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Andrea Bocelli: il celebre cantante ha manifestato il glaucoma nella prima infanzia
Il glaucoma è una delle principali cause di cecità irreversibile. Nel mondo, si stima che ne siano affette oltre 76 milioni di persone e si prevede che supereranno i 110 milioni entro il 2040. La perdita della vista è dovuta al danneggiamento progressivo delle fibre del nervo ottico, provocate nella maggior parte dei casi dall’aumento della pressione intraoculare.
Le diverse forme
Esistono vari tipi di glaucomi, classificati in base all’aspetto dell’angolo iridocorneale, la zona in cui l’umore acqueo (il liquido interno dell’occhio) viene drenato.
• Primario ad angolo aperto: è la forma più comune. L’angolo iridocorneale appare aperto, ma il drenaggio non è efficace, e la pressione intraoculare può aumentare lentamente nel tempo.
• Ad angolo stretto o chiuso: in questo caso l’angolo è molto stretto o si chiude, impedendo il deflusso del liquido. Ciò può causare sia aumenti di pressione cronici, sia aumenti improvvisi (attacchi acuti).
• Secondario: il glaucoma può essere legato a traumi, infiammazioni, farmaci, interventi chirurgici.
• Congenito: si manifesta nei neonati e nei bambini entro i tre anni di vita, ma si tratta di una forma molto più rara.
I principali fattori di rischio
Chiunque può sviluppare il glaucoma, ma alcuni fattori aumentano il rischio in modo significativo:
• pressione intraoculare elevata
• familiarità
• età superiore ai 40 anni
• miopia elevata o ipermetropia marcata
• alcune malattie sistemiche (diabete, ipertensione, patologie vascolari).
I sintomi
Il glaucoma è una malattia silenziosa, particolarmente insidiosa perché, nelle fasi iniziali, non causa sintomi evidenti, né dolore.
La malattia colpisce progressivamente la visione periferica, cioè quella che ci permette di percepire ciò che accade ai lati mentre guardiamo dritto davanti a noi. La visione centrale (quella usata per leggere, scrivere, riconoscere i volti) resta inizialmente intatta.
Per questo è difficile accorgersi del problema: la perdita è graduale e spesso già avanzata al momento della diagnosi.
Diagnosi e controlli
La diagnosi si basa su una visita oculistica completa, ma gli esami fondamentali per la prevenzione, consigliati a partire dai 40 anni, sono i seguenti.
• Tonometria ad applanazione di Goldmann. È il metodo più preciso per misurare la pressione intraoculare. Tecniche alternative come il tonometro a soffio sono meno affidabili.
• Esame del fondo oculare. Consente di osservare la testa del nervo ottico e valutarne lo stato, cercando segni come l’escavazione (una “depressione” centrale tipica del glaucoma).
• Pachimetria corneale. Misura lo spessore della cornea. È importante perché una cornea più sottile può far sembrare la pressione più bassa di quanto sia realmente, mentre una cornea più spessa può falsarla verso l’alto.
• Campo visivo computerizzato. Forse l’esame più importante. Senza aver fatto questo esame non si può porre la diagnosi di glaucoma. Misura la sensibilità della vista nelle varie zone del campo visivo. Il glaucoma colpisce soprattutto la visione periferica. È utile sia per la diagnosi sia per monitorare la progressione della malattia.
Le terapie
Le cure per il glaucoma variano in base allo stadio e alla risposta del paziente. Non consentono la guarigione dalla malattia, ma i trattamenti, specie se tempestivi, aumentano le possibilità di rallentare la degenerazione del nervo ottico, e di conseguenza preservare la vista più a lungo.
• I colliri ipotonizzanti sono la prima scelta e devono essere usati ogni giorno con regolarità. Ne esistono di vari tipi e talvolta si usano in combinazione.
• La laser trabeculoplastica selettiva (SLT) è un trattamento ambulatoriale, indolore, che migliora il deflusso del liquido interno dell’occhio. Può essere una valida alternativa o complemento ai colliri.
• La chirurgia è riservata ai casi più avanzati o resistenti. Le tecniche includono la trabeculectomia, gli impianti drenanti o gli interventi più recenti con dispositivi mininvasivi.