Grazie ai controlli regolari, che anche la conduttrice televisiva Antonella Clerici ha sempre fatto, è possibile evidenziare molto precocemente un quadro potenzialmente sospetto di tumore ovarico, e quindi intervenire di conseguenza.

Le diagnosi
Nel 2022 sono state circa seimila le nuove diagnosi di tumore ovarico in Italia (dati AIOM), decimo tumore più diffuso tra le donne. Si presenta principalmente dopo la menopausa, superati i 50 anni ma, talvolta, anche in donne più giovani. Noi, all’unità di Ginecologia oncologica trattiamo ogni anno più di 80 tumori primitivi dell’ovaio e oltre 300 tumori maligni dell’utero.

L’intervento
La rimozione chirurgica del tumore ovarico è il metodo usato più spesso per trattare questo tipo di neoplasia. L’intervento è curativo nel 70% circa dei tumori in stadio iniziale. Oggi c’è la possibilità di utilizzare strumenti che permettono di eseguire una chirurgia mininvasiva. L’intervento di Antonella Clerici si è svolto in laparoscopia, con uno strumento che permette di operare attraverso un canale di appena 5 millimetri e con una camera (il laparoscopio) di appena un centimetro. È uno strumento multifunzione che esegue la dissezione, il coagulo e il taglio in modo estremamente preciso, veloce, e senza lasciare alcuna cicatrice. Gli interventi in laparoscopia mantengono l’integrità della persona e consentono un decorso post operatorio molto rapido.

Salute e medicina

Come si cura la sindrome dell’ovaio policistico

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Dove farsi operare
In caso di sospetto, è fondamentale rivolgersi sempre a centri di grande expertise per il tumore ovarico e in cui si fa ricerca. Se multidisciplinarietà e alta tecnologia sono imprescindibili, altrettanto centrali sono la comunicazione e l’umanità. La comunicazione è importantissima, per esempio, nella gestione in menopausa, quando si tende ad asportare ovaie e tube in presenza di cisti sospette, e nella tutela della fertilità delle pazienti oncologiche di giovane età.

Nelle donne giovani
Presso i nostri Istituti è garantito un programma di chirurgia conservativa, ove indicato, e di conservazione degli ovociti e del tessuto ovarico e percorsi di gestione dei disturbi legati alla sfera sessuale. Tutto questo per offrire le migliori opportunità di qualità della vita nella donna affetta da tumore ovarico.