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La conduttrice televisiva Simona Ventura (foto di Gianmarco Chieregato) fa due volte all'anno la liposcultura alimentare
Le espressioni “liposcultura alimentare” o “liposuzione alimentare” sono utilizzate da alcuni professionisti che offrono nei loro studi privati un insieme di strategie dietetiche personalizzate, con la promessa di rimodellare la composizione corporea, in particolare di ridurre il grasso localizzato senza ricorso alla chirurgia estetica.
Non si tratta di una definizione scientificamente codificata, né di un protocollo clinico validato, nel senso che queste diete non sono state testate attraverso analisi ampie, controllate e misurate per verificarne gli effetti su peso o salute.
Funziona?
Che cosa rispondere alla domanda: «La liposcultura alimentare funziona?». Che potrebbe essere una buona strategia per qualcuno ma che non ci sono studi sufficienti su un campione vasto di individui per potere affermare che sia efficace su molte persone e a lungo termine. L’esperienza personale andrebbe comunque inquadrata. E sicuramente i risultati possono essere dovuti al miglioramento delle abitudini alimentari, a un migliore stato di idratazione e sicuramente all’adozione dell’attività fisica.
La salute
Il consiglio, in ogni caso, resta invariato: prima di intraprendere qualunque percorso dietetico importante, in cui si debbano perdere più di cinque chili, sarebbe opportuno consultare un professionista qualificato, in grado di valutare i bisogni individuali. È fondamentale tenere sempre in considerazione la salute, perché una dieta che favorisce la perdita di peso non è necessariamente una dieta salutare. Certo, a volte i due aspetti coincidono, ma in altre circostanze le diete finalizzate al dimagrimento eliminano in modo eccessivo alimenti o gruppi alimentari, come i cereali o le verdure, che invece contribuiscono al benessere e alla prevenzione delle malattie.
La perdita di peso
Capita che le diete pensate per dimagrire tendano a non essere sostenibili nel tempo: il “successo” viene misurato in chili o centimetri persi in un periodo limitato, senza tenere conto della capacità di mantenere quei risultati nel lungo termine. Come sa bene chiunque abbia mai fatto una dieta, perdere quattro-cinque chili in un mese non è affatto lo stesso che mantenerli nel tempo.
Il piatto sano
L’obiettivo è seguire le Linee guida per una sana alimentazione italiana. In sintesi, a una dieta bilanciata si arriva seguendo l’Healthy plate. L’idea è di considerare il pranzo e la cena come un grande piatto sano che prevede: per metà verdure (no patate) e un po’ di frutta, per un quarto cereali (almeno una volta al giorno integrali), per un quarto proteine, limitando carne rossa e formaggi stagionati.