Le piante si prendono cura di noi. Sempre. Gli alberi dei boschi e i parchi urbani, i vasi con cui possiamo arredare la casa. Il verde dà un grande contributo nell’azione antismog: abbatte tra il 20 e il 70% degli inquinanti dell’aria in un appartamento. Tantissimo.
Le percentuali hanno stupito e gratificato il gruppo di lavoro dell’Istituto per la BioEconomia del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche. La loro è stata la prima sperimentazione reale in Italia, e una delle poche in Europa, che ha confermato l’apporto terapeutico delle piante già riscontrato dagli esami di laboratorio della Nasa. I risultati delle indagini dell’ente spaziale americano risalgono agli anni Ottanta (…).
Ogni pianta va bene per ridurre l’anidride carbonica e allo stesso tempo per mangiare lo smog. Le piante assorbono le sostanze presenti nell’aria attraverso gli stomi, le cere e i peli fogliari (tricomi) in modo naturale, perché fa parte del loro processo fisiologico e vitale, la fotosintesi, che trasforma l’anidride carbonica in ossigeno.
Gli stomi sono le strutture attraverso le quali vengono assorbiti l’anidride carbonica e gli inquinanti, mentre le cere e i tricomi sono importanti per la cattura del particolato.
Stomi e cere si trovano sulle foglie e dunque una caratteristica essenziale è che le piante antismog da appartamento ne abbiano tante.
Molte di queste piante producono fiori molto belli, colorati, come i crisantemi e le gerbere, che fanno bene anche agli occhi e all’umore. La stella di Natale è magnifica contro la formaldeide, per esempio. Io durante le feste la regalo sempre anche con questo intento.

Un mondo, una salute

La natura regala salute fisica e psicologica

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Le ricerche concordano nel dire che le piante interne, come quelle esterne, hanno la capacità di influenzare in modo positivo i nostri stati d’animo. Anche tra i lavoratori. In una pubblicazione scientifica del 1976, lo psichiatra newyorchese John A. Talbott ha scritto, a proposito degli effetti terapeutici del verde negli ospedali psichiatrici: «La netta impressione è che la presenza dei crisantemi aumentasse il morale e i sentimenti positivi sul lavoro da parte del personale. A posteriori, i membri del personale hanno notato che le piante avevano “illuminato” e “rallegrato” il reparto, oltre a renderlo “più vivo”».

Roberto Boffi, primario di Pneumologia e direttore del Centro antifumo dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano
Roberto Boffi, primario di Pneumologia e direttore del Centro antifumo dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano

Roberto Boffi, primario di Pneumologia e direttore del Centro antifumo dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano

Vi proporrò un elenco green, non esaustivo, ma è una lista (in ordine alfabetico) che tiene conto delle piante su cui sono stati fatti i test di accertamento in laboratorio, con molti casi verificati anche sul campo. Ciascuno, però, può arredare gli ambienti in cui vive con i vasi che preferisce, perché il verde è un alleato che fa per noi un lavoro di protezione in modo assolutamente gratuito.
Aloe vera. È ottima per le camere da letto: infatti, come altre piante grasse, per metabolismo assorbe l’anidride carbonica mentre noi dormiamo e la rilascia di giorno, mentre di notte ci regala ossigeno.
Anthurium. È una delle piante testate dalla Nasa ed è risultata ottima per purificare l’aria dall’ammoniaca, che assorbe in una misura di 10 microgrammi all’ora. Ha bisogno di una temperatura minima di 16 °C e di umidità, quindi di periodiche spruzzate sulle foglie per mantenerle vive e operative. Questa pianta assorbe anche i cattivi odori, il che non guasta.

L’anthurium: secondo la Nasa libera l’aria di casa dai vapori di ammoniaca
L’anthurium: secondo la Nasa libera l’aria di casa dai vapori di ammoniaca

L’anthurium: secondo la Nasa libera l’aria di casa dai vapori di ammoniaca

Beaucarnea recurvata. È meglio nota come nolina o mangiafumo, un nomignolo che dichiara le potenzialità di questa pianta, che può stare in appartamento ma anche all’aperto, dove può diventare altissima e robusta. È conosciuta per essere molto resistente agli incendi, grazie a un’enorme riserva di acqua nella parte bassa e panciuta del tronco, caratteristica da cui deriva il nome. È stata testata per l’assorbimento di nicotina, compito che assolve in modo apprezzabile.
Chlorophytum. Anche chiamata clorofito o falangio, pianta ragno o nastrino, questa pianta pare avere tanti nomi quante foglie e radici, che spuntano dai rametti di cui è ricca e che svolgono un ottimo lavoro nell’assorbire al posto nostro formaldeide e monossido di carbonio, benzene e xilene.
Crisantemi. La specie di crisantemi testata dalla Nasa è la morifolium, che è risultata efficace contro il benzene, seconda nella capacità di assorbimento solo alle gerbere. Due piante caratterizzate da fiori che possono avere tante colorazioni e una pressoché sconosciuta potenza depurante dell’aria che respiriamo. Belle da vedersi e ottime alleate. I crisantemi sono poi grandi spazzatori di formaldeide e di tutte le altre sostanze presenti nell’aria.
Dieffenbachia. Assorbe soprattutto xilene e toluene, le due sostanze che vengono sprigionate negli ambienti chiusi da stampanti e fotocopiatrici, ma anche da monitor dei computer, vernici, tappezzerie, colle. Perfetta negli ambienti di lavoro.
Dracena. Sono varie le specie testate dalla Nasa e poi successivamente da altri studi: marginata, massangeana e deremensis. Ciascuna ha proprie caratteristiche depurative. Tutte sono risultate ottime nell’aspirare la formaldeide, il benzene e il tricloroetilene (più famoso come trielina), comune solvente ampiamente utilizzato in passato e certificato cancerogeno. In particolare, la dracena massangeana ha ridotto la formaldeide presente nella cabina di test del 70%, la deremensis del 50.

La dracena neutralizza benzene e trielina
La dracena neutralizza benzene e trielina

La dracena neutralizza benzene e trielina

Edera. Sui balconi funge da barriera e non richiede molta cura. All’interno, assorbe la formaldeide, molto presente negli spazi chiusi. È stata testata con ottimi risultati anche sulle par­ticelle ultrafini presenti comunemente negli ambienti con animali domestici, sprigionate per esempio dalla forfora o dalle deiezioni. Una delle sue migliori caratteristiche è la forte resistenza.

Felce. Una delle piante spontanee più rigogliose, assorbe formaldeide e fumo di sigaretta. Sta all’esterno, anche in bal­cone o davanti alle finestre oppure in casa dove, comunque, la prima regola dovrebbe sempre essere quella di non fumare.

Ficus benjamin. Imperante nelle case italiane, è un grande fagocitatore di formaldeide. Assorbe fin quasi la metà di quella presente nei luoghi in cui è stato testato, così come è risultato molto efficace con il benzene e con diverse altre sostanze sprigionate dal fumo di sigaretta.
Ficus elastica. Questa varietà, a cui spesso si aggiunge l’aggettivo robusta, è molto comune come pianta da interno, anche perché ama il caldo e fa un ottimo lavoro con la formaldeide e con tutte le sostanze derivanti da detersivi, colle e inquinamento atmosferico, attraverso le foglie verdi e lucide.
Gerbere. Sono tra le migliori alleate contro l’inquinamento indoor. Nello studio della Nasa, sono quelle che hanno rimosso il maggiore quantitativo di microgrammi di benzene, quasi il 70%, e la metà della formaldeide presente nel labo­ratorio di test.
Kalanchoe. Come tutte le piante succulente, è ideale per la camera da letto, dove produce ossigeno anche di notte. È sensibile alle temperature e non bisogna metterla troppo vicina ai caloriferi o alla luce diretta, ed è molto resistente, diciamo ottima per chi non ha proprio il pollice verde. Con le sue foglie carnose attrae, tra le tante componenti, la formaldeide.
Musa ornata. È più conosciuta come banano ed è una delle piante di banane. Esotica e rigogliosa, rimuove la formaldeide dall’aria, può essere coltivata in casa e ovviamente in esterno, se in clima caldo. Rientra fra le piante testate e confermate per la loro efficacia dallo studio della Nasa (a cui poi ne sono seguiti tanti altri).
Palma da datteri nana. La Phoenix roebelenii, pianta originaria dell’isola di Hachijō-jima, in Giappone, ha una sostanziale funzione di purificazione. È confermata la sua capacità di assorbimento di inquinanti come formaldeide, xilene e toluene. È perfetta al chiuso, in vasi di ogni dimensione, sul balcone o anche in giardino in climi temperati, dove può arrivare a un’altezza di 2,5 metri.
Palma di bambù. Nell’esperimento della Nasa è risultata quella che ha catturato la più grande quantità di formaldeide, ma funziona tanto anche contro monossido di carbonio, xilene, benzene e via dicendo. Rilascia molta umidità e quindi in inverno, con i riscaldamenti accesi, aiuta a rendere l’aria meno secca e meno aggressiva per le alte vie respiratorie.
Potos. È una delle piante più presenti negli uffici, perché è semplice da curare e facile da far riprodurre. È generalmente coltivata in vaso, ma la si trova spesso anche immersa in acqua in bocce trasparenti, sia per l’effetto estetico dell’intersecarsi delle radici sia perché cresce molto più rapidamente. È vorace di formaldeide. Attenzione: perché la pianta possa lavorare bene è necessario cambiare l’acqua con regolarità, almeno una volta alla settimana, per prevenire la formazione di batteri nocivi e per fornire ossigeno fresco alle radici.
Sansevieria. Detta anche lingua di suocera, è perfetta per la camera da letto, perché è una di quelle piante che svolge la fotosintesi clorofilliana di notte, mentre noi dormiamo. Mangia alcoli, acetone, benzene e formaldeide. Non ha bisogno di molta acqua e le serve poca luce, meglio se non diretta. Per queste ragioni, e anche per la forma allungata che prende poco spazio, è ottima anche in bagno.

Salute e medicina

Tutti i vantaggi dei farmaci estratti dalle piante

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Schefflera. Può raggiungere i 2 metri di altezza ed è caratterizzata da un fogliame palmato molto ricco e vivace, con tonalità e sfumature di verde (insomma, anche bella a vedersi). È una delle piante usate per una sperimentazione del Cnr nelle scuole. È ottima per ridurre acetone, metanolo, benzene, ammoniaca.
Spathiphyllum o spatifillo. Con la sua presenza elegante, ingentilita da candidi fiori bianchi, ci aiuta a respirare aria più pulita assorbendo i comuni composti organici volatili come benzene, formaldeide, ammoniaca, tetracloroetilene, toluene, xilene. Nello studio del Cnr è stato visto anche che rimuove grandi quantità di acetone e metanolo.
Yucca. Le sue belle foglie lunghe e affusolate assorbono anidride carbonica e molte sostanze prodotte dagli elettrodomestici, ma anche da computer, stampanti e fotocopiatrici, come i composti ammoniacali e il benzene. È bella a vedersi, molto decorativa e per questo è più conosciuta con il nome di tronchetto della felicità. È una pianta da esterno che sta benissimo anche al chiuso, perché resiste a più condizioni di coltivazione. Soffre però sotto gli 8 °C e con un eccesso di ristagno idrico.

Il testo è tratto dal libro I tuoi scudi antismog (Sonzogno), di Roberto Boffi, responsabile della Pneumologia dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano
Il testo è tratto dal libro I tuoi scudi antismog (Sonzogno), di Roberto Boffi, responsabile della Pneumologia dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano

Il testo è tratto dal libro I tuoi scudi antismog (Sonzogno), di Roberto Boffi, responsabile della Pneumologia dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano