Uno spazio verde pensato a beneficio della salute risponde a criteri ben precisi. Ne parliamo con Giulio Senes, docente al Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università di Milano, uno dei massimi esperti in Italia di progettazione dei giardini terapeutici.

Che cosa offrono i suoi spazi verdi ai pazienti?
«Uno degli effetti è la distrazione positiva, perché parte della sofferenza di un malato è dovuta alla focalizzazione sulla propria patologia, mentre la natura, con la sua vitalità e con i suoi colori, distrae la mente e consente di ridurre lo stress. Per questo, per la scelta delle piante, optiamo per la fioritura a scalare, in maniera che ci sia sempre qualche fiore da marzo a ottobre».

C’è una prova che si riduca lo stress?
«Più d’una. In una struttura privata di Pavia, Dosso Verde, pensata per i bambini autistici, abbiamo creato un protocollo medico in collaborazione con un neuropsichiatra infantile e abbiamo misurato i benefici della riduzione del livello di stress analizzando il cortisolo salivare. Abbiamo notato che l’ortoterapia generava una riduzione statisticamente rilevante».

Perché serve un progetto per il giardino terapeutico?
«Se è vero che il verde fa bene, un verde progettato appositamente per fare bene fa ancora meglio. Noi ci rifacciamo a un metodo sviluppato negli Stati Uniti che utilizza conoscenze di psicologia ambientale, neuroscienze, biologia e psiconeuroimmunologia (evidencebased design)».

Un giardino per i bambini viene creato con criteri diversi rispetto a uno per gli anziani?
«Sì. Un conto è fare un giardino per un reparto ospedaliero di pediatria, un altro ancora è farlo per una Rsa. Per i pazienti psichiatrici si cercano di evitare fiori rossi e gialli, privilegiando però la varietà di colori, forme e piante, come abbiamo fatto all’ospedale di Alba-Bra Michele e Pietro Ferrero, tra le colline di Verduno (Cuneo). Altro discorso per i malati oncologici: la ricerca scientifica ha provato che alcuni odori, che per molti sono piacevoli, risultano sgradevoli per chi sta concludendo dei cicli di chemioterapia o radioterapia».

Che cosa fa un paziente in un giardino terapeutico?
«In un healing garden, come si chiama lo spazio appositamente ideato per promuovere la salute, si ha un’esperienza di tipo passivo o attivo: si può semplicemente guardare le piante e stare nella natura, oppure passeggiare, mangiare, fare giardinaggio, riabilitazione».

Un mondo, una salute

La natura regala salute fisica e psicologica

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