Una mattina come tante, lavandomi il viso, di fronte allo specchio, notai una piccola macchia sul collo». Mara Maionchi aveva 25 anni e pensò che si trattasse di un fungo della pelle. Tempo dopo scoprì la verità: era vitiligine, «che mi provoca delle macchie chiare su quasi tutto il corpo». La malattia, cronica, si manifesta con un imbiancamento di alcune zone perché deriva dalla mancanza di melanina, il pigmento che ci dona il nostro colorito caratteristico. Non crea altri problemi fisici, però. «Solo chi ha la vitiligine teme la vitiligine», ha aggiunto la discografica, per sottolineare che non si tratta di una patologia infettiva.
La presenza di discromie su viso e corpo può creare disagio, ma Kasia Smutniak insegna che non è un dramma. A ottobre 2023, l’attrice polacca si è mostrata su Instagram con un bassotto arlecchino fra le braccia, ironizzando sulla somiglianza fra il pelo maculato del cucciolo e la sua vitiligine. «Abbiamo delle cose in comune», ha scritto.
Il percorso di accettazione non è stato semplice. «All’inizio non l’ho presa per niente bene», ha rivelato l’attrice in un’intervista a Vanity Fair. «È una malattia autoimmune che ha una fortissima componente psicosomatica». Si era manifestata nel 2013, tre anni dopo la scomparsa del suo compagno, Pietro Taricone, per un incidente di paracadutismo. Insieme avevano avuto una figlia, Sophie. «La vitiligine mi creava tantissima insicurezza», ha confessato Smutiniak al settimanale. «Mi truccavo le mani con il fondotinta anche solo per portare mio figlio all’asilo. Per guarire ho provato di tutto: prima sono andata dai medici e poi sono finita dai santoni». Per la patologia, però, non esiste una cura risolutiva, anche se oggi ci sono nuovi farmaci che ne possono contenere gli effetti. L’attrice ha raccontato di essersi ritrovata con ogni genere di personaggi che le promettevano falsi rimedi, finché si è detta: «Adesso basta».

Dermatologia

Vitiligine, nuovo farmaco risolutivo

Vitiligine, nuovo farmaco risolutivo
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Così, Kasia ha cambiato approccio: «Le mie macchie sono parte di me: da quando le ho accettate non ci faccio nemmeno più caso. L’unica seccatura della malattia è non poter prendere il sole, ma in compenso mi è venuta una pelle bellissima». In realtà ci si può esporre, a patto che si utilizzino alti fattori di protezione, si evitino gli orari centrali della giornata e si indossino cappello e occhiali scuri.
La protagonista di film di successo come Perfetti sconosciuti ha deciso di mostrare le chiazze sulle mani e sul viso e di farne un punto di orgoglio. Come ha scritto in un suo post, «spero che la mia testimonianza possa dare forza a tante persone con la mia stessa particolarità o senza. È stato bello scoprire quanta importanza diamo alle nostre fragilità, quanto queste possano plasmare le nostre vite e quanto è bello liberarsene».
In occasione del suo esordio alla regia con il film Mur, uscito nel 2023, un documentario sul muro anti-migranti di 186 chilometri al confine tra la Polonia e la Bielorussia, ha spiegato a Sette, la rivista del Corriere della Sera: «Dobbiamo riprenderci il modo di rappresentare noi stessi. Prima ero più timida ma oggi esigo rispetto per i segni che porto sul volto. Sono io e nessun altro a decidere come raccontare il mio corpo. La mappa delle emozioni è la nostra storia».•