Il glaucoma è una delle principali cause di cecità irreversibile. La perdita della vista è dovuta al danneggiamento progressivo delle fibre del nervo ottico, provocate nella maggior parte dei casi dall’aumento della pressione intraoculare. La forma congenita è considerata una malattia rara, che colpisce circa un bambino su 45mila nati vivi. Si può manifestare alla nascita o entro i primi tre anni (dopo viene definito glaucoma infantile). Nel 70-80% dei casi colpisce entrambi gli occhi.

Sintomi
Alla nascita gli occhi appaiono di dimensioni più grandi e la cornea quasi sempre non è trasparente. Poi, per effetto dell’allungamento degli occhi durante lo sviluppo a causa dell’alta pressione intraoculare, i bambi­­ni hanno in genere occhi arrossati e con abbondante lacrimazione, provano fastidio in presenza di luce (fotofobia) e possono presentare blefarospasmo (chiusura frequente delle palpebre).

Una malattia ereditaria
Un genitore malato ha il 50% di probabilità di trasmettere il glaucoma ai propri figli: la conoscenza delle eventuali mutazioni genetiche nei genitori consente di effettuare una diagnosi prenatale.

Diagnosi
La visita oculistica alla nascita è di fondamentale importanza. Se si sospetta il glaucoma, è necessario addormentare il neonato, procedere all’esame del fondo degli occhi e alla tonometria, ovvero la misurazione della pressione intraoculare, i cui valori considerati normali sono tra i 12 e i 19 millimetri di mercurio (mmHg).

Salute e medicina

Glaucoma: la diagnosi precoce può salvare la vista

Glaucoma: la diagnosi precoce può salvare la vista
Glaucoma: la diagnosi precoce può salvare la vista

Cure
Le terapie non consentono la guarigione dal glaucoma, ma i trattamenti, specie se tempestivi, aumentano le possibilità di rallentare la degenerazione del nervo ottico, e di conseguenza preservare la vista più a lungo. A seconda dei casi, gli specialisti possono valutare l’impiego di colliri per diminuire la pressione intraoculare, ma spesso si rende necessaria la chirurgia (anche più interventi), per consentire il deflusso dell’umore acqueo, ovvero il liquido presente nell’occhio che, se ristagna, provoca l’aumento della pressione.