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In Italia sono circa cinque milioni le persone con osteoporosi, di cui l’80% sono donne in post menopausa. Una delle conseguenze della malattia dello scheletro è la frattura da fragilità ossea, con i dolori e le disabilità che ne conseguono.
Ora c’è una novità nelle cure. Alle terapie classiche si è aggiunto un nuovo farmaco, abaloparatide, indicato per il trattamento dell’osteoporosi proprio nelle donne in post menopausa ad aumentato rischio di frattura. A febbraio 2025, il medicinale ha ottenuto la rimborsabilità da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
Lo studio che ha portato all’autorizzazione, pubblicato su Jama, ha dimostrato l’efficacia nel ridurre il rischio di fratture vertebrali dell’88% e di fratture osteoporotiche maggiori (polso, femore, spalla e colonna vertebrale) del 69% rispetto al placebo.
Troppe pazienti senza terapie
«Questo farmaco rappresenta una novità importante nel trattamento dell’osteoporosi post menopausale», dice Maurizio Rossini, professore ordinario di Reumatologia all’Università di Verona, «perché agisce in modo selettivo stimolando l’osteogenesi, ovvero la formazione di nuovo tessuto osseo, contribuendo a ridurre significativamente il rischio di fratture. In particolare, si rivela molto efficace nell’aumento della densità minerale ossea dell’osso corticale, presente in distretti come il femore. Per noi specialisti è uno strumento in più per intervenire in modo precoce ed efficace, soprattutto nelle pazienti ad alto rischio, aiutandole a ridurre la fragilità e il rischio di disabilità e a mantenere una buona qualità di vita».
Oltre sette donne su dieci ad alto rischio di frattura non ricevono alcun trattamento per l’osteoporosi, patologia ancora oggi sottostimata e sottotrattata: in Italia, solo nel 2019, si sono verificate 568mila nuove fratture da fragilità, con un costo di 9,4 miliardi di euro, pari al 6% della spesa sanitaria totale.
Dopo una frattura da fragilità, il rischio di una nuova frattura nello stesso anno è cinque volte superiore. La disabilità dovuta all’osteoporosi è maggiore rispetto a tutti i tumori (eccetto il cancro ai polmoni) e il rischio di mortalità è superiore del 10-20% entro un anno dalla frattura del femore.
La patologia silenziosa
«L’osteoporosi è una malattia silenziosa ma profondamente invalidante, che accompagna le donne per molti anni dopo la menopausa», spiega Ferdinando Silveri, vicepresidente del comitato scientifico della Federazione italiana osteoporosi e malattie dello scheletro. «Accogliamo con grande favore l’arrivo di nuove opzioni di trattamento che possano supportare le pazienti nelle diverse fasi della malattia, migliorando non solo la salute ossea, ma anche la qualità della vita».
Aggiunge Bruno Frediani, professore ordinario di Reumatologia all’Università di Siena e presidente della Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro: «L’osteoporosi post menopausale impatta profondamente sulla qualità di vita delle pazienti: limita i movimenti, riduce l’autonomia e alimenta la paura costante delle fratture. Per questo, ogni innovazione terapeutica che può offrire un miglior controllo della malattia, un recupero della densità ossea ma anche un rafforzamento strutturale è un passo avanti importante. Il cambiamento nell’offerta terapeutica, con soluzioni più mirate e capaci di stimolare attivamente la formazione di nuovo osso, apre nuove prospettive per molte donne. È fondamentale che queste opzioni siano condivise in un dialogo costante tra medico e paziente, così da costruire percorsi di cura personalizzati, efficaci e sostenibili nel tempo».
Iniezioni sottocute
Abaloparatide è una soluzione iniettabile sottocute in penna preriempita, senza necessità di refrigerazione dopo il primo utilizzo, per 30 giorni. La soluzione dev’essere iniettata nella parte bassa dell’addome, approssimativamente alla stessa ora ogni giorno nella dose giornaliera raccomandata di 80 microgrammi. La durata massima totale del trattamento deve essere di 18 mesi. Dopo la conclusione della terapia, le pazienti possono proseguire con altre cure per l’osteoporosi.
«L’impegno nel trattamento dell’osteoporosi è parte integrante della nostra missione, ovvero quella di prenderci cura della salute femminile in ogni fase della vita», dice Fabrizio Savoldi, general manager di Theramex Italia, l’azienda che ha lanciato il nuovo farmaco. «La collaborazione attiva con le associazioni di pazienti e le società scientifiche ci permette di ascoltare davvero i bisogni delle donne e di costruire insieme percorsi di consapevolezza, prevenzione e supporto».