La prima pillola che raduna l’azione di quattro farmaci contro l’ipertensione è in fase di approvazione dagli enti regolatori e in Italia sarà disponibile in commercio all’inizio del 2026.
La prova che conferma la validità della quadriterapia è stata presentata all’ultima edizione del congresso della Società Europea di Cardiologia che si è tenuto a Londra ed è uno studio clinico di fase III internazionale multicentrico chiamato QUADRO. L’ampia indagine, condotta su 183 pazienti con ipertensione resistente ai farmaci in 13 Paesi, ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di un trattamento di otto settimane con la quadriterapia a base di perindopril, indapamide, amlodipina e bisoprololo con una triplice terapia, composta da perindopril, indapamide e amlodipina, alla massima dose tollerata.

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Un’unica pillola a dosaggio fisso si è dimostrata in grado di controllare l’ipertensione resistente e di migliorare l’aderenza al trattamento da parte dei pazienti.

Quando non basta un solo antipertensivo
Secondo la Società Europea dell’Ipertensione tra il 5% e il 10% delle persone che soffrono di ipertensione arteriosa sono classificate come ipertesi resistenti, caratterizzati da un maggior rischio di eventi cardiovascolari prematuri come ictus, infarto e malattie renali croniche. Sono pazienti ipertesi difficili da trattare, che richiedono una terapia quotidiana basata su una combinazione di diversi farmaci necessari per ottenere un adeguato controllo della pressione sanguigna, e molto spesso rientrano in quel 50% dei malati cardiovascolari che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non segue in modo corretto le prescrizioni mediche, compromettendo l’efficacia della terapia e aumentando il rischio di gravi complicanze.

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Le attuali linee guida interna­zio­nali per il trattamento dell’iper­tensione raccomandano quindi le combinazioni di singoli principi attivi come soluzioni ottimali per un migliore controllo della pressione arteriosa, una semplificazione dei regimi di trattamento e un aumento dell’aderenza alle cure.

La massima si riduce di oltre 20 punti
«QUADRO è il primo studio a valutare l’efficacia di una combinazione che integra in un’unica pillola quattro classi di farmaci antipertensivi: perindopril (un ACE-inibitore), indapamide (un diuretico), amlodipina (un calcio-antagonista) e bisoprololo (un β-bloccante)», spiega il principale autore della ricerca Stefano Taddei, professore ordinario di Medicina interna all’Università di Pisa. «Al termine delle otto settimane di sperimentazione, con la quadripillola si è ottenuta una riduzione della pressione sistolica (la massima) di 20,7 mmHg, contro il calo di 11,3 mmHg che si è avuto seguendo la terapia con la combinazione di tre farmaci. Inoltre, il disegno robusto e la natura multicentrica internazionale dello studio danno fiducia ai risultati».

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