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Come un disco di vinile, la nostra voce può graffiarsi e perdere un po’ di smalto, ma nel complesso ha tutto il potenziale per mantenere una sorprendente integrità. Mentre il corpo si confronta di più con gli anni che avanzano, la voce sa resistere.
A chi non è mai successo di conversare al telefono con qualcuno, scoprendo poi che la sua età anagrafica era ben superiore a quella che si era immaginata? La voce può ingannare il tempo e mantenersi giovane, brillante, piena di energia, anche quando il calendario dice il contrario. Ma serve impegno. «Sebbene non ossiamo in alcun modo contrastare alcuni dei cambiamenti che avvengono alle nostre corde vocali dovuti all’età, possiamo preservare parte della nostra qualità e abilità vocale attraverso l’uso continuo», dice Adam Taylor, docente di anatomia alla Lancaster Medical School (Lancaster University, Regno Unito). «Questo potrebbe spiegare perché, in molti casi, i cantanti mostrano cambiamenti vocali significativamente minori con l’età rispetto ai loro coetanei che non cantano. Cantare o leggere ad alta voce ogni giorno può fornire alle corde vocali un esercizio sufficiente a rallentarne il declino».
Un esempio tutto italiano sono cantanti come i Ricchi e Poveri (Angela Brambati ha 77 anni e Angelo Sotgiu 79), Ornella Vanoni (90) e Roberto Vecchioni (82 anni il 25 giugno).


Roberto Vecchioni, 82 anni il 25 giugno, è di nuovo in tour fino al 3 settembre (foto di Fabio Leidi)
Le spiegazioni dell’esperto in Vocologia
Se la genetica conta, una voce pimpante di chi nella vita non sta sul palcoscenico deriva dalle buone abitudini quotidiane. «Per esempio, evitare il fumo e l’alcol è la prima regola per contrastare l’effetto degli anni», assicura Marco Fantini, specialista in Otorinolaringoiatria, esperto in Vocologia, Deglutologia e Fonochirurgia all’ospedale Koelliker di Torino. «Mangiare bene è altrettanto importante, perché una dieta povera di cibi grassi, fritti e speziati previene il reflusso faringo-laringeo, dove il contenuto acido dello stomaco risale verso faringe e laringe, irritando le corde vocali».
Un altro aspetto fondamentale è usare bene la voce, evitandone l’abuso (surmenage) o l’uso scorretto (malmenage). «Professionisti come avvocati, insegnanti, operatori di call center, speaker radiofonici, guide turistiche e istruttori di fitness sono i più suscettibili, perché costretti a parlare per molte ore al giorno, spesso in ambienti rumorosi e senza pause adeguate», evidenzia l’esperto. «Ma chiunque può fare danni se ha l’abitudine frequente di urlare o cantare troppo forte, senza una buona tecnica vocale».
Altre cattive abitudini sono raschiare spesso con la gola per schiarirsi la voce, dialogare a lungo in maniera bisbigliata o sussurrata, respirare a bocca aperta e persino abusare delle caramelle balsamiche, che regalano una temporanea sensazione di freschezza per poi tramutarsi in secchezza della mucosa faringea.
Ci sono differenze di genere
Seguendo queste regole, parleremo “da giovani” per sempre? Non è così automatico. «Come tutte le altre funzioni corporee, la voce può cambiare nel corso della vita e lo fa in maniera diversa per uomini e donne, perché l’invecchiamento vocale è un fenomeno sessualmente dimorfico, cioè fortemente influenzato dagli ormoni sessuali, che variano tra i due generi», specifica l’esperto.
La laringe (l’organo deputato all’emissione dei suoni che è situato nel collo, tra la faringe e la trachea) è bersaglio degli ormoni sessuali, che giocano un ruolo cruciale nella differenziazione della voce maschile e femminile, a partire dalla pubertà. «Immaginiamo la voce di un uomo e quella di una donna come due parabole», descrive Fantini. «All’inizio partono molto vicine, perché nei bambini le differenze vocali non sono ancora evidenti e le voci sono abbastanza simili: nel canto sono dette voci bianche. Si allontanano dopo l’adolescenza, raggiungendo la massima diversità in età adulta, e poi possono tornare a convergere nel periodo della senescenza».
A descrivere questa traiettoria è un articolo firmato da Fantini (insieme ai colleghi Virginia Zamponi, Rossella Mazzilli e Fernando Mazzilli) e pubblicato nel 2021 sulla rivista scientifica Hormones. In sostanza, nella donna dopo la menopausa, il brusco calo degli estrogeni determina un ispessimento delle corde vocali, che per giunta possono diventare soggette a edema, ovvero trattengono più liquidi. Il risultato può essere una virilizzazione del timbro, che tende ad aggravarsi. Al contrario, l’uomo va incontro a un progressivo calo del testosterone, che può portare a un rialzo della tonalità. Un esempio classico è il “nonnino” dei vecchi film western, che parla con una voce sorprendentemente acuta.
Con il Parkinson la voce diventa debole e rauca
Sia negli uomini sia nelle donne, inoltre, le corde vocali diventano più sottili e meno elastiche con l’avanzare dell’età, quindi la voce rischia di apparire rauca, sforzata, incerta o incapace di mantenere un tono stabile. «Ricordiamo poi», riprende Fantini, «che parliamo anche grazie ai polmoni e al cosiddetto vocal tract, una sorta di amplificatore naturale della voce, che comprende tutte le strutture anatomiche coinvolte nella produzione del suono: laringe, faringe, bocca, naso. Con l’invecchiamento, anche queste componenti cambiano le loro caratteristiche».
Come se non bastasse, pesa lo stato di salute generale. «La voce è uno specchio del nostro benessere globale», spiega l’esperto, «perché molte patologie sistemiche possono ripercuotersi sulla sua qualità». La laringe, infatti, è composta da una serie di strutture, come corde vocali, cartilagini, muscoli, legamenti e nervi, che lavorano insieme per permettere sia la fonazione sia la respirazione. «Se una malattia colpisce questi distretti, è normale che la voce ne risenta», commenta Fantini. «È il caso della sclerosi laterale amiotrofica, che intacca progressivamente tutta la muscolatura del corpo, oppure del Parkinson, dove la voce diventa debole, monotona, sussurrata e rauca a causa dei disordini del sistema motorio».
L’intelligenza artificiale scopre l’Alzheimer dai vocali
Fortemente condizionante è anche l’Alzheimer, al punto che un team di ricerca dell’Università di Boston ha ideato un algoritmo innovativo in grado di prevedere da una registrazione vocale quali persone con declino cognitivo lieve svilupperanno la malattia entro sei anni. Gli studiosi lo hanno messo nero su bianco nel 2024 su Alzheimer’s & Dementia, ma qualcosa di simile era già apparso nel 2021 sul Journal of Voice, dove un gruppo di ricercatori di Pavia e Roma aveva descritto un algoritmo di intelligenza artificiale capace di “fiutare” il Covid nella voce dei pazienti che leggevano due proverbi e una serie di vocali. Mentre i tamponi nasali avevano mostrato un livello di accuratezza medio compreso tra il 40% e l’86%, il sistema di analisi vocale arrivava al 90%.
«Su queste basi, è possibile che in futuro vengano sviluppate applicazioni di riconoscimento vocale per smartphone oppure strumenti più sofisticati da affidare agli specialisti per diagnosi sempre più precoci», ipotizza l’esperto. E questo vale anche per condizioni insospettabili, come le malattie cardiovascolari. Uno studio della Mayo Clinic di Rochester, pubblicato nel 2022 sul Journal of the American College of Cardiology, ha dimostrato la capacità dell’intelligenza artificiale di calcolare la probabilità che una persona possa avere problemi al cuore sulla base proprio di registrazioni vocali.
Le regole per mantenere un’ugola d’oro
Tirando le fila del discorso, sono tanti i fattori che possono influenzare la qualità della nostra voce, ma altrettante sono le cose che possiamo fare per difenderla dall’invecchiamento. Oltre a condurre uno stile di vita sano e curare la salute generale.
• Idratarsi. Oltre a bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, possiamo sfruttare una tecnica di idratazione locale. Basta immergere una garza in acqua fredda, strizzarla bene e avvolgerla intorno al naso: chiudiamo una narice, facciamo tre respiri profondi con l’altra e poi pronunciano la vocale U con un tono grave per tre secondi. Alterniamo le due narici, proseguendo l’esercizio per almeno cinque minuti. Questo metodo, messo a punto dal foniatra spagnolo Alfonso Borragan-Torre, consente di idratare a fondo le corde vocali.
• Masticare la buccia della mela. Ogni artista usa dei trucchi per mantenere in buona salute la voce. Uno fra tutti è quello di masticare a lungo la buccia di una mela: la pectina contenuta agisce come un acido ialuronico naturale che lubrifica le corde vocali. Oppure possiamo preparare degli infusi di erisimo, famoso come “erba dei cantanti”: basta mettere un cucchiaino di erba secca in una tazza di acqua bollente e lasciare in infusione per circa 5-10 minuti, prima di filtrare e bere per ottenere un effetto emolliente ed elasticizzante sulle mucose.
• Scaldare la voce. Prima di una lunga giornata di lavoro, di una conferenza o di una qualunque occasione in cui dovremo usare a lungo la voce, scaldiamola con qualche esercizio. Iniziamo con qualche respiro profondo, usando il diaframma, poi sbadigliamo lentamente e lasciamo uscire un lungo sospiro sonoro, come un “ahhh”, per sciogliere la tensione in gola. Subito dopo, facciamo vibrare le labbra con un “brrrr”, utile per attivare le corde vocali senza forzarle. Ripetiamo “ma, me, mi, mo, mu”, articolando bene ogni lettera, e infine leggiamo ad alta voce una frase qualsiasi, esagerando le consonanti, per rendere la dizione più chiara.