Attira l’attenzione quella pistola con micro-ago impugnata nel nostro servizio fotografico da Santo Raffaele Mercuri, primario di Dermatologia dell’ospedale San Raffaele di Milano: tanto iper-tecnologica quanto sicura per il paziente, è lo strumento che rende ancora più efficaci le terapie all'avanguardia di medicina rigenerativa, studiate per ridurre i segni dell’invecchiamento della pelle e frenare la caduta dei capelli.
Se l’indice deve muoversi agile per attivarla, è però il “pollice verde” dello specialista che simboleggia metaforicamente la capacità di indurre nei tessuti del nostro organismo un processo di rigenerazione assai simile a quello con cui le piante tornano a stupire ogni primavera. Senza miracoli, ovvio.
Mercuri, che ha lanciato slogan come “il lifting della pausa pranzo”, è noto per essere stato il dermatologo di Silvio Berlusconi. Non si occupa solo di rughe, anzi: ha al suo attivo oltre diecimila interventi di chirurgia oncologica, estirpando i nei degenerati, studia le nuove terapie per vitiligine e psoriasi e dal 2011 ricopre la carica di esperto del Consiglio superiore di sanità per la dermatologia. Intervistato da Paolo Corio per BenEssere, spiega come funziona la tecnica all’avanguardia.

Professore, perché applicare all’estetica la medicina rigenerativa?
«Perché non è invasiva, non necessita di un ricovero, è rapida e non altera i connotati: sembri più giovane senza che si capisca che hai fatto qualcosa».

Che cosa rende possibile la rigenerazione di pelle e capelli?
«Si sfruttano particolari proteine contenute nelle piastrine del sangue, dette “fattori di crescita”, per regolare i processi di guarigione e rigenerazione dei tessuti, stimolando la proliferazione cellulare e promuovendo la formazione di nuovi vasi sanguigni, oltre che la sintesi di collagene. Da anni uso il Prp, sigla che sta per plasma ricco di piastrine».

Come si ottiene il Prp?
«Dopo un normale prelievo di sangue, il plasma del paziente viene centrifugato per ottenere un concentrato che contiene un numero di piastrine sette volte superiore al normale e quindi anche una quantità enormemente maggiore di fattori di crescita. A dosi decise dallo specialista, il Prp viene quindi iniettato nelle zone da trattare senza rischi di rigetto o contaminazione, perché viene appunto utilizzato plasma autologo, del paziente stesso, e nulla viene aggiunto».

Si attenuano le rughe?
«Sì. L’azione dei fattori di crescita migliora la texture e l’elasticità della pelle, riducendo le rughe e gli altri inestetismi collegati agli anni che passano».

Allo specchio

La verità sulle creme antirughe

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Domanda a questo punto obbligata: quanto conta in tutto ciò la pistola che impugna nella foto?
«La pistola permette allo specialista di agire con precisione nell’area da trattare, regolando pressione e velocità in modo che il micro-ago inietti il plasma ricco di piastrine nella giusta dose e solo con un piccolo fastidio per il paziente. Ma a contare davvero è l’innovazione che sta dietro a questa pistola, ovvero la MetaCell Technology (Mct), basata sulla scoperta scientifica che la bassa temperatura e la fotoattivazione con una specifica lunghezza d’onda inducono le piastrine a rilasciare ancora più fattori di crescita. Quindi la terapia con il Prp processata con MetaCell Technology aumenta l’efficacia della medicina rigenerativa. In Europa, siamo solo in quattro ad averla».

Una seduta è davvero “un lifting della pausa pranzo”?
«L’espressione l’avevo usata in passato per la tecnica Thermage ma va bene anche per il Prp. Dura pochi minuti e la persona può subito tornare alle sue normali attività senza bisogno di particolari precauzioni».

Quante sedute occorrono?
«In media cinque sedute per concludere la terapia, con un intervallo tra l’una e l’altra che può andare da una sola settimana a un mese. In genere, già dopo due-tre sedute si notano comunque i primi risultati».

La cronaca riporta le storie di tre donne che negli Stati Uniti hanno contratto il virus dell’Hiv in un centro di bellezza dopo una facial therapy con il Prp per l’uso di aghi non sterili. Che cosa risponde a chi si preoccupa di un rischio del genere?
«Rispondo che è fondamentale rivolgersi a strutture mediche qualificate e certificate, che assicurano un trattamento del plasma secondo criteri di massima sicurezza e igiene. Negli Stati Uniti la vampire facial, come chiamano oltreoceano la terapia con il Prp per il ringiovanimento del viso, viene proposta anche in Spa e centri estetici, con indesiderate e indesiderabili conseguenze come accaduto appunto a quelle sfortunate signore. L’utilizzo di plasma dello stesso paziente rende la terapia sicura e priva di effetti collaterali. I rischi, come viene sottolineato anche in uno specifico documento dal Centro del Sangue dell’Istituto superiore di sanità, possono essere rappresentati da “una preparazione impropria e non conforme ai requisiti di qualità e sicurezza imposti dalla normativa di riferimento”».

La MetaCell Technology si applica anche contro la calvizie. Quando e come funziona?
«Nell’alopecia androgenetica, tipica degli uomini ma possibile anche in alcune donne dopo la menopausa. In presenza di follicoli pilosebacei non ancora atrofici le micro-iniezioni di plasma ricco di proteine stimolano la ricrescita e favoriscono anche un miglior volume dei capelli, aumentando quindi la densità della chioma. Nei casi più complicati, la terapia con il Prp può invece agire come un fertilizzante per preparare il terreno al trapianto di capelli».

Nei casi in cui nemmeno le terapie con i fattori di crescita possono arrestare la caduta dei capelli, occorre rassegnarsi o ci sono altre soluzioni?
«Contro l’alopecia possiamo sfruttare l’azione di diversi fattori di crescita: quello derivato dalle piastrine (Pdgf, Platelet-Derived Growth Factor), quello endoteliale vascolare (Vegf, Vascular Endothelial Growth Factor) e quello epidermico (Egf, Epidermal Growth Factor), sempre con la finalità di far riprendere la crescita attiva dei capelli. Purtroppo, esistono però forme molto difficili da trattare, come l’alopecia universalis, che colpisce anche i peli del corpo, l’alopecia androgenetica avanzata e quelle indotte da farmaci, traumi o cause genetiche. In alcuni casi, anche se i tessuti sono troppo danneggiati per rispondere alle terapie rigenerative, c’è comunque la possibilità di ricorrere a farmaci biologici o a inibitori di enzimi intracellulari per migliorare la situazione».

I trattamenti estetici sono ovviamente a pagamento, ma lo sono anche i farmaci biologici per le forme patologiche di alopecia?
«Contro l’alopecia areata è spesso efficace il Baricitinib, un principio attivo inibitore delle Janus chinasi (Jak) interamente a carico del Servizio sanitario nazionale se utilizzato nelle strutture ospedaliere: aspetto importante anche perché c’è così il riconoscimento che si tratta di una malattia cronica, da seguire e curare nel tempo».

Tra i suoi pazienti si legge che ci siano anche molte persone famose…
«L’elenco è in effetti lungo: posso fare con il loro permesso i nomi di personaggi dello spettacolo come Albano Carrisi, Alfonso Signorini e Federica Panicucci, ma anche Barbara Berlusconi e Brunello Cucinelli sono molto interessati alle possibilità offerte dalla medicina rigenerativa. E tutti hanno lo stesso atteggiamento: mi chiedono interventi poco invasivi, che ringiovaniscano la loro immagine senza però modificarla. Quello che del resto suggerisco a ogni mio paziente».

In quest’ultimo periodo si sta sempre più diffondendo il concetto di longevity, inteso non come longevità in sé, ma come l’invecchiare bene mantenendo una buona qualità di vita: sembrare più giovani aiuta a essere davvero più giovani?
«Credo che la medicina rigenerativa giochi davvero un ruolo cruciale nel promuovere la salute e il benessere mentale durante l’invecchiamento. Anni fa ho scritto un libro intitolato La pelle specchio delle emozioni e oggi sono ancora più convinto che sentirsi bene nella propria pelle sia determinante per stare meglio in generale. Diciamo allora che sembrare più giovani fa essere realmente più giovani perché nella maggior parte dei casi contribuisce a dare maggiori motivazioni nel seguire una dieta sana, nel fare un regolare esercizio fisico, nel mettere in atto tante piccole ma fondamentali strategie di prevenzione che fanno appunto la differenza tra il semplice vivere a lungo e il vivere bene la propria età decade dopo decade. Non ci si lascia andare».

E lei perché ha deciso di fare il medico?
«A 17 anni mio fratello fu colpito dalla sindrome di Lyell, una patologia che devasta lo strato superficiale della pelle. Dopo un’iniziale diagnosi sbagliata, fu ricoverato per un mese e mezzo all’ospedale di Messina, dove riuscirono a guarirlo: fu in quell’occasione che decisi di diventare un dermatologo».

Anche loro amano la medicina rigenerativa
Guarda le foto di alcuni tra i pazienti famosi di Santo Raffaele Mercuri interessati alla medicina rigenerativa.