Glitter sul volto, paillettes sui vestiti, lustrini sui capelli, girandole di luce tra gli addobbi: è Capodanno, signore e signori, e la regola è brillare. Che sia un ombretto o un rossetto, un accessorio di moda o un abito, una decorazione o un addobbo casalingo, l’imperativo è sempre quello: fare luce per essere luce. «Sì, certo», commenta Francesca Fusco, dirigente psicologa al Policlinico Umberto I Roma. «Come ci vestiamo o come ci trucchiamo, non è mai qualcosa di effimero o di banale. È un messaggio che vogliamo offrire, sono emozioni che desideriamo trasmettere. Tutto quello che noi indossiamo è la rappresentazione di noi stessi, del nostro io interiore. Il nuovo anno, poi, è un tempo ricco di obiettivi e per questo viene accolto con indumenti o cosmetici luminosi: è come se, brillando, noi volessimo incarnare aspettative e speranze che ci auguriamo positive, per i prossimi mesi». Insomma, scintillare è un messaggio di speranza.

L’abbigliamento che influenza gli stati d’animo
La scienza, del resto, ci dice che noi siamo attratti da tutto ciò che riflette la luce, che ricorda l’acqua, cioè la vita. A questo si aggiunge il fenomeno del dopamine dressing, descritto dagli psicologi della moda come la tendenza a scegliere abiti che migliorano l’umore. «Molti miei pazienti», concorda Fusco, «rivelano che, quando la mattina si svegliano di cattivo umore, scelgono di indossare vestiti dai colori accesi: li fa sentire più energici, vitali. Del resto, è assodato che tessuti brillanti e riflessi luminosi stimolano la dopamina, l’ormone del piacere».

Psicologia e neuroscienze

Sfrutta il sole per illuminare il tuo umore

Sfrutta il sole per illuminare il tuo umore
Sfrutta il sole per illuminare il tuo umore

Esiste poi un concetto chiamato enclothed cognition, secondo il quale ciò che indossiamo influenza non solo come ci vedono gli altri, ma anche come pensiamo e agiamo. «Vestirsi di luce concretizza come desideriamo essere visti nel mondo», rimarca la psicologa. «Ma non solo: la luce esteriore rafforza quella interiore che ognuno di noi possiede, e che vuole venga fuori». Chi brilla intende distinguersi, “gridare” al mondo la propria presenza. «È per questo che, solitamente, chi è di cattivo umore, chi vuole nascondersi o passare inosservato, si veste di scuro».

In passerella e nelle catene dei negozi low cost
Non solo Capodanno: oggi brillare non è esclusiva delle serate o dei grandi eventi, ma è un lusso alla portata per tutti. Lo abbiamo visto nelle collezioni di moda degli ultimi anni. Sulle passerelle di Valentino, Gucci, Prada e Tom Ford, ma anche nelle catene dei negozi low cost, abbondano abiti argentati, blazer con lustrini, pantaloni oro. Per non parlare delle collezioni sposa, con vestiti gioiello e stoffe luminose, impreziositi da brillanti e Swarovski.
Insomma, la moda simboleggia la nostra volontà di tornare a risplendere, dopo un periodo buio. «Dopo la pandemia del Covid, caratterizzato da instabilità e notizie cupe, gli stilisti oggi fanno sfilare il bisogno di splendore quasi come un’ansia terapeutica», aggiunge Fusco, «una ricerca di leggerezza che si traduce nella necessità di riappropriarsi della luce, letteralmente e metaforicamente».

Un augurio per un anno pieno di luce
In un tempo di notizie tristi e di ansie collettive, la moda prova a fare la sua parte per far trionfare l’ottimismo. «Non si tratta soltanto di tendenza estetica», continua la psicologa. «In campo oncologico, per esempio, alcune pazienti vestono colorate, per brillare fuori e sentirsi dentro meglio e affrontare così un momento buio. Più il mondo è buio, più abbiamo voglia di risplendere, di indossare – e di essere – colore».
Dietro il ritorno delle paillettes, quindi, c’è un meccanismo psicologico. «Il vestito e il make up», conclude l’esperta, «non sono addobbi di superficie: dicono chi siamo, o chi vogliamo apparire. È per questo che nei periodi di festa scegliamo glitter e paillettes: comunichiamo al mondo la nostra vera essenza». E che un Capodanno di luce sia!