«La cecità non mi ha scosso più di tanto. Mi sono sempre sentito in debito con il mondo. Fortunato. Felice». Queste le parole di Andrea Bocelli, che ha inciso più di venti album e venduto 90 milioni di dischi. Romanza, del 1997, è uno dei dischi italiani più venduti di sempre. Si è esibito nei teatri e nelle arene più importanti del mondo: dal Madison Square Garden alla Sydney Opera House, dal Colosseo allo stadio Olimpico di Roma. Ha cantato per papi, presidenti e, nel 2023, all’incoronazione di re Carlo III. Ma quella del cantante italiano più conosciuto al mondo, non è solo la storia dei successi e dei record discografici. È anche quella di una carriera artistica non convenzionale, a cavallo tra generi diversi come pop e lirica, e di una altrettanto straordinaria vicenda umana.
A raccontarla arriva nelle sale cinematografiche, dal 21 al 24 settembre, il documentario Andrea Bocelli: Because I believe. Un film in cui, tra materiali d’archivio e riprese nelle prove, nelle tournée e in momenti di vita quotidiana, è Bocelli stesso a raccontare la sua vita: «Credo nella forza dell’amore, nella vita, nelle persone, e nel Padre Celeste che ce l’ha donata. È per questo messaggio - di cui sono solo un modesto messaggero - che spero che il film venga visto».

Una serie di interventi a pochi mesi di vita
Bocelli nasce il 22 settembre 1958 a Lajatico, provincia di Pisa, figlio di imprenditori agricoli. Nella prima infanzia gli viene diagnosticato un glaucoma congenito, una patologia che provoca un aumento della pressione intraoculare e danneggia il nervo ottico. È una condizione degenerativa, ma non gli impedisce di avere un’infanzia come gli altri. Diverso dagli altri è però il talento musicale. I genitori lo capiscono e a sei anni lo avviano allo studio del pianoforte.

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Chirurgia e colliri per il glaucoma congenito

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«Il glaucoma si è manifestato fin da subito», ha raccontato. «A pochi mesi ho avuto una serie di interventi chirurgici, di cui non ho memoria. A sei anni sono andato in collegio, a Reggio Emilia, per imparare a leggere in Braille. Mia nonna mi aveva già insegnato a scrivere normalmente. Fino a 12 anni vedevo ombre, contorni. Poi una pallonata in pieno viso mi ha reso del tutto cieco».
A causa di quel colpo ricevuto durante una partita di calcio, il difetto visivo si trasforma in cecità. Ma il piccolo Andrea non è un tipo da arrendersi davanti alle difficoltà. Perfeziona il linguaggio Braille e prosegue gli studi, al liceo classico di Pontedera e poi a Giurisprudenza all’Università di Pisa.

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Sono miope: rischio il distacco di retina?

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L’esibizione davanti a Giovanni Paolo II
Si laurea ma dopo un breve periodo come praticante legale, decide di dedicarsi completamente alla musica. Suona il pianoforte, la chitarra e studia canto. Si esibisce nei piano bar e nei locali di provincia, cominciando a crearsi una reputazione come cantante. Nel 1982 incide un primo 45 giri, con le canzoni Amico mio e Quando. Nel 1990 firma un contratto discografico con la casa discografica Virgin e pubblica il secondo 45 giri, Il diavolo e l’angelo/Proprio tu.
L’anno della svolta professionale è il 1992, quando l’amico e già affermato cantautore Zucchero Fornaciari lo sceglie per registrare un provino della canzone Miserere, da registrare con la collaborazione del tenore Luciano Pavarotti. Quest’ultimo, colpito dalla voce dello semisconosciuto cantante, incoraggia la collaborazione. Il brano diventa un successo e nella successiva tournée europea di Zucchero la parte di canto lirico del brano viene affidata proprio a Bocelli.
Due anni dopo, nel 1994, partecipa nella sezione Nuove proposte del Festival di Sanremo, con il brano Il mare calmo della sera. Vince, e il pezzo, che darà il titolo al primo album di successo, pubblicato con l’etichetta discografica Sugar di Caterina Caselli, dà l’avvio a quella che sarà un’inarrestabile carriera internazionale.
L’esordio sulla scena lirica arriva con l’interpretazione del canto sacro Adeste Fideles in San Pietro, su invito di Giovanni Paolo II, nella sera di Natale del 1994. Due anni dopo il successo è sancito dalla hit Con te partirò: presentato a Sanremo nel 1995, e pubblicato come singolo nel 1996, raggiunge la prima posizione in classifica Francia e in Belgio, diventa il secondo singolo più venduto in Germania. La versione in lingua inglese Time to say goodbye, incisa insieme al soprano Sarah Brightman, arriverà a vendere oltre 15 milioni di copie nel mondo.

I progetti educativi e sanitari nel mondo
Crescono i successi, ma anche l’impegno nei confronti dei meno fortunati. Nel luglio 2011 fonda la Andrea Bocelli Foundation, che sostiene progetti educativi e sanitari in diverse aree del mondo, «per restituire qualcosa dopo essere stati ispirati dall’affetto e dalla positività dai fan e dai partner in tutto il mondo», come scrive nel suo sito.
Alla notorietà del cantante ha contribuito la capacità di muoversi tra i generi, e di coinvolgere star internazionali. L’album Duets, del 2024, che celebra i suoi 30 anni di carriera, raccoglie le collaborazioni con nomi come Céline Dion, Ed Sheeran, Luciano Pavarotti, Plácido Domingo, oltre al figlio Matteo Bocelli.
Va detto che nel mondo della musica colta, la figura di Bocelli è dibattuta. Se da un lato c’è la popolarità senza precedenti per un tenore, dall’altro le sue interpretazioni del repertorio operistico sono state anche oggetto di critiche dei puristi, che ne hanno individuato limiti tecnici e interpretativi. Critiche alle quali Bocelli ha sempre replicato, con umiltà, spiegando che il suo scopo è quello di avvicinare alla lirica chi non la conosce più che di competere con i migliori tenori classici.