La celiachia colpisce circa l’1% della popolazione ed è caratterizzata da reazioni avverse dopo l’ingestione di alimenti contenenti glutine, il complesso principale di proteine di grano, orzo, farro e segale.

La predisposizione genetica
La malattia si sviluppa se si è predisposti geneticamente e la predisposizione genetica, ovviamente, ha a che fare anche con la familiarità, quindi con mamma, papà, nonni e zii. Tuttavia, chi ha familiari di primo grado celiaci ha un rischio pari a circa il 10­-15% di sviluppare la malattia, mentre il rischio della popolazione generale è intorno all’1% (dati dell’Associazione italiana celiachia). La prima percentuale ci fa capire che non tutte le persone che hanno familiarità e predisposizione genetica alla celiachia diventano celiache. Anzi, la maggior parte non svilupperà mai il problema.

L’età d’insorgenza
Si può diventare celiaci a qualsiasi età perché i geni possono rimanere latenti per tanti anni e poi attivarsi all’improvviso. In genere, a svegliare il can che dorme è un’infezione virale dell’apparato digerente, un trauma psicologico, un periodo della vita particolarmente stressante oppure l’utilizzo di alcuni farmaci.

Come si arriva alla diagnosi
Riconoscere la celiachia non è difficile, perché i suoi sintomi possono essere piuttosto pesanti (diarrea, perdita di peso, ma anche orticaria, herpes, emicrania). Per togliersi ogni dubbio c’è l’esame istologico dei campioni ottenuti tramite la biopsia dell’intestino tenue, che permette di confermare l’effettiva atrofia dei villi intestinali e un alto numero di linfociti, ossia gli anticorpi che il sistema immunitario produce in risposta al glutine e che infiammano in maniera cronica l’intestino, danneggiandolo.

Alimentazione

Glutine: dove si trova e come evitarlo

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Quando introdurre il glutine nella dieta di un bambino con genitori celiaci
Numerosi studi internazionali confermano che ritardare l’introduzione del glutine nella dieta non modifica il rischio di sviluppare o meno la celiachia. Così consiglia la Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica: il glutine si può inserire tranquillamente tra i quattro e i 12 mesi di vita, preferibilmente in piccole quantità, da aumentare gradualmente.

Come si capisce se un bambino è celiaco
Non c’è un sintomo specifico e distintivo, ma dato che con la celiachia i villi intestinali si accorciano, diventando più “tozzi”, l’organismo non assorbe bene i nutrienti e questo ha conseguenze dirette sulla crescita del bambino. Mamma e papà possono notare un ritardo nella crescita oppure, ed è un dettaglio più specifico, la perdita di smalto dentale.

Dieta gluten free per tutti, un errore
Si è diffusa l’opinione che il glutine faccia male alla salute o che seguire un regime gluten free faccia dimagrire. L’opinione è destituita di ogni fondamento: il glutine è responsabile solo dell’intolleranza di chi è affetto da celiachia. L’ideale sarebbe che tutti consumassero a rotazione, oltre al grano, cereali come il riso, il mais, la quinoa e il grano saraceno per variare l’apporto di proteine, vitamine e minerali.

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«Mal di testa e di pancia, io e mio padre con la celiachia»

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