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Farmaci aninfiammatori come l’aspirina e l’ibuprofene sono tra i prodotti da banco più acquistati. Secondo l’ultimo rapporto nazionale dell’Aifa, nel 2023 la spesa pubblica per questo tipo di medicinali, detti FANS, ha sfiorato i 149 milioni di euro. Sono molto venduti come antidolorifici e antipiretici insieme a un’altra categoria di medicinali contenente come principio attivo il paracetamolo, che però non è un antinfiammatorio. Come usare questi prodotti? E come usare l’altra categoria di antinfiammatori, i cortisonici? Ecco le risposte della Società italiana di farmacologia alle domande più comuni (tratte da sifweb.org).
Che cosa sono gli antinfiammatori?
Sono farmaci in grado di ridurre l’infiammazione (o flogosi), un processo difensivo complesso che si instaura in presenza di agenti patogeni e/o di un danno tissutale.
Perché vengono prescritti i FANS?
I FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) sono tra i farmaci più comunemente utilizzati. Vengono prescritti come:
• antidolorifici generici;
• antiflogistici, per diminuire l’infiammazione in patologie muscolo-scheletriche, nonché dopo interventi chirurgici;
• antipiretici per ridurre la febbre.
Il loro meccanismo d’azione si basa sulla riduzione della sintesi delle prostaglandine, molecole coinvolte nell’infiammazione, attraverso l’inibizione dell’enzima cicloossigenasi. Di norma sono utilizzati a scopo analgesico e antipiretico:
• l’acido acetilsalicilico (aspirina);
• l’ibuprofene.
Vengono normalmente usati come antinfiammatori e antidolorifici in caso di disturbi articolari, mal di testa intenso, mal di denti e nevralgie:
• il naprossene;
• il ketoprofene;
• il diclofenac.
Posso usare il paracetamolo (tachipirina) come antinfiammatorio?
No, il paracetamolo è un farmaco con un ottimo effetto antipiretico e analgesico (riduce il dolore), ma presenta effetti antinfiammatori molto deboli. Questo fa sì che il paracetamolo sia considerato un trattamento di prima linea del dolore e per la terapia sintomatica di affezioni febbrili quali l’influenza. Il paracetamolo può essere assunto anche a stomaco vuoto, in quanto in genere non causa problemi a livello gastrico, a differenza dei tradizionali FANS.
Cosa succede se assumo una dose eccessiva di FANS?
L’abuso di FANS può essere associato a un aumento del rischio di infarto, ictus o scompenso cardiaco; mentre per i cortisonici, considerando le innumerevoli attività metaboliche in cui sono coinvolti, l’abuso può implicare un maggior rischio di sviluppare diabete, ipertensione, osteoporosi, glaucoma e cataratta.
Gli effetti collaterali più comuni?
L’entità dei rischi dipende da diversi fattori, in particolare dal tipo di farmaco assunto, dal suo dosaggio e dalla durata del trattamento. Nonostante siano generalmente ben tollerati, i FANS possono provocare una serie di reazioni avverse, distinguibili in effetti collaterali e reazioni di ipersensibilità. L’utilizzo prolungato di FANS può scatenare effetti avversi come ulcere, emorragie gastriche e danni renali. Le reazioni di ipersensibilità̀ avvengono in soggetti predisposti, sono imprevedibili e indipendenti dalla dose. Si distinguono in reazioni di ipersensibilità allergica (nei casi in cui si dimostrano anticorpi e/o linfociti T diretti contro il farmaco o i suoi metaboliti) e non allergica. L’esempio tipico e più frequente di ipersensibilità non allergica è il broncospasmo indotto dall’acido acetilsalicilico (aspirina).
Quali sono le indicazioni per i cortisonici?
Gli antinfiammatori steroidei, cortisonici o corticosteroidi, derivano dal cortisone e sono chimicamente sintetizzati con una struttura simile al cortisolo (ormone naturale secreto dalle ghiandole surrenali). I cortisonici sono farmaci antinfiammatori e immunosoppressori, che agiscono principalmente sulla riduzione della sintesi dell’enzima lipocortina, inibendo la produzione di mediatori dell’infiammazione. Le indicazioni terapeutiche di questi farmaci sono piuttosto numerose. Classicamente vengono impiegati per:
• contrastare il dolore di tendini o articolazioni associata a un trauma;
• far fronte all’infiammazione associata a una reazione allergica (incluse asma, rinite allergica, orticaria e dermatite atopica);
• far fronte all’infiammazione associata a una malattia autoimmune, come l’artrite reumatoide o il lupus eritematoso sistemico;
• a volte in caso di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Tra i cortisonici di sintesi più utilizzati ricordiamo:
• il prednisone;
• il prednisolone;
• il betametasone;
• il desametasone;
• il fludrocortisone.
Posso sospendere bruscamente il trattamento con cortisonici?
No, il trattamento con cortisonici non può essere interrotto improvvisamente, il dosaggio iniziale come anche la riduzione devono essere concordate con il proprio medico e deve avvenire in modo tanto più graduale e lento quanto maggiori risultino la dose e la durata del trattamento. Questo accade in quanto durante il trattamento l’organismo non produce regolarmente il cortisone, ma si avvale di quello che viene somministrato dall’esterno.
Quali sono i più comuni effetti collaterali dei cortisonici?
Gli effetti avversi dei cortisonici dipendono soprattutto dal loro uso prolungato. Utilizzati a lungo possono causare un aumento dell’appetito, con conseguenti aumento di peso e assottigliamento della pelle, oltre che debolezza muscolare, acne, ulcera peptica, rallentamento della guarigione di ferite o della crescita in caso di somministrazione a bambini. Effetti collaterali di lieve entità includono mal di testa, capogiri, aumento dell’appetito, insonnia, sudorazione aumentata, digestione difficile, nervosismo.
Qual è la differenza tra corticosteroidi e FANS?
Nonostante abbiano entrambi la funzione di ridurre le reazioni flogistiche, le due classi di antinfiammatori si distinguono per struttura e specificità. I cortisonici hanno un utilizzo più specifico. Mentre i FANS possono essere utilizzati in modo occasionale e sporadico, gli antinfiammatori steroidei necessitano invece di essere assunti in maniera regolare e per un periodo più prolungato.
Gli antinfiammatori vanno presi dopo mangiato?
I FANS sono somministrati in diverse forme, per uso topico in pomate e creme dermatologiche, in compresse per via orale, in sistemi per assorbimento transdermico (cerotti medicati) o in supposte. I cortisonici possono essere assunti tramite compresse, soluzioni iniettabili, spray nasali e orali, creme o lozioni. Il numero di dosi giornaliere e la quantità dipendono da molti fattori (peso, durata trattamento, malattia), tuttavia è preferibile assumere gli antinfiammatori a stomaco pieno.
Cosa sono gli anti-COX2 selettivi?
L’enzima cicloossigenasi (COX) è distinto in due isoforme: COX-1, costituzionalmente espressa e responsabile dell’azione protettiva ed omeostatica delle prostaglandine e COX-2, indotta da stimoli infiammatori e quindi alla base della flogosi. I FANS tradizionali e i nuovi inibitori selettivi dell’enzima COX-2 si differenziano per la diversa azione sulle due isoforme COX; questi ultimi hanno azione prevalente sulla COX-2. I cox-2 inibitori sono utilizzati per il trattamento dell’artrite e di altre condizioni dolorose. Presentano una efficace attività antinfiammatoria con una netta riduzione dei più comuni effetti collaterali (per esempio, la gastrolesività). Appartengono a questa classe i principi attivi celecoxib, parecoxib, valdecoxib, etoricoxib. È da sottolineare che questi farmaci sono controindicati in pazienti con cardiopatia ischemica o infarti e, per quanto concerne etoricoxib anche in presenza di ipertensione arteriosa.
Gli antinfiammatori possono interagire con altri farmaci?
Sì. In particolare, i FANS non sono indicati in combinazione con:
• farmaci che fluidificano il sangue, in quanto aumentano il rischio di sanguinamento;
• ACE-inibitori e diuretici, poiché possono causare insufficienza renale o contrastarne l’efficacia;
• altri tipi di FANS o cortisonici, poiché aumentano il rischio di disturbi a carico dell’apparato digerente.
I farmaci con i quali i cortisonici maggiormente interagiscono sono:
• gli anticoagulanti, causando ipercoagulabilità sanguigna;
• gli anti-ipertensivi, antagonizzando ad esempio l’effetto ipotensivo degli ACE inibitori e degli alfa-bloccanti;
• gli ipoglicemizzanti, poiché i cortisonici possiedono azione intrinseca iperglicemizzante.
Inoltre, i corticosteroidi possono ridurre la risposta anticorpale ai vaccini, in particolare in caso di vaccini vivi. Pertanto, è bene informare il medico prima dell’assunzione di questi farmaci.