Molto in voga, la skincare coreana è una pratica millenaria. «Prevede l’applicazione sul viso di più prodotti, in successione», spiega Alessandra Vasselli, docente di Scienza e tecnologie cosmetiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e cosmetologa dell’Associazione italiana dermatologia e cosmetologia (Aideco). «La doppia detersione è il pilastro della routine asiatica, quello che l’ha resa famosa».

La routine punto per punto
I passaggi previsti dalla skincare coreana sono otto quotidiani, più due da inserire in alcuni giorni della settimana. Eccoli
1. Il primo passaggio è la detersione oleosa: i detergenti a base di olio portano via il sebo in eccesso e il make up, anche quello più resistente.
2. La detersione si completa con l’impiego di un detergente a risciacquo che rimuove, oltre ai residui della detersione oleosa, le ultime impurità. Esistono in commercio detergenti che riuniscono i due passaggi detergenti, oleoso e a risciacquo, in un unico prodotto.
3. Mentre questi primi due step si eseguono quotidianamente, mattina e sera, il terzo, l’esfoliazione, che porta via le cellule morte e stimola il rinnovamento cutaneo, si può prevedere due, tre sere a settimana, a fine giornata.
4. Dopo la doppia detersione e l’eventuale esfoliazione si passa sul viso il tonico, portando via le ultime impurità e preparando la pelle ai successivi passaggi di cura.
5. Quindi si procede all’applicazione dell’essenza, ricca di estratti naturali, per esempio da erbe e funghi, e principi attivi funzionali. Poco conosciuta nel mondo occidentale, l’essenza è un prodotto iconico coreano, da usare prima della cura vera e propria.
6. Il sesto passaggio è rappresentato dall’applicazione sul viso e sul collo, picchiettando la pelle, di un trattamento concentrato che può essere un siero a base cremosa oppure un’ampolla a base acquosa. Le formule dalla consistenza leggera sono le più adatte per il layering cosmetico, l’applicazione di più prodotti in successione.
7. Una, due volte la settimana si può prevedere il settimo step, l’applicazione di una maschera in tessuto da scegliere in base alle necessità della pelle. Sono nate in Corea le prime, pratiche maschere in tessuto.
8. Si esegue invece due volte al giorno l’ottavo passaggio, l’applicazione di un trattamento per il contorno occhi a cui si può affiancare, al bisogno, l’impiego di un patch occhi per sgonfiare, illuminare e distendere lo sguardo.
9. Il nono passaggio consiste nell’applicazione di una crema, idratante, nutriente, riequilibrante, illuminante o liftante in base al tipo di pelle e al risultato che si vuole ottenere.
10. Chiude la routine di skincare coreana mattutina l’applicazione della protezione solare o del fondotinta che contenga una protezione solare. Tra le innovazioni made in Corea ci sono i cushion, i fondotinta con un cuscinetto morbido per “timbrare” il prodotto sul viso in modo pratico e veloce. Alcuni prodotti uniscono la tecnologia del cushion alla protezione dai raggi UV.

Allo specchio

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Non per tutti i tipi di pelle
«La routine insegna buone pratiche di cura del viso: l’importanza della pulizia regolare, mattina e sera», precisa la cosmetologa, «a cui vanno affiancate una idratazione costante e una protezione quotidiana dai raggi Uv e dallo smog per preservare integra la barriera cutanea e mantenere la pelle in equilibrio, sana, forte e luminosa».
La skincare coreana non è per ogni pelle. «Non tutte le tipologie cutanee però possono accogliere tranquillamente questa complessa routine cosmetica», continua la cosmetologa Vassalli. «La decisa sollecitazione della pelle può infatti non essere adatta in caso di fragilità, sensibilità e reattività».