La struttura chimica dell’acqua consiste in due atomi di idrogeno legati a uno di ossigeno: H20. E anche per la sua semplicità svolge moltissime funzioni all’interno dell’organismo.
L’acqua aiuta il trasporto dei nutrienti, interviene attivamente nei processi di digestione, partecipa alla regolazione della temperatura corporea. Insomma, è necessaria per la sopravvivenza. Del resto, il corpo è costituito per circa il 60% da acqua: negli uomini la percentuale è leggermente superiore rispetto alle donne, nei neonati addirittura si attesta intorno al 75%.
Per di più, la sua ricchezza in sali minerali contribuisce al nostro fabbisogno giornaliero. Calcio, magnesio, potassio, fosforo, sodio, rame, iodio sono solo alcuni esempi degli elementi presenti nell’acqua.
Ma quanto bere? E quando? E come? Ecco una carrellata di domande e risposte, a volte smontando qualche luogo comune.

È vero che l’acqua dà tanto calcio?
Non tutti sanno che dall’acqua assorbiamo il calcio, importante per la mineralizzazione ossea. Il minerale presente nelle acque a seconda delle zone geografiche, sia quelle in bottiglia sia del rubinetto, è in una forma altamente biodisponibile. Con un litro e mezzo-due di alcune acque ricche in calcio si può addirittura arrivare a coprire un terzo del fabbisogno del minerale. Il contenuto minimo di tale minerale nelle acque cosiddette calciche è di 150 milligrammi per litro.

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Come conoscere la quantità di minerali nella bottiglia?
Cercando in etichetta la dicitura di residuo fisso. Tale valore indica la quantità di sali disciolti in un litro d’acqua, dopo averla fatta evaporare a 180 °C. In base a questo indice, sono state individuate quattro categorie. Dalle acque minimamente mineralizzate, che contengono meno di 50 milligrammi/litro di minerali, a quelle fortemente mineralizzate, con più di 1.500. Quelle più diffuse sono le acque minerali propriamente dette con un valore di residuo fisso che oscilla dai 500 ai 1.500 milligrammi/litro.

L’acqua del rubinetto è nociva? Ha troppo cloro? Provoca i calcoli renali?
No, l’acqua potabile si può bere senza timori. Tanto per cominciare, le quantità di cloro impiegate per disinfettare l’acqua di rubinetto non hanno alcun effetto negativo sulla salute. E poi non esiste correlazione con la formazione dei calcoli renali, come ha chiarito l’Organizzazione mondiale della sanità. Che insorga il dubbio è legittimo: se il calcare sciupa i rubinetti, si pensa, forse incrosta anche il corpo. Ma non è così. Il calcare è il carbonato di calcio, composto che ci consente di assumere, con l’acqua, il minerale indispensabile per le ossa, mentre sono gli ossalati di calcio, che hanno un ruolo diverso, a provocare i calcoli.

Meglio il bicchiere lontano dai pasti?
Non ha fondamento scientifico il divieto di bere mentre si pranza e non esiste una regola generale sul bere lontano o durante i pasti. Bere tanta acqua mentre si mangia potrebbe allungare di poco i tempi della digestione, per una diluizione dei succhi gastrici. Tuttavia, bere in modo moderato può essere utile per favorire i processi digestivi grazie al miglioramento della consistenza dei cibi consumati. Sebbene possa verificarsi una variazione di peso dopo aver bevuto acqua, questa potrebbe essere solo momentanea e ingannevole.

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Quanto bere?
Circa sei-otto bicchieri durante la giornata per arrivare a circa due litri al giorno. Possono contribuire all’idratazione giornaliera anche tè, tisane e caffè non zuccherati.

Bisognerebbe aspettare di avere sete?
No. In generale è importante abituarsi a bere acqua durante la giornata e non aspettare la sensazione di sete, stimolo che si manifesta in ritardo rispetto alle necessità.

Gli over 65 hanno meno necessità di idratarsi?
No. Per tutti gli adulti, dai 18 agli over 65, la quota standard raccomandata è di almeno sei-otto bicchieri al giorno di liquidi, tra acqua, tè, infusi e altre bevande (non zuccherate o alcoliche). La quantità cresce quando si alzano le temperature e per chi fa sport: dopo un’ora di sforzo medio senza interruzioni, l’organismo arriva a perdere fino a un litro di sudore.

L’acqua fa ingrassare?
No! Liscia o gassata, ha zero calorie. E non provoca maggiore ritenzione idrica, che dipende più dal sale consumato. Come si legge nelle Linee guida per una sana alimentazione (del Crea, Centro di ricerca alimenti e nutrizione), «ogni variazione a breve termine del peso corporeo dovuta a maggiore perdita o a maggiore ritenzione di acqua è ingannevole e momentanea. Quindi, il tentativo di contenere il peso mediante il razionamento dell’acqua è assolutamente inutile, oltre ad essere rischioso per il nostro stato di salute».

Fa dimagrire?
Magari. L’acqua non lava via grassi e zuccheri. È vero però che in qualche studio è venuto fuori come bere a digiuno, poco prima di sedersi a tavola, sia d’aiuto durante un regime ipocalorico. È emerso in una ricerca americana (del College of Agriculture and Life Sciences del Virginia Tech, pubblicata sulla rivista Obesity): delle 50 persone a dieta, la metà che vuotava un paio di bicchieri d’acqua prima di sedersi a tavola finiva con l’assumere 75-90 chilocalorie in meno a pasto, perdendo alla fine dell’esperimento due chili in più rispetto agli altri (sei chili il primo gruppo, quattro il secondo). Forse l’acqua in pancia riduce la fame, o forse innesca altri meccanismi: le ipotesi sono tutte da approfondire.

Se effervescente, gonfia la pancia?
No. Non fa male l’acqua naturalmente gassata né quella addizionata con anidride carbonica. «Solo quando la quantità di gas è molto elevata si possono avere lievi problemi in individui che già soffrano di disturbi gastrici e/o intestinali» (Linee guida del Crea).

È meglio evitare di bere per non sudare troppo?
Non ha senso. Sudare è essenziale per regolare la temperatura corporea.

Ci sono applicazioni terapeutiche delle minerali?
Nelle etichette delle bottiglie di minerali da tavola possono essere riportate note sulle «proprietà favorevoli alla salute», come «stimola la digestione» o «può avere effetti diuretici», mentre la legge impedisce di scrivere «proprietà per la prevenzione, la cura o la guarigione da una malattia». A essere usate a scopo terapeutico sono le acque particolarmente ricche di sali minerali (come bicarbonate, solfate o ferruginose): sconsigliate come bevande quotidiane, dovrebbero essere consumate sotto controllo medico per evitare la comparsa di effetti indesiderati.

Frutta e verdura sono ricche d’acqua?
Bisogna ricordare che gli alimenti di origine vegetale sono molto ricchi d’acqua e che un loro adeguato consumo, oltre ad apportare preziose sostanze per la salute, risulta cruciale nel mantenimento di un corretto bilancio idro-salino.