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Andrea Ciccalè
È attenta alla sua salute Manuela Arcuri perché, sostiene, «madre natura ci ha dato un dono meraviglioso ma è nostro dovere fare di tutto per trattare il nostro corpo come un santuario». Non tutto però si può prevenire e per anni l’attrice ha sofferto di fortissimi mal di schiena. Ora, grazie a una tecnica innovativa che spegne il dolore (la radiofrequenza pulsata), sta bene: «Sono tornata a vivere e mi sento una ventenne».
Icona di bellezza, interprete di molte serie televisive di successo, da Carabinieri a Il peccato e la vergogna, a fine 2025 Arcuri torna al cinema come protagonista del thriller Tradita, per la regia di Gabriele Altobelli.
Che problema aveva alla schiena?
«Due protrusioni e un’ernia espulsa che mi davano dolori terribili. Si tratta di una variante specifica dell’ernia del disco dove il materiale interno del disco intervertebrale si distacca completamente dall’anello esterno e arriva a toccare i nervi».
Quando sono iniziati questi dolori?
«Da una decina di anni a questa parte e sono peggiorati dopo la nascita di mio figlio Mattia. Essendo alta, non ho mai avuto una postura corretta fin da adolescente. I problemi sono iniziati con due protrusioni lombari che sono peggiorate ed è arrivata anche l’ernia».
Come si è curata?
«Essendo molto attenta alla mia salute ho provato veramente di tutto, dalle infiltrazioni al laser. Ho fatto vari tipi di fisioterapia ma il miglioramento era momentaneo, poi il dolore tornava. Mi ricordo che una volta era talmente forte da non riuscire a stare in piedi».
Che soluzione ha trovato?
«Fino a due anni fa ero disperata. La notte, a letto, non riuscivo neanche a girarmi. Mi è stata consigliata la visita da un ortopedico, Alessandro Napoli, che mi ha proposto di provare la radiofrequenza pulsata».
Di cosa si tratta?
«Il medico all’epoca me lo ha spiegato in maniera molto semplice: avrebbe “stordito” il nervo che toccava l’ernia. Poi mi sono informata bene. È una tecnica che ricorre alla stimolazione elettrica per trattare le sindromi dolorose con il coinvolgimento dei nervi. Per una maggiore precisione può essere fatta sotto guida della Tac. Viene usata per alcuni tipi di ernie del disco ma anche per altri dolori articolari».
È una tecnica dolorosa?
«Quando me l’ha spiegata io ero terrorizzata, pensavo facesse molto male, soprattutto perché il medico mi ha detto che non sarebbe stata eseguita sotto anestesia generale. Io dovevo essere vigile e segnalare le parti dove sentivo più dolore. In realtà non ho provato nulla. L’équipe, in una clinica privata romana, aveva finito l’intervento e io ho pensato che ancora dovessero iniziare. Da quel giorno, e tutti i giorni, mi dico: “L’avessi fatto prima”. L’ernia e le protrusioni ci sono sempre, ma mi è scomparso totalmente il dolore».
I miglioramenti ci sono stati da subito?
«Sì, da subito. Il primo mese non si deve fare sport per precauzione ma il dolore svanisce da un momento all’altro. Il mio era terribile, sembrava avessi un coltello infilato nella schiena. Ora sono passati due anni e sto benissimo. Il medico mi ha detto che se il dolore dovesse tornare si può ripetere la tecnica».


Manuela Arcuri torna sul grande schermo con un thriller, protagonista del film Tradita, nelle sale a fine 2025. La pellicola, firmata dal regista Gabriele Altobelli, vede nel cast anche William Levy, Ángela Molina, Monica Guerritore e Giancarlo Giannini. La foto è di Andrea Ciccalè.
La prova del nove sono i tacchi alti, un vero incubo per chi soffre con i dolori alla schiena. Lei che per lavoro deve indossarli come faceva? E cosa è cambiato dopo l’intervento?
«Quello era veramente un problema. Il medico ovviamente mi diceva di non usarli, ma per me si trattava di lavoro. Quando dovevo presentare una serata o partecipare a uno spettacolo dovevo per forza metterli, ma il giorno dopo stavo malissimo. Ora posso indossarli, senza esagerare».
Dopo questo intervento com’è cambiato il suo modo di tenersi in forma? Ora quali tipi di sport pratica?
«Ho sempre tenuto molto alla mia forma fisica e fatto sport. Da piccola praticavo pallavolo, nuoto e anche pattinaggio, che è un tipo di attività che fa molto bene al fisico e che sto facendo anche ora in compagnia di mio figlio. Poi, crescendo e soprattutto vincendo la mia pigrizia, perché la costanza è fondamentale, vado in palestra circa tre volte alla settimana facendo lezioni a corpo libero con la musica perché mi distrae e il tempo passa veloce. Adoro anche i circuiti come il TRX in sospensione, perché è un’attività a basso impatto che riduce lo stress sulle articolazioni rispetto ad altri tipi di allenamento. Anche se ora non ho più il dolore alla schiena cerco comunque di fare sempre attività che non la sollecitino troppo, come quelle in cui si salta».
Per avere un fisico come il suo, oltre al movimento, molto importante è l’alimentazione.
«Io non credo alle persone che dicono che mangiano di tutto, non fanno nessun tipo di attività fisica e sono in perfetta forma. Non è vero e non è possibile. Noi siamo quello che mangiamo e abbiamo il dovere di trattare bene il nostro corpo. Io sono molto attenta al cibo, cerco di mangiare sempre bene, senza ovviamente arrivare a essere fissata».
La sua alimentazione a partire dalla colazione?
«Purtroppo, anche se in molti me l’hanno consigliata, per abitudine non riesco a fare la colazione salata. Inizio sempre con una tisana calda ma non bollente, che mi fa proprio bene dopo il digiuno notturno».
Dopo la tisana come prosegue?
«Con uno yogurt senza lattosio, perché ho scoperto facendo le analisi apposite, che consiglio a tutti, che sono intollerante al lattosio, lo zucchero del latte. Aggiungo frutta a pezzi, mandorle e noci. Poi una bevanda vegetale con un caffè e lì introduco la nota dolce: due biscotti senza zucchero. Un piccolo peccato di gola alle 8 di mattina voglio concedermelo».
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«Spesso mangio prima un’insalata olio e limone con dentro vari tipi di semi (chia, semi di girasole o sesamo) e poi proteine con verdure cotte. Mangio pochissima carne, preferisco altri tipi di proteine come quelle dei legumi, che adoro, o a volte il pesce. Per la cena uso lo stesso schema aggiungendo un po’ più di verdure».
È attenta anche quando mangia fuori casa?
«Quando vado al ristorante, per esempio nel weekend con la famiglia o gli amici, non mi faccio troppi problemi. Sono una appassionata di pasta cacio e pepe, per me è il piatto più buono al mondo e non ci rinuncio. Poi magari ci abbino una verdura ma prendo anche il dolce, il mio preferito è il tiramisù. In quel caso non sto molto attenta né alle calorie né al lattosio, ma la sera salto la cena».
È una sua abitudine fare il digiuno intermittente?
«Non proprio, ma lo pratico quando magari per ragioni di lavoro mi ritrovo a pranzare tardi e quindi la sera non ceno. Ogni tanto questo digiuno fa proprio bene e la mattina mi sveglio con la pancia completamente sgonfia».


Arcuri è di Anagni, in provincia di Frosinone, ma il papà è calabrese e la mamma campana. Dal matrimonio con l’imprenditore Giovanni Di Francesco è nato suo figlio Mattia, dieci anni. La foto è di Andrea Ciccalè.
La sua routine di bellezza?
«La sera mi tolgo il trucco sempre con lo struccante bifasico che è quello composto da una parte oleosa e una acquosa. Per me è il migliore. C’è anche da dire che quando non lavoro non uso fondotinta, lascio molto la pelle libera di respirare. Metto solo un po’ di fard e trucco gli occhi. Poi mi lavo il viso con un detergente naturale leggero che comunque pulisce i pori dal trucco ma anche dagli agenti atmosferici a cui siamo sottoposti tutti i giorni. Uso poi il tonico e alla fine metto la crema per il viso e quella per il contorno occhi che è una zona delicata dove si formano subito le rughe. La mattina invece lavo solo il viso e metto la crema o il siero. Uso sempre prodotti di alta qualità ma li cambio spesso, perché secondo me altrimenti la pelle si abitua».
Oltre alle creme fa altri tipi di trattamenti?
«Circa una volta al mese vado dal mio dermatologo di fiducia che mi fa delle punture di vitamine che arrivano più in profondità rispetto alle creme e la pelle appare molto più luminosa. Spesso faccio anche dei trattamenti dall’estetista. Per esempio, ora ne sto provando uno che si chiama Kobido. È una sorta di lifting facciale naturale basato su un antico rituale giapponese. Questa tecnica prevede l’utilizzo di movimenti delicati e precisi che vengono eseguiti sul viso e stimolano la circolazione sanguigna favorendo una maggiore produzione di collagene ed elastina. Dura 50 minuti e l’effetto è incredibile. Andrebbe fatto una volta alla settimana, ma io non sono così costante».
Per il corpo, invece?
«Da sempre faccio, e in questo sono costante, massaggi come il linfodrenaggio, che oltre a fare molto bene è proprio una coccola. Quando si avvicina l’estate aggiungo a questo un altro tipo fatto con i macchinari che si chiama Endosphere. È un trattamento non invasivo che usa microvibrazioni date da alcune rotelle che girano veloci per ridurre la cellulite, tonificare i muscoli e migliorare la circolazione. È efficace, a quanto pare, anche per rimodellare la silhouette».