La vitamina D è al tempo stesso una vitamina, che assimiliamo da quello che mangiamo (circa un 10-20% del necessario), e un ormone, nel senso che la sintetizziamo attraverso la pelle esposta al sole. Non solo è essenziale per le ossa ma, in base alle ultime ricerche scientifiche, sembra avere anche una grande influenza sul sistema immunitario. Si è visto, per esempio, che i pazienti con livelli bassi della vitamina D sono più a rischio di sviluppare i sintomi del colon irritabile o della colite infiammatoria.

Per le ossa
La vitamina D, che consente l’assorbimento del calcio e la sua fissazione nelle ossa, serve a tutte le età. Prima per costruire lo scheletro, quindi per rafforzarlo, infine per prevenire le fratture da osteoporosi, la fragilità delle ossa che colpisce soprattutto le donne dopo la menopausa. A tutte le età è consigliata la stessa cosa: stare all’aria aperta.

Esporsi al sole
Il processo per ottenere la vitamina D ha bisogno dei raggi ultravioletti Uvb. Il consiglio? Uscire spesso nelle ore più calde d’autunno e d’inverno, restando per un po’ senza guanti, e approfittare dei mesi da aprile a settembre per star fuori 20-40 minuti in costume o in maglietta e gonna o calzoni corti, in modo da coprire il fabbisogno anche per gli altri periodi dell’anno. D’estate, le raccomandazioni dei dermatologi non cambiano, riservando l’esposizione nelle prime e nelle ultime ore della giornata.

Gli integratori
In Europa si stima che il 40% delle persone abbia livelli di vitamina D troppo bassi, in particolare sette italiane su dieci, dopo i sessant’anni. Basta un’analisi del sangue per capire se si ha una carenza. Con gli anni diventiamo meno bravi a operare la sintesi: dopo i 65 l’organismo genera in media solo un quarto della vitamina D che produceva a venti. Ecco perché i medici (che è sempre opportuno consultare) possono prescrivere un’integrazione della vitamina.