PHOTO
Cresce l’attrazione degli uomini nei confronti della depilazione permanente. Spalle, petto, schiena e gambe le parti del corpo che i maschi sognano lisce per sempre, anche se le donne restano la fetta di clientela maggiore del trattamento (fonte Global Market Insights). L’epilazione laser piace perché non invasiva, di lunga durata e, a conti fatti, più economica rispetto a rasatura e ceretta, che vanno ripetuti più spesso. Ma, ricordano i dermatologi, è fondamentale essere ben informati.
Risultati progressivi
Lo chiarisce subito Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano, fondato in collaborazione con il Gruppo ospedaliero San Donato: «Depilazione definitiva? È più corretta la definizione di depilazione permanente o progressiva in quanto, prima o poi, i peli ricrescono, seppure sempre più radi, chiari e sottili».
Come funziona? «Esistono diverse tecniche e differenti tipologie di laser, ma tutte si basano sullo stesso principio: l’energia luminosa. Un fascio di luce viene indirizzato selettivamente sui peli, risparmiando i tessuti circostanti: i bulbi piliferi, ricchi di melanina, hanno una colorazione più scura del resto della pelle e attirano così la luce, che si trasforma in calore. Questo “danneggia“ il bulbo, che per un po’ di tempo non è più in grado di far crescere il pelo. Tuttavia, ogni pelo ha un ciclo di vita distinto in diverse fasi e, quando si interviene con il laser, è difficile eliminarli tutti nello stesso momento. Ecco perché, per risultati duraturi, sono necessarie più sedute».
Centri estetici o medici?
«I centri estetici impiegano strumentazioni con caratteristiche e potenze differenti rispetto a quelle dei dermatologi», precisa Elisabetta Fulgione, specialista in dermatologia, dirigente medico presso la Clinica universitaria della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli. «I laser Diodo e Neodimio Yag (Nd:Yag) sono utilizzati sia dai medici che dalle estetiste, con differenti impostazioni di potenza, mentre l’Alessandrite resta a uso esclusivo del personale medico: ha una lunghezza d’onda pari a 755 nanometri, dà ottimi risultati anche su peli chiari e sottili, ma richiede una maggiore attenzione sui fototipi scuri, in quanto può causare scottature e ustioni. Il Diodo ha una lunghezza d’onda di 808 nanometri ed è più efficace sui peli scuri, con un rischio di scottature più basso, mentre il Nd:Yag (lunghezza d’onda 1064 nanometri) è efficace sui peli scuri e spessi. I laser presenti nei centri estetici, con i limiti di potenza imposti dalla legge, in molti casi danno scarsi risultati nel trattamento dei peli più chiari e sottili, mentre nel trattamento dei peli più scuri e robusti occorrono più sedute e il diradamento risulta meno evidente».
La seduta tipo
L’epilazione può essere eseguita su tutto il corpo, compreso il viso, con sedute ripetute a distanza di 30-40 giorni e poi sempre meno frequenti. «Prima di procedere è necessaria una visita dermatologica», spiega Maurizio Nudo, direttore di Dematologia presso Humanitas Castelli e Medical Care Bergamo. «Lo specialista esegue un’analisi della pelle, ne individua il fototipo e la tipologia di pelo, verifica la presenza di patologie. Se si è idonei, si procede a rimuovere i peli con un rasoio. La seduta inizia con l’applicazione di un gel e la maggior parte dei laser ha una testina raffreddata per ridurre il dolore, che può essere più intenso in distretti delicati come ascelle o inguine. I laser oggi sono estremamente veloci: si va da pochi secondi (per esempio per viso e ascelle) a circa 30-45 minuti per tronco, braccia e gambe».
I dermatologi li utilizzano anche per trattare follicoliti (infiammazioni del follicolo pilifero), irsutismo (crescita eccessiva di peli) e predisposizione a peli incarniti. Dopo quattro, al massimo cinque sedute, si riscontrano buoni risultati.
Si inizia dopo l’estate
Autunno e primi mesi dell’inverno sono i periodi migliori per cominciare. Spiega Di Pietro: «Durante l’estate, con l’esposizione solare, si rischia la formazione di macchie. La colpa è dell’effetto riscaldante del laser, che va a stimolare, danneggiandola, la melanina nelle zone vicine ai peli».
Il numero di sedute necessarie, spiega Fulgione, «cambia in base a tanti fattori, dal fototipo al laser utilizzato, ma anche a condizioni personali come la presenza di ovaio policistico, iperprolattinemia (alti livelli dell’ormone prolattina nel sangue) o alterazione degli ormoni sessuali. In generale i risultati migliori, in tempi più brevi, si ottengono su peli robusti e scuri, come quelli di inguine e ascelle, così come sulle carnagioni chiare, che permettono di erogare potenze più alte più rapidamente, con un minor rischio di scottature».
Le norme da seguire
Aggiunge la dermatologa: «La buona riuscita, così come la sicurezza, dipendono anche dai comportamenti adottati. Per esempio, tra una seduta e l’altra bisogna resistere alla tentazione di “ripulire“ la pelle con cerette, creme depilatorie o pinzette. Niente esposizione solare nella settimana precedente e in quella successiva alla seduta. Nei e tatuaggi vanno protetti con una matita dermografica bianca».
Se si sceglie di rivolgersi a un centro estetico, «è doveroso chiedere informazioni sulla formazione ricevuta dal personale», spiega Fulgione. «È bene diffidare di quelli che propongono il trattamento a cadenza bisettimanale (secondo il regolamento per le apparecchiature estetiche, le sedute sono una al mese), o fanno fare una ceretta una settimana dopo la seduta laser. Anche prezzi troppo bassi devono far sospettare».
Controindicazioni ed effetti collaterali
• Irritazione e pizzicori sono normali dopo le sedute, così come un lieve arrossamento. Attenzione invece ai sintomi di un’ustione di primo grado, come un eritema intenso e doloroso.
• Quasi tutti possono sottoporsi al trattamento, a partire dai 14 anni di età, anche se è preferibile aspettare che l’altalena ormonale si regolarizzi, intorno ai 17-18 anni.
• L’epilazione laser non è raccomandata alle donne in gravidanza o che allattano.
• Il trattamento può essere eseguito anche durante il ciclo mestruale, ma può verificarsi una maggiore sensibilità.
• Non si può eseguire in presenza di eczemi, psoriasi, micosi, abrasioni, ustioni o se si assumono farmaci fotosensibilizzanti come quelli a base di isotretinoina o cortisone.
• I laser non hanno efficacia sui peli bianchi e, generalmente, pure sui fototipi molto scuri, anche se dipende dal laser utilizzato.
• Via libera in caso di cicatrici, capillari dilatati e angiomi. Cautela solo se si utilizza il Laser Nd:Yag, la cui lunghezze d’onda può essere assorbita anche dall’emoglobina.
• Gli studi non hanno evidenziato effetti tossici o alterazioni del Dna delle cellule cutanee: non ci sono prove che suggeriscano un aumentato rischio di tumori.











