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Camminare fa bene, ma farlo in compagnia libera la mente da preoccupazioni e paure. «Quando si passeggia con altre persone si entra in una relazione dinamica orizzontale in cui tutti si trovano sullo stesso piano, senza competizione né confronto», spiega Paolo Caselli, psicologo clinico e dello sport, professore presso il dipartimento di Scienze del sistema nervoso e del comportamento dell’Università degli Studi di Pavia e coordinatore dello studio Uno Corpomente. «Le barriere cadono, la timidezza svanisce e diventa anche più facile aprirsi e confidarsi, sentendosi parte di un flusso condiviso».
Già Aristotele e i suoi discepoli, i cosiddetti peripatetici, camminavano mentre discettavano di filosofia, convinti che il movimento favorisse acume e creatività.
Oggi la scienza conferma l’intuizione degli antichi: una meta-analisi riportata sul British Journal of Sports Medicine e condotta presso la University of East Anglia di Norwich, in Gran Bretagna, ha dimostrato che le passeggiate in gruppo - soprattutto se nella natura - riequilibrano la pressione sanguigna, migliorano l’ossigenazione dei tessuti e aiutano a mitigare gli stati depressivi.
«Camminare insieme a qualcuno abbassa l’attivazione del sistema nervoso simpatico, riducendo la tendenza a rimuginare, e stimola quello parasimpatico, che rilassa corpo e mente», aggiunge Caselli, che col format “Raccontarsi a suon di passi” propone colloqui psicologici itineranti nei parchi. «E quando i pensieri ricorrenti perdono forza, lasciano spazio alla leggerezza e alla gioia del presente. Dove non conta chi sei, cosa fai o dove vai: conta solo il piacere di esserci, senza maschere».











