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Il Clostridium botulinum è un batterio anaerobio, cioè che vive in assenza di ossigeno, presente nel suolo e nelle acque. Produce spore molto resistenti e, in situazioni favorevoli, rilascia una delle tossine più potenti, responsabile del botulismo. Ecco le cinque condizioni che lo fanno proliferare nelle conserve alimentari:
• assenza di ossigeno (conserve sott’olio o sottovuoto);
• alimenti poco acidi (pH > 4,6), come verdure, avocado, carne o pesce;
• acqua disponibile (conserve con elevata umidità e senza zucchero o sale);
• temperature moderate (temperatura ambiente);
• scarsa presenza di conservanti naturali (aceto, sale o zucchero).
I sintomi dell’intossicazione
Il botulismo è una rara ma grave intossicazione alimentare causata dalla tossina del Clostridium botulinum, che può provocare paralisi fino all’arresto respiratorio. I sintomi iniziali compaiono in genere tra 12 e 36 ore dopo l’ingestione dell’alimento contaminato, ma in alcuni casi l’intervallo può variare da poche ore a diversi giorni. I più caratteristici sono:
• disturbi della vista (annebbiamento, visione sdoppiata, pupille dilatate, difficoltà ad alzare le palpebre);
• secchezza della bocca e difficoltà a deglutire;
• alterazioni della parola per la paralisi dei muscoli del collo;
• nausea, vomito e dolori addominali possono accompagnare l’esordio.
La malattia evolve in modo discendente: la paralisi interessa progressivamente i muscoli fino a coinvolgere quelli respiratori. Nei casi più gravi si può arrivare al coma e alla morte.
Il botulismo è un’emergenza medica. Davanti ai sintomi sospetti occorre recarsi immediatamente al pronto soccorso, se possibile portando con sé l’alimento sospetto per agevolare la diagnosi. Il trattamento tempestivo con siero antibotulinico e terapie di supporto può salvare la vita.