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Chi ha un animale domestico sa bene che legame speciale si crea con il proprio quattro zampe. Non tutti sanno, invece, che i migliori amici dell’uomo possono diventare anche i migliori amici dei loro simili. In che modo? Attraverso la donazione di sangue.
«Negli ultimi anni la Medicina trasfusionale veterinaria ha fatto passi da gigante», spiega Marta Vascellari, medico veterinario e responsabile della Banca del sangue canino e felino dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, una delle eccellenze italiane, con diversi punti di prelievo in Veneto, Friuli Venezia-Giulia e provincia di Bolzano. «Con una trasfusione oggi si può salvare la vita a cani e gatti feriti o ammalati e gestire situazioni cliniche molto complesse come le conseguenze di traumi gravi, emorragie, malattie autoimmuni, anemie, avvelenamenti o interventi chirurgici oncologici che, fino a qualche anno fa, era difficilissimo affrontare».
Sedazione per i mici
Mentre all’estero, specie in Gran Bretagna, è praticata da molti anni, nel nostro Paese la donazione di sangue di animali è ancora poco conosciuta. «Ci si può informare facilmente dal proprio veterinario», continua Vascellari. «In tutta Italia oggi esistono le banche del sangue presso le facoltà di Medicina veterinaria delle università, a oggi circa una decina tra Nord e Sud: a queste strutture ci si può rivolgere per avere informazioni o per prenotare una donazione. In alternativa, si può partecipare a una delle campagne di prelievo che periodicamente le banche del sangue promuovono appoggiandosi alle cliniche veterinarie e agli ambulatori sparsi sul territorio».
Come accade per gli umani, naturalmente, anche cani e gatti possono donare il sangue solo se rispondono a precisi requisiti di età, peso e stato di salute (vedi i requisiti in fondo all’articolo). Ma a contare è anche il carattere. «I donatori devono essere di indole tranquilla e gestiti molto bene dai proprietari, non a caso molti di loro fanno già parte di un gruppo cinofilo o sono coinvolti in attività di pet therapy, dunque sono abituati a cooperare», precisa la veterinaria. «Durante il prelievo, che avviene dalla vena giugulare e richiede pochi minuti, l’animale deve restare fermo e tranquillo. Non per niente ai gatti, che sono di indole meno docile dei cani, in genere si somministra una leggera sedazione».
Incluso il check up
Alla fine, oltre alla ricompensa (una medaglietta e qualche croccantino), c’è un altro vantaggio che rassicura donatori e riceventi. «A ogni donazione si ripete un ampio pannello di analisi, dunque questi animali usufruiscono di controlli sanitari regolari e di un monitoraggio completo della loro salute», dice Vascellari. «E il sangue disponibile per le trasfusioni è sicuro e controllato».
Se tutto va bene, i cani possono donare fino a quattro volte l’anno, mentre i gatti tre, e viene prelevato solo il 20% del volume totale di sangue dell’animale.
Nel frattempo, per rispondere alla crescente richiesta, l’Istituto zooprofilattico delle Venezie ha sottoscritto da poco una collaborazione con l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) di Mira e Mestre San Giuliano, in provincia di Venezia, con l’obiettivo di avviare un servizio di donazioni fra gli animali accolti nei rifugi e in attesa di adozione. «Anche questa è una strada possibile se le condizioni di salute fisica e psicologica degli animali lo consentono», continua l’esperta. «I cani che sono stati abbandonati o che hanno subito maltrattamenti, per esempio, devono prima recuperare fiducia e serenità. Poi, però, in questo caso il vantaggio è doppio: se l’ospite di un rifugio è donatore di sangue vuol dire che, oltre a essere molto controllato dal punto di vista sanitario, è un cane dal carattere docile ed equilibrato, dunque si presta molto bene all’inserimento in una famiglia. Diventa più facile adottarlo».
Ma nel caso in cui ci si trovasse all’estero in una situazione di emergenza, a chi ci si può rivolgere? «Dipende da dove ci si trova, in Europa molti pronto soccorsi veterinari hanno un servizio di medicina trasfusionale interno mentre, per le destinazioni extraeuropee, conviene informarsi prima», dice Vascellari. «Naturalmente augurandosi di non averne mai bisogno».
I requisiti dei quattrozampe solidali
Cani donatori. Per donare il sangue i cani devono pesare almeno 20 chili, avere un’età compresa tra 18 mesi e otto anni, e non assumere farmaci al momento della donazione, fatta eccezione per gli antiparassitari di routine e i trattamenti preventivi. È fondamentale che il cane sia in buona salute generale e abbia un temperamento docile. È anche cruciale determinare il gruppo sanguigno del cane, utilizzando il sistema di antigeni eritrocitari noto come Dea (dog erythrocyte antigen), in modo da prevenire reazioni avverse nel ricevente, dovute all’incompatibilità del sangue.
Gatti donatori. Per donare il sangue i gatti devono pesare almeno 5 chili, essere in buona salute, avere da 18 mesi a otto anni ed essere sottoposti a regolari profilassi per parassiti e agenti infettivi. Anche per i gatti, che hanno un sistema di gruppi sanguigni noto come sistema AB, la tipizzazione del sangue è essenziale per evitare reazioni di incompatibilità che potrebbero mettere a rischio la vita del ricevente.