Nicole Kidman, tra le donne più belle del mondo, occhi che ti inchiodano dal grande schermo, è stata una bambina miope, una ragazza miope e si è trascinata il suo difetto visivo anche nella carriera stellare al cinema.
È in buona compagnia a Hollywood, da Cate Banchett a Jennifer Aniston, da Brad Pitt a Johnny Depp. Nessuno di loro indossa occhiali e vengono sempre in mente i tempi in cui le donne si vergognavano a portare le lenti. La protagonista di Come sposare un milionario, interpretata da Marilyn Monroe, si muove semi-cieca per tutto il film, finché il futuro (e ricchissimo) marito la convince a sfoggiare un indimenticabile modello anni Cinquanta, “cat eye”, stile gatta.

«Da piccola ero occhialuta e troppo alta»
«Mia madre, Janelle Ann MacNeille, era miope», ricorda Kidman. «Avendo lei stessa questo difetto visivo, quando si accorse che da piccola avvicinavo troppo i giocattoli al viso e strizzavo gli occhi per guardarli, mi portò dall’oculista. Bastò una visita per darle ragione». L’attrice australiana ha raccontato questo aneddoto, con una certa autoironia, in un’intervista di qualche anno fa, quando le venne chiesto il segreto del suo sguardo magnetico e degli incredibili occhi blu. Come dire, l’aria fatale sarebbe stata in realtà l’aria di chi non ci vede chiaro.

Salute e medicina

Laser per la miopia: a chi è adatto e chi deve evitarlo

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La madre, che è morta lo scorso settembre mentre l’attrice era al Festival di Venezia, era stata brava a fare subito una visita oculistica. Kidman da piccola non era per niente contenta: «Detestavo indossare quegli occhiali che dovevano essere per forza spessi, visto che avevo una miopia importante. Li toglievo ogni volta che potevo perché ero già una bambina molto più alta dei miei coetanei e gli occhiali non aiutavano di certo nella socializzazione a scuola. Occhialuta e troppo alta rispetto ai miei compagni, non ho potuto nemmeno continuare a frequentare le lezioni di danza classica che adoravo».
L’insicurezza durante l’adolescenza produsse invece un effetto contrario: «Al liceo le lenti hanno iniziato a rappresentare per me una sorta di schermo nei confronti dei miei coetanei. Mi permettevano di creare una barriera tra me e gli altri e di non affrontare la mia timidezza». Una protezione dal mondo esterno.

I gossip sul colore della sua iride
A un certo punto, però, decise di superare la sua introversione e fu proprio questa risoluzione che la spinse a frequentare corsi di arte drammatica e mimo al Victorian College of the Arts di Melbourne e al Philip Street Theatre di Sidney. Qui rafforzò il carattere e forgiò la sua inclinazione artistica, ma non superò quello che lei considerava “il trauma” di indossare gli occhiali da vista.
Rimediò mettendo lenti a contatto, abitudine da cui derivò la leggenda metropolitana che il blu delle sue iridi fosse artificiale. Il problema è che gli occhi tendevano ad arrossarsi. «Ho spesso letto molti commenti sul colore dei miei occhi e sul fatto che fossero spesso rossi», ha detto Kidman. «Ma questo era dovuto soprattutto al fatto che indossavo le lenti a contatto per molte ore. In ogni caso i miei occhi si arrossano perché sono particolarmente sensibili».
L’avversione per gli occhiali da vista era totale: «Non li ho mai indossati, tranne quando ero a casa».

L’intervento in occasione della notte degli Oscar
Il successo per Nicole inizia in Australia, recitando in un videoclip, e poi con la partecipazione come attrice minore a molti film. Nel 1987 è ancora una ragazza acerba quando arriva in Italia per girare il film Rai Un’australiana a Roma e solo un paio di anni dopo è sul set di Ore 10: calma piatta. È proprio il successo di quella pellicola che l’anno dopo la porta a girare Giorni di tuono, dove incontra il futuro marito Tom Cruise.
Decide di trasferirsi negli Stati Uniti. È proprio qui che sboccia in tutta la sua raffinata classe. Molti registi la notano. Altissima, filiforme, passa da un ruolo all’altro, anche in pellicole d’autore come Ritratto di signora, diretto nel 1996 da Jane Campion e tratto dall’omonimo romanzo di Henry James, o Eyes wide shut (1999), ultimo lavoro del grande regista Stanley Kubrick e ultimo film insieme per la coppia Kidman-Cruise.

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Sono miope: rischio il distacco di retina?

Sono miope: rischio il distacco di retina?
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Il musical Moulin Rouge!, diretto da Baz Luhrmann nel 2001, rivela le sue doti canore e le procura la sua prima candidatura all’Oscar. La seconda arriva l’anno dopo, quando, irriconoscibile, l’attrice interpreta la scrittrice Virgina Woolf in The Hours.
Decide di correggere la miopia, per il desiderio, in caso di vittoria, di poter leggere il discorso alla notte degli Oscar. Si sottopone così all’intervento di chirurgia refrattiva e, qualche settimana dopo, in effetti vince la statuetta come migliore attrice protagonista. «Per anni sono stata letteralmente cieca, ora vedo perfettamente», ha commentato Kidman. «Non posso credere di aver lasciato passare così tanto tempo, ma penso che questo sia dovuto a come mi sentivo dentro. Ora noto se le persone mi guardano e sorrido quando mi salutano, così come è bellissimo svegliarsi nel cuore della notte e vedere la tv senza occhiali o guidare senza lenti a contatto».

Corsa, yoga, verdura e cereali integrali
In quegli stessi anni, la vita matrimoniale con Cruise va in pezzi. Lei stessa ha raccontato di avere attraversato un periodo di depressione e di avere pian piano risalito la china.
Ma l’amore torna con il cantante Keith Urban e con le loro due figlie, Sunday Rose e Faith Margaret. I ruoli si succedono e Kidman si ritaglia nuovi successi nelle miniserie tv, come The Undoing - Le verità non dette (2020), in cui recita insieme a Hugh Grant.
Come si fa ad avere un fisico perfetto come il suo? Intanto mangia con moderazione e segue una dieta con molta frutta e verdura fresca, proteine magre e cereali integrali. Conta tantissimo il movimento. Nicole è cresciuta in una famiglia che amava correre le mezze maratone ed è abituata a correre. Ama il jogging, le camminate a passo svelto e la bicicletta. A quanto pare, non può fare a meno dello yoga, che la aiuta a rilassarsi e a tonificare la muscolatura.
Grazie alla sua bravura e alla sua straordinaria bellezza, non smette di affascinare il pubblico. In concorso al Festival di Venezia 2024 il suo ultimo film, il thriller Babygirl, diretto da Halina Reijn. In una trama in cui intraprende una storia d’amore proibita con un giovane stagista (Harris Dickinson). Una relazione pericolosa.