La vita di Alessia Gazzola sembra un romanzo. Messinese, classe 1982, ha lavorato per anni come medico legale, tra autopsie e tribunali, finché ha pubblicato i suoi primi libri, che sono piaciuti al mondo. Oggi è un fenomeno editoriale, con oltre due milioni di copie vendute.
La protagonista di nove dei suoi bestseller, Alice Allevi, è proprio una specializzanda in Medicina legale, con intuizioni decisive nei casi in cui è coinvolta. Gli italiani l’hanno amata nelle tre stagioni della serie Rai L’allieva, con Alessandra Mastronardi.

Dai nove libri di Gazzola dedicati ad Alice Allevi, specializzanda in Medicina legale, sono state tratte tre stagioni della serie L’allieva, su Raiuno, con Alessandra Mastronardi nel ruolo della protagonista (foto di P. Bruni).
Dai nove libri di Gazzola dedicati ad Alice Allevi, specializzanda in Medicina legale, sono state tratte tre stagioni della serie L’allieva, su Raiuno, con Alessandra Mastronardi nel ruolo della protagonista (foto di P. Bruni).

Dai nove libri di Gazzola dedicati ad Alice Allevi, specializzanda in Medicina legale, sono state tratte tre stagioni della serie L’allieva, su Raiuno, con Alessandra Mastronardi nel ruolo della protagonista (foto di P. Bruni).

La passione di Gazzola per il bisturi e il camice bianco si è riversata anche nel libro Questione di Costanza, che vede protagonista una giovane esperta di paleopatologia, ovvero lo studio delle malattie del passato tramite le analisi di ossa umane. La serie tv Costanza, con Miriam Dalmazio, è in onda ad aprile su Raiuno. Anche il marito, padre delle sue due figlie, è un medico.

L'attrice Miriam Dalmazio nei panni di una paleopatologa nella nuova serie Rai Costanza tratta dal romanzo Questione di Costanza di Alessia Gazzola (foto di P. Bruni).
L'attrice Miriam Dalmazio nei panni di una paleopatologa nella nuova serie Rai Costanza tratta dal romanzo Questione di Costanza di Alessia Gazzola (foto di P. Bruni).

L'attrice Miriam Dalmazio nei panni di una paleopatologa nella nuova serie Rai Costanza tratta dal romanzo Questione di Costanza di Alessia Gazzola (foto di P. Bruni). 

Alessia Gazzola, lei si è laureata e specializzata con il massimo dei voti e la lode. Perché aveva scelto di iscriversi a Medicina?
«Negli ultimi anni del Liceo classico, cambiavo idea di continuo sulle facoltà a cui avrei potuto iscrivermi e Medicina era una delle opzioni. L’ho scelta, anche se durante gli anni di studio sono capitati momenti di ripensamento. Guardando indietro, ho studiato medicina con una quota di irrazionalità ma senza mai pentirmene».

Come mai ha scelto di specializzarsi in Medicina legale e delle assicurazioni?
«Perché mi consentiva di prendermi i miei spazi, non mi obbligava ad assumere decisioni veloci. Potevo avere il tempo per studiare e scrivere, anzi mi aiutava nella scrittura…».

In che modo?
«Redigere perizie medico-legali è un modo per raccontare storie. Entri nella vicenda di quella persona che hai davanti e procedi per ipotesi ed evidenze, proprio come in un romanzo. Devi sempre essere molto chiara, oltre che precisa: i tuoi scritti servono al giudice per stabilire quello che è accaduto».

Come l’ha aiutata la medicina nei romanzi?
«Non sarei diventata una scrittrice se non avessi studiato medicina. C’è chi fa altri percorsi di scrittura, tutti rispettabili, ma la mia preparazione sono stati anatomia o biologia, anche perché mi hanno offerto la possibilità di inventare il personaggio di Alice, che era inedito nella letteratura italiana. Alla fine, le “mie” due ragazze più note, Alice e Costanza, hanno entrambe una formazione scientifica. Grazie al mio percorso universitario, ho imparato che è fondamentale mettere al centro l’essere umano e che è indispensabile l’ascolto: due qualità fondamentali per la medicina e per la scrittura».

Lei ha lavorato come medico legale a Messina e a Palermo. Ci racconta qual è stata la sua prima autopsia?
«La prima a cui ho assistito è stata quella di un ragazzo morto suicida, per impiccamento: mi aveva molto provata perché aveva lasciato una lettera e non riuscivo a rimanere indifferente a quel corpo che avevo davanti. Continuavo a domandarmi se avesse avuto un ripensamento…».

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Qual è il suo rapporto con la morte?
«La temo moltissimo, sono terrorizzata. Tutto questo è un po’ paradossale visti i libri che scrivo, però cerco di pensarci il meno possibile. Quando lavoravo come medico legale, ed ero a contatto quotidiano con la morte, amavo ancora di più l’esperienza della vita di ogni giorno, con la sua imprevedibilità».

È vero che a otto anni lei aveva realizzato un bigliettino da visita in cui si qualificava come scrittrice?
«Verissimo! Quel biglietto esiste ancora. Avevo già interesse per i libri, passavo ore in libreria… diciamo che è stata una piccola dote di preveggenza!».

Ricorda il suo primo racconto?
«Sì, si intitolava Il pipistrello astuto e lo scrissi quando frequentavo le scuole elementari. Ricordo addirittura anche come lo avevo impaginato. Quella storia si concludeva con un motto: «Non è più astuto come una volta» e questa frase finale entrò nel lessico familiare di casa mia e la si ripete ridendo ancora oggi. Invece, il primo romanzo lo scrissi qualche anno più tardi, quando frequentavo la scuola media: era un polpettone di sentimenti e tradimenti, tipo una soap opera».

Alessia Gazzola, nata a Messina il 9 aprile 1982, è una scrittrice di grandissimo successo: ha venduto oltre due milioni di copie dei suoi libri. A novembre è uscito il nuovo giallo della serie ambientata negli anni Venti del Novecento con protagonista Miss Bee, Miss Bee e il cadavere in biblioteca, entrato subito nella classifica dei bestseller. Foto di Yuma Martellanz.
Alessia Gazzola, nata a Messina il 9 aprile 1982, è una scrittrice di grandissimo successo: ha venduto oltre due milioni di copie dei suoi libri. A novembre è uscito il nuovo giallo della serie ambientata negli anni Venti del Novecento con protagonista Miss Bee, Miss Bee e il cadavere in biblioteca, entrato subito nella classifica dei bestseller. Foto di Yuma Martellanz.

Alessia Gazzola, nata a Messina il 9 aprile 1982, è una scrittrice di grandissimo successo: ha venduto oltre due milioni di copie dei suoi libri. A novembre è uscito il nuovo giallo della serie ambientata negli anni Venti del Novecento con protagonista Miss Bee, Miss Bee e il cadavere in biblioteca, entrato subito nella classifica dei bestseller. Foto di Yuma Martellanz.

Quanto le è costato abbandonare il camice per i libri, nel 2017?
«Mi è costato tantissimo, perché alla medicina ho dedicato dieci anni di studi, tra laurea e specializzazione, e sei di lavoro. Non è stata una scelta presa a cuor leggero, e ancora oggi mi dispiace, tanto che rimango iscritta all’Ordine dei medici, non riesco a tagliare quel cordone ombelicale. Tuttavia, con due bambine piccole e un impegno totalizzante tra scrittura e serie tv, non potevo fare diversamente. La medicina non puoi praticarla part time».

I libri dell’Allieva hanno molto di autobiografico?
«No, però è indubbio che la storia nasce dall’esperienza che ho vissuto. Alcune riflessioni che la protagonista, Alice, fa sulla morte sono le stesse che ho maturato io. Quello che cambia, tra me e lei, è il vissuto quotidiano: il trambusto sentimentale che vive la mia protagonista non ha mai fatto parte della mia vita reale, è puramente frutto della mia fantasia».

La serie tv Costanza s’incentra sulla paleopatologia, un campo di studi medici poco comune…
«La paleopatologia è una branca multidisciplinare che nasce dall’anatomia patologica e intreccia anche archeologia e antropologia. Mi ha permesso di raccontare molte storie ancorate nel passato, ricche di suggestioni».

Che cosa consiglierebbe ai ragazzi che vogliono iscriversi a Medicina?
«Sicuramente, di avere molta resistenza, fisica e psicologica. La professione medica è una vita a cui bisogna dedicarsi totalmente, con abnegazione, amore e pazienza».

Le sue protagoniste sono esempi di donne indipendenti. C’è ancora molto da fare?
«È una grande conquista provare a essere libere e rivendicare carriere fino a pochi anni fa precluse. Questi che stiamo vivendo sono tempi di grandi possibilità, ma molto c’è da fare per il fardello storico che ci portiamo dietro».

Cerca di trasmetterlo alle sue due figlie?
«Mi sforzo di far capire loro che sono libere, che non devono scegliere per convenzione».

Proprio come le protagoniste dei suoi romanzi, inclusa l’ultima, la ventenne Beatrice Bernabò, che l’ha riportata da novembre 2024 nelle classifiche dei bestseller con il giallo Miss Bee e il cadavere in biblioteca, ambientato nel 1924.
«Miss Bee non è così diversa da Alice e Costanza. Ci sono molti punti di contatto tra gli anni Venti del Novecento e i nostri. Anche allora si era usciti da una pandemia (oltre che da un conflitto mondiale). E anche allora la figura della donna era, così com’è ora, in una fase di ridefinizione».

Progetti imminenti?
«Ho terminato i tre libri di Miss Bee e mi cimenterò con il quarto, perché ho voglia di rimanere in compagnia di questo personaggio, ho ancora tantissimo da raccontare».