento, viene eliminata attraverso i polmoni».
Va bene per tutti gli stadi. «La carbossiterapia, efficacissima a livello del microcircolo, è indicata anche per celluliti a uno stadio avanzato, con rilassamento dei tessuti», dice Di Pietro. «Le iniezioni di gas nel derma e nell’ipoderma migliorano la circolazione, aumentano il drenaggio venoso e linfatico, permettendo di eliminare liquidi e scorie ristagnanti nei tessuti, e aiutano a sciogliere gli accumuli di grasso».
Conferma Bartoletti: «La letteratura scientifica al riguardo è molto solida e sostiene che l’anidride carbonica svolge anche un’azione lipolitica, cioè contribuisce alla riduzione del grasso in eccesso attraverso una degradazione delle cellule adipose. Stimola inoltre l’attività dei fibroblasti, favorendo la rigenerazione cellulare per una pelle più elastica».
Da sapere. La carbossiterapia va praticata da un dermatologo esperto nella metodica. «Durante l’erogazione si può avvertire bruciore, che dura qualche secondo, e possono comparire ecchimosi in alcuni punti delle iniezioni», dice Bartoletti. «Si può tornare subito alle proprie attività, anche se per i primi giorni non è consigliabile l’esposizione a fonti di calore, come le saune». Il trattamento non è indicato in gravidanza o se si soffre di gravi patologie respiratorie, renali, epatiche o cardiache, trombosi o embolie.
Durata. Il protocollo prevede un ciclo di 12-15 sedute (le prime a cadenza settimanale) e può essere ripetuto due volte all’anno.
Costi: vanno in media da 80 a 150 euro a seduta.
Mesoterapia
La mesoterapia prevede la somministrazione di farmaci per via iniettiva. Spiega Bartoletti: «È utile nei primi stadi evolutivi della cellulite (per un’azione mirata sul microcircolo si utilizza un preparato a base di glucosoaminoglicani) ma anche in fasi avanzate, quando al gonfiore si accompagna un cambiamento nell’aspetto della pelle, che diventa leggermente ondulata, specie in alcune posizioni oppure con la compressione del tessuto, che si fa più duro, compatto, dolente al tocco. Cambiando il cocktail di principi attivi, è possibile ridurre la fibrosi del tessuto, sfruttando sostanze fibrinolitiche, come il mesoglicano».
Questi principi funzionali sono validati dalla Società italiana di medicina estetica e dalla Società italiana di mesoterapia. «Vengono impiegati a dosi molto basse e a concentrazioni in grado di mantenersi elevate a lungo», precisa Bartoletti, «in modo da garantire un’efficacia duratura e allo stesso tempo evitare effetti collaterali a livello generale, considerato che la quantità di farmaco liberata nel circolo sanguigno è minima».
Da sapere. «Trattandosi di una procedura con indicazioni e limiti precisi, affidatevi solo a professionisti esperti e competenti», avverte Di Pietro. «Assicuratevi che la metodica sia già parte dell’abituale armamentario terapeutico del medico. Fatevi elencare le sostanze, farmacologiche e non, che ha intenzione di iniettarvi: per legge si devono fornire tutte le informazioni richieste. Non dimenticate di riferire eventuali allergie ai farmaci utilizzati, infezioni in atto o problemi di coagulazione».
Il trattamento può essere un pochino doloroso ma in genere è tollerato. «Nei punti delle iniezioni possono comparire pomfi e arrossamento, del tutto transitori», aggiunge Bartoletti. «Il farmaco, depositato nel derma, si diffonde lentamente nei tessuti adiacenti, per cui è fondamentale che nei giorni successivi si eviti qualsiasi sollecitazione che possa accelerare lo smaltimento del farmaco per via emolinfatica, come massaggi, pressoterapia o applicazione di ultrasuoni. Inoltre, per evitare la comparsa di macchie, è sconsigliabile esporsi al sole prima che scompaiano i segni del trattamento».
Durata. «Le sedute, di 15 minuti circa, vanno ripetute ogni settimana per un mese, poi ogni 15 giorni per un altro mese e infine si prosegue con una seduta mensile di mantenimento, per un totale di dieci incontri», dice Bartoletti. «In genere si prevedono due cicli l’anno, in primavera e autunno».
Costi: da 60 a 120 euro a seduta.
Microterapia
È adatta a ogni tipo di cellulite la tecnica messa a punto da Antonino Di Pietro e oggi è disponibile in diversi centri italiani. Si chiama microterapia e prevede l’iniezione di una soluzione ipertonica (ovvero, ricca di sali) nel derma. «Per osmosi, quest’ultima richiama l’acqua trattenuta in profondità dalle masse cellulitiche verso il derma più superficiale, dove è situata una rete molto fitta di vasi capillari e linfatici in grado di assorbire i liquidi in eccesso, poi eliminati per vie naturali», spiega il dermatologo. «Si utilizza un ago speciale denominato SIT, da me brevettato, che consente di effettuare micro-iniezioni a un millimetro di profondità, senza che si avverta dolore e senza rischio di rottura dei vasi capillari. Rispetto alla mesoterapia, ciò consente un intervento più superficiale che si traduce in minori rischi di ecchimosi e traumi. Inoltre, la microterapia non prevede l’uso di farmaci, ma soltanto della soluzione ipersalina, a cui possono essere aggiunti degli enzimi per favorire la lipolisi, cioè lo scioglimento dei grassi».
Da sapere. «La microterapia è adatta a tutte a partire dai 16 anni di età ed eseguibile anche in gravidanza», assicura Di Pietro. «Non lascia segni e non ha effetti collaterali».
Durata. Per vedere dei benefici è necessario completare un ciclo di almeno 10-15 sedute settimanali, della durata di circa 20 minuti l’una.
Costi: dai 100 ai 150 euro a seduta.
Ultrasuoni
«Per contrastare la cellulite nei primi due stadi, due delle tecnologie più efficaci e non invasive sono gli ultrasuoni e le onde d’urto, trattamenti indolori che migliorano la microcircolazione e favoriscono il drenaggio dei liquidi in eccesso», spiega Pier Luigi Canta, dirigente medico presso il dipartimento di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Federico II di Napoli. «Per quanto riguarda gli ultrasuoni, sfruttano onde sonore ad alta frequenza emesse da un manipolo sulla zona interessata, che penetrano nel tessuto adiposo. Favorendo il drenaggio linfatico e riducendo l’accumulo di liquidi, gli ultrasuoni stimolano il metabolismo cellulare e migliorano l’elasticità cutanea».
Da sapere. Dopo la seduta, indolore, è normale vedere un leggero arrossamento che scompare in poche ore, ma niente ecchimosi. Gli ultrasuoni sono controindicati in presenza di patologie vascolari o pacemaker e in gravidanza.
Durata. «Ogni seduta dura circa 30-40 minuti», dice Canta. «Per risultati visibili, si consigliano otto-dieci trattamenti, da ripetere una o due volte a settimana».
Costi: da 50 a 100 euro a seduta.
Onde d’urto
Le onde d’urto, simili agli ultrasuoni, sono utili specialmente ai primi stadi della cellulite. La metodica prevede che si passi un manipolo sulla pelle. «Le onde d’urto sono impulsi acustici ad alta intensità che stimolano il microcircolo e favoriscono la rigenerazione del tessuto connettivo», dice Canta. «I vantaggi sono evidenti soprattutto a livello di compattezza della pelle e riduzione del gonfiore».
Da sapere. «Il trattamento non è doloroso ma è comune avvertire un po’ di calore o un lieve fastidio», dice il chirurgo plastico. «Non c’è rischio di ecchimosi e dopo la seduta si può tornare subito alle proprie attività. Le onde d’urto sono però da evitare se si soffre di problemi circolatori o si fa uso di farmaci anticoagulanti e in gravidanza».
Durata. «Il ciclo prevede sei-otto sedute (di circa 20-30 minuti l’una) con cadenza settimanale», precisa Canta.
Costi: da 80 a 150 euro.
Microonde
Per un’azione decisa su celluliti anche in stato molto avanzato (al terzo o quarto stadio), c’è un apparecchio chiamato Onda Coolwaves, capace di colpire in modo mirato il grasso localizzato, attenuando gli inestetismi della cellulite, come la pelle a materasso. Agisce contemporaneamente anche su lassità cutanea e adiposità localizzate su aree critiche, come glutei, fianchi, cosce e addome. Funziona però su una piccola zona per volta e non sull’intera coscia e sui glutei.
«Le microonde trasmesse da due manipoli capaci di lavorare a diverse profondità penetrano nella cute andando a demolire in modo diretto i lobuli adiposi (i gruppi di cellule che costituiscono il tessuto adiposo), poi espulsi naturalmente attraverso le vie linfatiche, senza danneggiare il derma circostante», spiega Di Pietro. «Il trattamento è totalmente sicuro perché i manipoli, guidati da campi elettromagnetici, agiscono direttamente sugli adipociti sottocutanei, evitando la dispersione di energia nei tessuti sovrastanti e quindi il loro surriscaldamento».
Da sapere. «Si possono avvertire una sensazione di calore e un lieve rossore nella zona trattata, destinati ad attenuarsi in poco tempo», dice Di Pietro. «La seduta non è fastidiosa grazie a un sistema di raffreddamento integrato. Si può ricominciare subito a lavorare o fare sport: non sono necessari tempi di recupero. È consigliato al termine o l’indomani sottoporsi a un massaggio drenante. Il trattamento non va bene in gravidanza, in presenza di impianti metallici o pacemaker, in caso di alcune patologie come il diabete o di malattie della pelle attive nelle aree da trattare».
Durata. Di solito sono sufficienti quattro sedute, ciascuna di 10-15 minuti, a distanza di poche settimane una dall’altra, per ottenere benefici.
Costi: partono da 500 euro a seduta, a seconda delle zone da trattare.