Si fa male il ginocchio: scommetto che nevicherà». «Che brutto tempo, mi sento depresso!». «Ho mal di testa, è tutta colpa del vento». Se queste frasi possono suonare bizzarre, gli studiosi stanno dimostrando che c’è ben poco di strano. La meteoropatia (dal greco metéoron, ciò che avviene in alto, e pathos, dolore) viene considerata una sindrome a tutti gli effetti dalla comunità medica: esiste una scienza interdisciplinare tra meteorologia, medicina e biologia, detta biometeorologia, che studia l’influenza dei fattori meteo sugli esseri viventi.
Una recente meta-analisi, pubblicata nel 2023 sul Journal of Medicine and Life, ha raggruppato tutte le ricerche disponibili sul tema, traendo alcune conclusioni: quasi il 30% della popolazione mondiale soffre di una qualche forma di meteoropatia, la cui prevalenza è in aumento, e si osserva una maggiore suscettibilità fra le donne, soprattutto quelle in menopausa.

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Come superare la nebbia mentale in menopausa

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Messaggi nell’aria
«Il corpo è una sorta di mediatore tra noi e il mondo, un mezzo con cui possiamo entrare in relazione con l’ambiente circostante», spiega Roberto Volpe, medico ricercatore dell’unità di Prevenzione e protezione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Roma. «Fra i messaggi che riceve dall’esterno ci sono quelli che derivano da temperatura, umidità dell’aria, pressione barometrica, raggi solari e cariche elettriche sospese in atmosfera. Una volta captati dalle terminazioni nervose presenti sulla pelle e negli occhi, questi segnali vengono inviati al cervello, che li elabora».
Per esempio, la maggiore o minore luminosità può indurre oppure inibire la produzione di due proteine piuttosto famose: la serotonina, nota come la molecola del benessere e della felicità, e la melatonina, l’ormone che favorisce l’addormentamento. «I livelli della seconda aumentano nel sangue quando il tempo è grigio e buio», dice Volpe. «Questo può non soltanto provocare sonnolenza diurna, ma anche peggiorare lo stato emotivo, accentuare la malinconia. Al contrario, la serotonina stimolata dalla luce solare regala energia e vitalità».

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Sfrutta il sole per illuminare il tuo umore

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Anche gli sbalzi di temperatura e il maggiore tasso di umidità nell’aria hanno i loro effetti. «Questi ultimi possono essere maggiormente evidenti in chi soffre di emicrania, artrite, dolori articolari o muscolari, che magari si accentuano», sottolinea Volpe. «In genere, le persone più suscettibili sono le stesse che d’estate mostrano una minore tolleranza all’aria condizionata e manifestano facilmente mal di testa, torcicollo e altri fastidi».

Gli effetti negli asmatici
Primo fra tutti, Ippocrate aveva ipotizzato nel V secolo a.C. che gli elementi acqua, aria, terra e fuoco potessero influenzare l’umore e le nostre vite, riflettendosi sulla salute generale. Tuttavia, è stato solo a cavallo tra il XX e il XXI secolo che alcuni ricercatori hanno iniziato a indagare sul serio le meteoropatie, suddivise in primarie e secondarie a seconda che vi sia o meno una malattia preesistente alla base dei sintomi avvertiti.
Per fare un esempio, nella meteoropatia secondaria, una giornata umida o fredda può scatenare crisi respiratorie più gravi o frequenti in un soggetto con asma oppure può acutizzare il dolore articolare in chi soffre di artrite. Nella meteoropatia primaria, invece, la stessa giornata uggiosa può favorire il mal di testa o una leggera agitazione in altre persone, ma senza che queste abbiano mai ricevuto una diagnosi di emicrania o di un disturbo d’ansia. «In entrambi i casi, alla base c’è una personale sensibilità al meteo, ovvero una suscettibilità biologica del corpo e della mente ai cambiamenti atmosferici», evidenzia Volpe. «Si tratta di una predisposizione individuale, che si riscontra più spesso nelle persone anziane e in molte donne, soprattutto nelle fasi di oscillazione ormonale, come nei giorni precedenti al ciclo mestruale o durante la menopausa».
In generale, i sintomi si verificano da 24 a 48 ore prima del cambiamento meteorologico, durano mediamente uno o due giorni e passano quando il corpo si adatta alle nuove condizioni meteo.

Si indaga sulle cause
Non è facile individuare con certezza le cause della meteoropatia. Molti puntano il dito contro le onde elettromagnetiche generate dai cambiamenti atmosferici, come i temporali distanti, percepibili anche in assenza di segnali visibili o udibili. Secondo uno studio pubblicato nel 2022 sulla rivista accademica Sestrinska vizija, a firma dei ricercatori serbi Andrea Mirković e Nikola Savić, queste onde potrebbero disturbare i normali meccanismi di autoregolazione del corpo e dare fastidio ai soggetti più sensibili.
Secondo altri, le variabili meteorologiche provocano cambiamenti nella concentrazione dei neurotrasmettitori presenti all’interno del cervello. Fra i tanti, c’è uno studio cinese del 2017 che ha osservato come i soggetti meteoropatici mostrano spesso livelli elevati di adrenocorticotropo (Acth), un ormone che stimola la produzione di cortisolo (l’ormone dello stress) e che è associato a sintomi come palpitazioni, ansia e irritabilità. Al contrario, tendono a diminuire le endorfine, gli ormoni del benessere, per cui si riduce la soglia del dolore.
«Altre ricerche suggeriscono il coinvolgimento del nervo vago, un nervo che dal cervello si dirige verso alcuni organi per regolare diverse funzioni autonome, cioè indipendenti dalla nostra volontà, tra cui frequenza cardiaca, respirazione e digestione», racconta Volpe. «Nei cambi di stagione, i soggetti più sensibili alle sindromi vagali possono assistere alla riacutizzazione dei sintomi legati a gastriti, duodeniti o ulcere gastriche, perché il nervo vago stimola una maggiore secrezione dei succhi digestivi».

La soluzione? La luce
Ma come affrontare la meteoropatia? «Anche nelle giornate fredde, è fondamentale fare “bagni di luce” con lunghe passeggiate all’aria aperta o, ancora meglio, con un po’ di attività fisica», raccomanda Volpe. «Il movimento stimola la produzione di endorfine, che aumentano il tono dell’umore e diminuiscono la percezione del dolore, favorendo la sensazione di benessere fisico e mentale. Se si è in buone condizioni di salute, è possibile allenarsi all’aperto anche con temperature prossime allo zero. Per chi invece è acciaccato, è utile per lo meno tenere le finestre aperte e godere il più possibile della luce solare».