Allergie, certo. Ma anche mal di testa, dolori articolari, irritazioni cutanee, stanchezza, problemi di pancia. Se la primavera rappresenta una rinascita, per alcune persone è più che altro un banco di prova.
«Il passaggio di stagione, che coincide con il ritorno all’ora legale, è un cambiamento e richiede un adattamento da parte dell’organismo, che in alcuni casi può essere difficoltoso», dice Giorgio Sesti, professore ordinario di Medicina interna all’Università Sapienza di Roma e direttore dell’unità operativa complessa di Medicina interna dell’Azienda ospedaliera universitaria Sant’Andrea. «Non si tratta semplicemente di variazioni del meteo e della temperatura, ma di una serie di trasformazioni che, perlomeno nelle fasi iniziali, influenzano il benessere generale e accentuano, o talvolta causano, disturbi di vario tipo».
Il processo di adeguamento è gestito dall’orologio biologico interno. In risposta all’aumento delle ore di luce e delle temperature, viene incrementata la produzione di alcuni ormoni e neurotrasmettitori, che influiscono su vari parametri.
Per esempio, diminuisce la sintesi di melatonina, che svolge un ruolo essenziale nella gestione del ciclo circadiano sonno-veglia. È anche per questo se, con l’arrivo della primavera, alcune persone fanno più fatica a dormire e si sentono stanche.

Dormire bene

Stanchezza primaverile: come recuperare energia e forza

Stanchezza primaverile: come recuperare energia e forza
Stanchezza primaverile: come recuperare energia e forza

In genere, poi, si passa da un’alimentazione più ricca a una più leggera, ma spesso anche disordinata, perché si inizia a trascorrere più tempo all’aria aperta, ci si muove di più. In alcuni casi, questi passaggi risultano stressanti e possono peggiorare o addirittura scatenare alcune problematiche. Ecco quali.

Mal di testa
Il mal di testa è un disturbo subdolo perché nei soggetti predisposti tende a comparire all’improvviso in seguito all’esposizione a elementi scatenanti, detti trigger. Fra questi, i fattori ambientali: le variazioni della pressione atmosferica, gli sbalzi termici repentini, la frequente alternanza fra sole e pioggia, il vento, l’umidità, la maggiore intensità della luce. Come mai? «Sembra proprio che inducano cambiamenti fisici, vascolari, chimici e/o elettrici nel cervello che determinano la comparsa del mal di testa», chiarisce Sesti.
Anche le modificazioni ormonali tipiche di questo periodo incidono. La conferma arriva da una recente meta-analisi pubblicata sulla rivista Neurology, secondo cui le crisi emicraniche e di cefalee a grappolo sono strettamente connesse ai cicli circadiani e sono molto comuni durante i cambi di stagione.
Consigli di prevenzione. Poiché qualsiasi brusca modificazione della normale routine può scatenare una crisi di mal di testa, le persone soggette a cefalea dovrebbero cercare di introdurre in maniera graduale eventuali variazioni. «L’ideale è iniziare a spostare di pochi minuti al giorno gli orari della sveglia mattutina e dell’andata a letto già nelle settimane antecedenti al cambio dell’ora, così da abituarsi pian piano», suggerisce l’esperto. Per lo stesso motivo, nelle prime giornate di sole, meglio stare all’aria aperta solo per brevi periodi, allungando progressivamente i tempi.
• Per ridurre l’impatto della luce, quando si esce indossare sempre gli occhiali da sole.
• È molto utile tenere traccia delle proprie abitudini e delle condizioni atmosferiche, così da capire quali fattori evitare e come comportarsi nelle diverse condizioni.
• Con l’aumento delle temperature, ricordarsi di bere di più perché la disidratazione è un fattore di rischio per la cefalea.
• È bene seguire un’alimentazione equilibrata, evitare il digiuno, praticare attività fisica in maniera regolare, cercare di limitare per quanto possibile lo stress e curare l’igiene del sonno.

Dolori muscolari e reumatici
«Quando le ossa fanno male, significa che cambia il tempo», recita un detto popolare che nasconde un fondo di verità. I continui e bruschi cambiamenti della pressione barometrica, della temperatura e dell’umidità, frequenti in primavera, possono peggiorare lo stato di salute di tendini, muscoli, fibre e articolazioni. Non è raro quindi che compaiano infiammazioni, dolori e rigidità, a maggior ragione in chi ha subito in passato traumi, lussazioni, fratture, contratture e contusioni.
Fra l’altro, con l’arrivo della bella stagione molte persone decidono di abbandonare la sedentarietà invernale per tornare ad allenarsi con una certa intensità, sollecitando l’apparato muscolo-scheletrico. Non solo. «Per soddisfare l’aumentato bisogno di energia dovuto all’allungamento delle ore di luce e alla fine dell’inverno, l’organismo incrementa la produzione di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress», prosegue l’esperto. «Ma livelli elevati di questa sostanza possono innescare una serie di reazioni che favoriscono un’esacerbazione dei sintomi delle malattie reumatiche, come artrosi, artrite, lupus eritematoso sistemico».
Consigli di prevenzione. Salvo diverse indicazioni del medico, per chi ha problematiche specifiche è bene muoversi il più possibile nella vita quotidiana e praticare una regolare attività fisica.
Se non si è allenati, all’inizio non bisogna strafare, va benissimo anche camminare per 30-45 minuti ogni giorno o a giorni alterni e magari dedicarsi ad attività come Pilates, yoga o nuoto un paio di volte alla settimana. In aggiunta, si consiglia di eseguire qualche esercizio di stretching e di mobilizzazione almeno tre-quattro volte alla settimana.
• L’esposizione al sole può migliorare la situazione, anche perché favorisce la produzione di vitamina D che è amica di ossa e muscoli, ma solo se si evitano le ore più calde, se non si suda e se la giornata non è troppo umida, altrimenti i sintomi potrebbero peggiorare.
• È importante seguire un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura, e bere a sufficienza perché anche le strutture muscolo-scheletriche hanno bisogno di liquidi per funzionare correttamente.
• Talvolta, è utile sottoporsi a trattamenti fisioterapici preventivi.

Dermatiti e psoriasi
L’arrivo della primavera mette a dura prova anche la pelle. «Ancora una volta giocano un ruolo importante gli sbalzi di temperatura, le oscillazioni dell’umidità e il vento, che possono stressare la cute e interferire con la produzione del sebo, la sostanza che contribuisce a mantenerla morbida, idratata e protetta», dice il medico internista. Possono comparire così eczema, secchezza, prurito e irritazioni. Il cambio di stagione può riacutizzare anche la dermatite atopica e la psoriasi.
Consigli di prevenzione. Per quanto possibile, cercare di proteggere le aree cutanee più sensibili dai colpi d’aria e dagli sbalzi di temperatura, se serve anche usando foulard e cappelli. I raggi solari potrebbero migliorare alcuni sintomi, ma è importante esporsi in maniera graduale, per brevi periodi e non nelle ore più calde.
• È preferibile indossare biancheria e abiti in tessuti naturali perché limitano la sudorazione, che può peggiorare irritazione e prurito.
• Porre massima attenzione alla cura della pelle: mantenere l’idratazione cutanea, ma evitare l’uso eccessivo di oli e creme, preferire sempre prodotti delicati, meglio se consigliati dal dermatologo, e dopo la doccia asciugarsi bene tamponandosi in maniera delicata senza sfregare.
• Seguire una dieta sana e bilanciata ricca di alimenti vegetali, che contengono sostanze amiche della pelle come vitamine e antiossidanti, e praticare attività rilassanti, che aiutano a scaricare lo stress.

Ansia e nervosismo
Le variazioni di luce e temperatura influenzano i ritmi circadiani e l’attività del sistema nervoso, sollecitando la mente e innescando conseguenze anche sul tono dell’umore. Il nuovo equilibrio ormonale che si viene a creare, con livelli più elevati di sostanze come il cortisolo, può favorire la comparsa di stati di ansia, nervosismo, malinconia, tristezza, irritabilità, specialmente nelle persone più fragili e in quelle inclini agli stati ansiosi.
L’insonnia, la stanchezza e i malesseri fisici primaverili possono peggiorare la situazione, così come il clima instabile e ballerino e la sensazione che il proprio equilibrio stia venendo in qualche modo scosso. Non è un caso che proprio nei passaggi di stagione tendano a riacutizzarsi le manifestazioni di alcune malattie mentali, come il disturbo bipolare. Talvolta compare addirittura il seasonal affective disorder, una forma di depressione stagionale.
Consigli di prevenzione. Una delle soluzioni più efficaci per riequilibrare la produzione ormonale, facilitare l’adattamento dell’organismo e alzare il tono dell’umore è rappresentata dall’attività fisica. L’ideale è approfittare di ogni occasione per muoversi e camminare il più possibile nell’arco della giornata. Se possibile, praticare anche uno sport, meglio ancora se a contatto con la natura (all’inizio non sotto la luce diretta del sole), che esercita un benefico effetto riequilibrante.
• Tenere presente che è consigliabile esporsi in modo graduale al sole, aumentando progressivamente il tempo trascorso all’aperto e indossando occhiali con filtri protettivi nelle ore in cui l’illuminazione è fastidiosa.
• Ritagliare degli spazi per dedicarsi ad attività che piacciono e procurano benessere e in generale sforzarsi di tenersi impegnati: assecondare l’apatia e il malumore rischia solo di peggiorare la situazione (meno si fa e meno si farebbe), per cui riposare per favorire l’adattamento dell’organismo va bene, ma senza esagerare.
• Curare anche la propria alimentazione, mangiando verdura in abbondanza e non rinunciando ai cereali, meglio se integrali, che forniscono il carburante necessario a corpo e mente.

Reflusso e gastrite
Con il cambio di stagione possono intensificarsi anche i disturbi gastrointestinali, in particolare reflusso gastroesofageo, gastrite, ulcera peptica, gonfiore addominale. Le ragioni sono diverse. «Innanzitutto l’innalzamento delle temperature riattiva il metabolismo, accelerando la digestione, e stimola una maggiore produzione di acido gastrico», interviene Nicola Gaffuri, responsabile dell’unità di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo. «Questo può favorire episodi di bruciore di stomaco, acidità e rigurgito soprattutto se l’organismo fatica ad adattarsi ai nuovi ritmi».
Sotto accusa poi le allergie stagionali: da un lato aumentano l’infiammazione che accentua il malessere intestinale, dall’altro i farmaci usati per tenerle a bada rischiano di acuire l’irritazione gastrica e le difficoltà digestive.
Un altro fattore rilevante è lo stress: le variazioni del ritmo circadiano influenzano il sistema nervoso, che è strettamente collegato al tratto gastrointestinale tramite l’asse intestino-cervello. Questo spesso altera la motilità gastrica, favorire i disturbi digestivi e intestinali. Senza dimenticare che anche il microbiota intestinale subisce modifiche legate all’esposizione alla luce solare e ai cambiamenti alimentari, influenzando digestione e assorbimento dei nutrienti.
Consigli di prevenzione. «La prima regola, se i sintomi diventano persistenti e frequenti, è di consultare uno specialista», dice Gaffuri. Se i fastidi sono blandi, si possono adottare queste precauzioni.
• Cercare di essere abbastanza metodici a tavola, mantenendo una dieta sistematica senza cambiamenti improvvisi e seguendo una routine alimentare con pasti regolari, suddivisi in cinque momenti giornalieri (colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena). In questo modo, infatti, si favorisce la digestione e si riduce il rischio di fastidi gastrici.
• È essenziale poi idratarsi adeguatamente, consumare frutta e verdura in abbondanza e limitare i grassi.
• Anche la gestione dello stress gioca un ruolo chiave. Il medico potrebbe consigliare una cura preventiva con probiotici, che hanno una potenziale azione benefica sul microbiota intestinale. «L’ideale è sempre l’approccio personalizzato», consiglia Gaffuri.

Gastroenterologia

I mal di pancia peggiorano in primavera

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