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C’è un’altra routine antiage, oltre a quella del viso. Mantenere giovani vulva e vagina, la cosiddetta V zone, è un modo per occuparsi della propria salute, curando irritazioni e secchezza e prevenendo problemi di funzionalità, come l’incontinenza o il prolasso vaginale.
«È normale che, insieme al resto del corpo, con gli anni cambino anche i nostri genitali e le grandi labbra perdano turgore», spiega Raffaela Di Pace, esperta in Fisiopatologia della menopausa e Ginecologa presso l’ospedale San Raffaele di Milano. «La ragione è la caduta degli ormoni sessuali, estrogeni e testosterone. In menopausa cute e mucose si assottigliano e i muscoli del pavimento pelvico si rilassano».
Il calo degli estrogeni è responsabile di molti cambiamenti che possono verificarsi: dalle vampate all’insonnia, dalle variazioni di peso a quelle dell’umore, fino alla perdita di elasticità della vagina. «Può comparire la sindrome genito-urinaria, che si manifesta con la secchezza genitale», dice Laura Giambanco, direttrice dell’unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Ingrassia di Palermo. «Rende fastidiosi gesti quotidiani, dal fare movimento in palestra all’indossare un paio di pantaloni attillati. In alcuni casi può trasformare in un atto doloroso, se non impossibile, il rapporto sessuale (dispareunia)».
Bisogna parlarne con un ginecologo o una ginecologa che suggeriscano una soluzione. Perché le soluzioni in menopausa esistono. «Le trasformazioni sono fisiologiche, ma non arrivano per tutte allo stesso modo e le donne che non stanno bene hanno diritto di essere curate», continua Di Pace.
Ecco i trattamenti e gli accorgimenti possibili, a cominciare da una vulva-care quotidiana.
Detergente e crema
Con il calo di estrogeni, oltre alla secchezza e all’assottigliamento della mucosa vaginale, cambia anche il pH, che tende ad alzarsi. «I detergenti schiumosi, con un pH basso, non vanno più bene», spiega Di Pace. «Occorre passare a prodotti nutrienti, lenitivi e idratanti, come quelli in forma di olio, e con un pH attorno a 5. Dopo l’igiene intima, però, serve anche la crema idratante. Non una qualsiasi, naturalmente: in farmacia si trovano prodotti ad hoc a base di vitamina E, acido ialuronico e nutrienti, in percentuali adatte a questa delicata parte del corpo». Non le stesse creme che si usano per il viso o per le gambe, per intendersi.
Terapia ormonale sostitutiva
Restituire al corpo gli estrogeni perduti è un’ottima soluzione. «Si può seguire la terapia ormonale sostitutiva (Tos), con estrogeni e progestinici», dice Giambanco. «È consigliata, se non ci sono controindicazioni, anche per alleviare la secchezza vaginale e contrastare le perdite d’urina. Gli estrogeni per via transdermica sono molto efficaci, più facilmente personalizzabili in base alle esigenze della donna e comportano minori rischi ed effetti collaterali».
Terapie ormonali locali
Ci sono anche le terapie a base di ormoni da applicare localmente. «Gli estrogeni assorbiti per via vaginale non hanno la minima incidenza sull’aumento del rischio di tumore al seno o di trombosi», dice Di Pace. «Occorre prescrivere il prodotto giusto, che magari può combinare l’azione ringiovanente degli estrogeni a quella legata al desiderio del testosterone». Aggiunge Giambanco: «Si possono usare creme, gel specifici oppure ovuli. Io consiglio anche l’anello vaginale, da inserire ogni tre mesi, che rilascia una piccolissima quantità di estrogeni, senza rischi né cardiovascolari né oncologici».
Terapia orale con ospemifene
Ci sono donne che hanno un rifiuto per la terapia ormonale sostitutiva, con una fobia che deriva da vecchi timori ormai superati, e ci sono donne con una storia personale o familiare di patologie neoplastiche ormonodipendenti. In questi casi, per chi, nonostante una terapia locale con ormoni vaginali, continui ad avere problemi urinari, secchezza vaginale e dolore alla penetrazione sessuale, può essere consigliata una terapia da assumere per via orale a base di ospemifene (un modulatore selettivo dei recettori degli estrogeni). «È indicata per il trattamento dell’atrofia vulvare e vaginale sintomatica da moderata a severa», spiega Di Pace. «È una molecola che ha un’azione diversa a seconda del tessuto dove va ad agire. Pur non essendo un ormone, ha un effetto simil-estrogenico solo a livello di vulva e vagina. Aumenta la lubrificazione vaginale e lo spessore della mucosa».
Medicina rigenerativa
L’ultima frontiera del ringiovanimento delle parti intime è la medicina rigenerativa. «Con questa espressione si intende l’insieme delle tecniche di ringiovanimento estetico e funzionale che sfruttano l’azione delle cellule staminali prelevate dalla paziente dai tessuti adiposi o dagli estratti piastrinici e che, iniettate nella parte, danno inizio a una importante rigenerazione dei tessuti», spiega Di Pace. Per esempio, il Prp (plasma ricco di piastrine) sfrutta i fattori di crescita del plasma del paziente.
Laser e radiofrequenza
Per migliorare la lubrificazione vaginale e ridurre i disturbi associati all’atrofia dei tessuti sono molto utili il laser e la radiofrequenza a livello locale. L’importante è rivolgersi a strutture come ambulatori specialistici o centri medici che offrono trattamenti di ginecologia estetica e funzionale. «Il laser, in particolare il CO2, agisce sulle pareti vaginali, creando microlesioni che stimolano la produzione di nuovo collagene ed elastina», dice Di Pace. «La radiofrequenza utilizza onde termiche per riscaldare i tessuti vaginali, attivando la rigenerazione cellulare».
Lattobacilli
«Le irritazioni e il prurito in menopausa sono disagi legati anche a una variazione del pH vaginale», dice Giambanco. «La conseguenza è una modifica del microbiota vaginale, penalizzando i batteri buoni. A volte possono esserci perdite, accompagnate da cattivo odore. La soluzione è assumere lattobacilli specifici per riequilibrare il microbiota vaginale: per questo consiglio integratori probiotici ad hoc, da prendere per bocca».