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Terenghi / ipa-agency.net
Il più grande segreto di benessere della “signora della Rai” Antonella Clerici è il luogo dove abita. È proprio lei a raccontarlo e a parlare di quel bosco ad Arquata Scrivia, al confine con la Liguria, in mezzo al quale sorge la sua casa. Talmente amato da essere anche riprodotto nella scenografia del suo iconico programma di cucina È sempre mezzogiorno e che per lei rappresenta quasi un luogo salvifico dove rigenerarsi ogni giorno. È qui, per esempio, tra i suoni della natura, il passaggio delle stagioni e gli animali (comprese le galline, che adora), che è riuscita a riprendersi dall’intervento eseguito a giugno scorso, per la rimozione urgente di una formazione ovarica. Qualcosa che l’ha colta di sorpresa ma che alla fine le ha anche insegnato molto, soprattutto sull’importanza della prevenzione.
Antonella Clerici, a giugno ha fatto preoccupare tutti postando sui social alcune immagini in un letto d’ospedale. Ora che sono passati alcuni mesi ed è tornata in piena forma, se la sente di raccontare che cosa è successo esattamente?
«Prima di partire per le vacanze, avevo deciso di fare un salto a Roma a trovare una mia amica con l’idea di spostarmi poi a Napoli per assistere al concerto di Gigi D’Alessio. Avendo proprio a Roma il mio ginecologo storico, Antonio Tafuri, quello che ha anche fatto nascere mia figlia Maelle, avevo pensato di andarlo a salutare e approfittare per la mia solita visita di routine. In quella precedente aveva trovato una piccola cisti da tenere sotto controllo, così ho pensato che fosse importante passare da lui, invece di farlo a settembre».
Un’intuizione provvidenziale…
«Sì! Durante la visita mi ha detto che la cisti si era ingrossata e che dovevo sottopormi a una risonanza magnetica al più presto».
Si è spaventata?
«In realtà, conoscendolo come un medico molto scrupoloso, ho solo pensato che fosse un eccesso di precauzione da parte sua. Ho comunque prenotato per l’indomani in un centro privato. Sono andata a fare l’esame accompagnata da una mia amica con lo spirito da gita scolastica. Banalmente, la cosa che temevo di più era la risonanza in sé, perché per farla ti chiudono in un tubo e la cosa mi metteva un po’ di ansia. Quel giorno, infatti, ho anche preso qualche goccina di tranquillante. Per me il problema era quello».
E invece?
«Finito l’esame, la dottoressa mi ha chiamata nel suo studio e in quel momento ho capito che c’era qualcosa che non andava. Mi ha detto che la cisti era brutta, l’ha chiamata “borderline”, che all’epoca non sapevo neanche cosa significasse. Me lo ha spiegato proprio lei, dicendo che era una formazione che poteva essere o diventare maligna. Ingenuamente le ho detto che l’avrei tolta con calma dopo l’estate, ma lei mi ha detto che l’intervento andava fatto al massimo entro 20 giorni».
Si può solo immaginare cosa abbia provato in quel momento.
«Più che altro mi sono sentita confusa, non riuscivo a capire. Sono molto precisa e attenta a quello che riguarda la mia salute, faccio i controlli necessari, non sono il tipo che si trascura. Così, appena uscita dallo studio ho preso il toro per le corna e ho chiamato subito una cara amica, Adriana Bonifacino, che conosco da una vita ed è una bravissima oncologa e senologa. Mi ha subito tranquillizzata e indirizzata al ginecologo Enrico Vizza dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma. Un medico fantastico. Lo sottolineo sia per la sua bravura ma anche per la vastità di questo fenomeno femminile che è molto più frequente di quello che si può immaginare. Lui è stato veramente una persona dolcissima, che mi ha fatto sentire a mio agio, e l’empatia in un medico è fondamentale».
Si è operata subito?
«Sì, mi ha operata in laparoscopia e ha tolto la cisti che per fortuna è stata presa in tempo, prima che potesse trasformarsi in un tumore maligno. L’unica cosa che devo fare è la visita di controllo ogni sei mesi. Nient’altro».
Oltre alla cisti, mi perdoni la domanda, le hanno tolto anche le ovaie?
«Sì, ovaie e tube. Lo hanno fatto per precauzione. Avendo io un’età in cui le ovaie non vanno preservate per una gravidanza futura, hanno preferito togliere tutto. Quando si firma il consenso informato prima dell’intervento, lo si fa anche per asportare, in caso di necessità, l’utero. Per me però non è stato necessario».
È stato doloroso?
«Non ho sentito quasi nulla, ho avuto solo un po’ la pancia gonfia perché quando ti operano in laparoscopia devono riempirla di aria in modo da poter vedere perfettamente all’interno. Ho subito camminato, anzi, mi hanno spinto proprio i medici a farlo. Mi hanno operato il mercoledì e la domenica sono tornata a casa in macchina, ma soltanto perché volevo evitare lo spostamento in treno, non perché non potessi prenderlo».
Anche le esperienze non proprio positive insegnano qualcosa. Lei che cosa ha imparato da quello che le è successo?
«L’importanza della prevenzione e del fatto di andare sempre dal ginecologo per fare i controlli soprattutto quando si è in menopausa. La cisti ovarica quando non si ha il ciclo è molto diversa, diventa più invasiva. Se non mi fossi controllata e avessi lasciato passare altri mesi, forse si sarebbe sviluppato un tumore».
Per questo ha dato la notizia del suo intervento sui social?
«Tantissime amiche mi hanno detto di essere andate dal ginecologo subito dopo quello che mi era successo e mi ha fatto molto piacere. Spesso, prese dalla frenesia della vita quotidiana, queste visite si rimandano, invece sono step da tenere fissi in calendario».
Quanto tempo ci ha messo a riprendersi totalmente?
«Ad aiutarmi molto è stato il mio bosco, mi viene da dire che è stato lui a farmi guarire velocemente. Sono stata operata a giugno che era una bella stagione non più fredda, ma neanche tanto calda. Facevo delle belle camminate intorno casa, spesso mi mettevo sulla sdraio in giardino a leggere un libro. Essere immersa nella natura per me è stato salvifico».
E a livello psicologico?
«L’ho presa molto bene, anche se a volte mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi aspettato, se quel giorno non fossi andata a Roma o avessi deciso di non andare dal ginecologo. Quando ci penso, mi dico: “Cavolo, sono stata una donna super fortunata”».
Lei ha sempre condiviso molto della sua vita con i suoi telespettatori. Una volta ha raccontato della menopausa…
«Credo di essere stata una delle prime donne ad aver parlato di menopausa in tv, ad aver raccontato delle sue caldane. Quando le ho avute non ho potuto neanche seguire la terapia ormonale sostitutiva, perché mi aveva dato effetti collaterali importanti. Ho pensato che, avendo fatto tantissime cure ormonali per avere mia figlia, il mio corpo alla fine li ha rifiutati. Ma è un pensiero mio, non una teoria scientifica. Ovviamente ci tengo a specificare che non ho nulla contro la terapia sostitutiva se proposta dal ginecologo».
Come si prende cura del suo corpo in menopausa?
«Ho iniziato a fare tanto sport, cosa che prima, devo essere onesta, detestavo. Però è fondamentale soprattutto per mantenere la muscolatura, che si perde con l’età».
Che tipo di sport pratica?
«Ho la fortuna di avere la palestra in casa e due volte la settimana mi alzo alle 6,30, mi metto la tuta e inizio a correre sul tapis roulant. Poi faccio un po’ di pesi e uso un macchinario, il TRX, che permette un allenamento in sospensione utile per la resistenza e la forza. Alla fine, stretching. Non posso dire che non sia faticoso, ma dopo mi sento molto meglio. Me lo impongo e per me è diventata una disciplina. Farlo mi ha aiutato molto con le caldane e con tutti quegli effetti collaterali che la menopausa ti dà».
A tavola?
«Ho ridotto gli zuccheri e ho imparato a fare la colazione salata».
Tende a eliminare i carboidrati?
«No, ma assumo quelli buoni. Non mi piacciono molto i dolci, quindi ne mangio pochissimi, però non rinuncio alla pasta integrale».
E le proteine?
«Apprezzo chi non mangia carne, anche se io sono onnivora. Eticamente io sono contraria agli allevamenti intensivi, quindi sono convinta che dovremo andare verso un modo più vegetariano. Questo lo applico anche nel programma, È sempre mezzogiorno, dove propongo più ricette con verdure e meno carne».
Una sua colazione tipo?
«Quando faccio sport mangio le uova, quelle che fanno le mie galline, con una fetta di pane integrale che faccio a casa e magari un po’ di burro salato. Quando invece non lo faccio, mangio un kiwi con un po’ di yogurt, poco perché l’acidità non mi fa impazzire, qualche mandorla, una fetta di pane tostato, sempre quello fatto in casa, con un po’ di ricotta o con una fetta di salmone (ma deve essere quello selvaggio e non di allevamento). Ho tolto invece il miele, le marmellate, lo zucchero dal caffè».
Invece a pranzo e a cena?
«A pranzo sempre una pasta integrale o quella fatta con il grano antico con il pomodoro o le verdure. La sera invece mangio molto poco, magari faccio uno spuntino salato intorno alle 16-17 e poi a cena del pesce con le verdure, un po’ di carne o formaggio. La domenica sera, visto che sono a casa e spilucco tutto il giorno, faccio il digiuno intermittente che a me fa molto bene perché mi aiuta a riequilibrare subito il peso. L’ultimo spuntino alle 16 e poi mangio la mattina dopo».
I condimenti?
«Non rinuncio ovviamente all’olio extravergine d’oliva, mentre gli altri li uso con moderazione».
Le diete più strane che le è capitato di seguire?
«Ne ho fatte tantissime e le conosco tutte, da sempre sono una mangiona e fin da piccola ho avuto qualche chilo in più. Con la menopausa la cosa si è accentuata. Però ho sempre pensato che a una certa età devi decidere tra la faccia e il fondoschiena, nel senso che tante donne mie coetanee sono troppo magre e le rughe si vedono di più… Quando non sei più così giovane avere qualche chilo extra aiuta il viso, altrimenti sembri malata. Per tornare alla domanda, ne ho fatte tantissime di diete, dalla Scarsdale che si usava anni fa alla cheto. In trasmissione ho la nutrizionista Evelina Flachi che invece mi fa seguire l’alimentazione mediterranea».
Diceva prima che fa sport. Da piccola lo praticava?
«Da ragazzina, fino ai 15-16 anni, ho fatto sia nuoto sia sci a livello agonistico, anche se non sono mai stata una campionessa. Mia mamma sosteneva che dovessi saper fare tutti gli sport, quindi gioco a tennis, ho fatto ginnastica artistica e per parecchi anni ho vissuto molto di rendita. Rendita che è sfumata con la menopausa e ho dovuto ricominciare a fare delle cose».
A che ora va a dormire?
«Tra le undici e mezzanotte, non più tardi di quell’ora. Cerco di non guardare il telefonino e spesso leggo un libro, mi aiuta con il sonno».